Il book-to-bill ratio per le aziende statunitensi produttrici di infrastrutture per semiconduttori e’ salito a quota 0,87 nel mese di febbraio 2002. Il dato e’ stato pubblicato il 19 marzo dall’associazione Semiconductor Equipment and Materials International (SEMI). Un book-to-bill ratio di 0,87 significa che in un mese per ogni $100 di fatturato le aziende hanno ricevuto $87 di nuovi ordini. L’indice viene redatto in base a una media mobile di tre mesi.
A febbraio i nuovi ordini sono stati pari a $712 milioni, il 10% in piu’ rispetto allo scorso mese e il 56% in meno rispetto a febbraio 2001. Il fatturato di febbraio 2002 e’ stato pari a $822 milioni, il 3% in piu’ rispetto a gennaio (il piu’ basso livello degli ultimi 5 anni) e il 64% in meno rispetto ai $2,28 miliardi di febbraio 2001.
L’industria delle infrastrutture per semiconduttori produce materiali di base utilizzati dalle aziende produttrici di circuiti integrati, o microchip. Essa si compone principalmente di due segmenti: il “Front-End equipment”, cioe’ il prodotto sul quale verra’ poi realizzato il circuito integrato, e il “Back-End equipment”, cioe’ i materiali che serviranno nella fase di assemblaggio e test dei circuiti. Il Front-End equipment conta per circa l’80% del business. L’industria dei semiconduttori e’ strategica all’avanzamento tecnologico in numerosi settori.
Il book-to-bill ratio cresce quindi per il sesto mese consecutivo, raggiungendo il suo livello piu’ alto da dicembre 2000. Il minimo storico era stato raggiunto ad aprile 2001, quando si era attestato a 0,44. Il 2001 e’ stato un anno particolarmente negativo per l’industria delle infrastrutture per semiconduttori. In base ai dati raccolti da SEMI risulta che nel 2001 le vendite ammontavano a circa $28 miliardi, il 40,5% in meno rispetto al 2000. In particolare, il mercato che maggiormente ha inciso in senso negativo e’ stato quello asiatico (escluso il Giappone) e l’area del Pacifico: la riduzione delle vendite e’ stata di circa il 56%. Anche per i produttori di microchip il 2001 e’ stato un anno tutt’altro che positivo: in base ai dati preliminary forniti dal Semiconductor Industry Association (SIA), le vendite dell’anno sono state pari a $139 miliardi, il 31% in meno rispetto al 2000.
I nuovi dati sul book-to-bill ratio, uniti alle prospettive incoraggianti del quadro macroeconomico, hanno avuto l’effetto di diffondere tra gli operatori un cauto ottimismo. La convinzione che sia oramai in atto l’avvio della ripresa, tuttavia, non e’ condivisa da tutti: emergono infatti tra gli addetti ai lavori diverse chiavi di lettura della situazione generale in cui versa il settore.
Kevin Vassily, vice presidente della banca d’affari Thomas Weisel, e’ sicuramente ottimista: egli ritiene che il 2002 segnera’ una robusta inversione di tendenza nell’industria dei semiconduttori. Maggiore cautela arriva invece da Edward White, managing director della banca d’affari Lehman Brothers, il quale afferma che senza una sostanziale crescita nella domanda di computer, telecomunicazioni e wireless e’ difficile che si verifichi una vigorosa ripresa. Aggiunge, inoltre, che gli investimenti in atto nel settore in nuove tecnologie daranno si’ una spinta notevole al settore, ma solo a partire dal 2003. In una nota di Lehman Brothers, inoltre, si sottolinea come l’incremento registrato negli ordini sia dovuto ad un incremento dell’8% nel Front-End e del 19% in Test & Assembly: a meno che non vi sia una ripresa piu’ netta nel Front-End , per la banca d’affari e’ opportuno assumere un atteggiamento molto cauto. Robert Stern, analista di Needam & Company, sottolinea infine come al momento vi sia ancora un eccesso di capacita’ produttiva e che cio’ possa distogliere le aziende dall’intraprendere nuovi investimenti. La previsione di Lehman Brothers per il book-to-bill di marzo e’ di 0,94.
L’andamento del mercato sembra riflettere fedelmente la fiducia che il peggio sia ormai alle spalle e l’incertezza circa i tempi e i modi in cui la ripresa si manifestera’ in senso compiuto. Il Philadelphia Semiconductor Index, un indice basato sull’andamento dei titoli di 16 importanti aziende americane di semiconduttori, e che e’ seguito molto da vicino dagli operatori del settore, mostra un trend di crescita lieve ma costante dall’inizio del 2002: dal 2 gennaio al 28 marzo l’indice e’ cresciuto quasi del 10% passando da quota 545 a 595. Il dato che sembra emergere, dunque, e’ che la forte tendenza al ribasso che si era manifestata nel 2001 si sia arrestata, ma allo stesso tempo i titoli, almeno in questa fase, stentano a decollare.