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Selloff a Wall Street: il Dow buca quota 12.000

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New York – Cosi’ come tutte le altre borse finanziarie anche Wall Street chiude la seduta in calo. Le blue chip hanno accusato il ribasso giornaliero piu’ pesante da ottobre, spingendo il Dow Jones in ribasso sotto i 12.000 punti. Le notizie della polizia saudita che ha sparato sulla folla dei manifestanti non sono piaciute al mercato che teme che l’incremento dei prezzi petroliferi possa compromettere la ripresa dell’economia.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy intanto si e’ espresso a favoreve di bombardamenti mirati in Libia, mentre i leader mondiali lavorano a un accordo sulla no-fly zone sui cieli libici. I trader si sono fatti anche piu’ ansiosi sulla situazione critica del debito sovrano europeo e sulla forza dell’economia cinese.

Il Dow ha ceduto l’1,86% a quota $11.985,86, l’S&P 500 l’1,83% in area 1.295,82, mentre il Nasdaq l’1,84% a 2.701,02 punti. Tutti e tre gli indici hanno bucato un supporto chiave importante, la media mobile a 50 giorni. A pesare sopra ogni altra cosa la decisione dell’agenzia Moody’s di ridurre il rating sul debito spagnolo ad AA2 ed emettere un outlook negativo. Prima a soprendere era stato il deficit commerciale cinese, che si e’ allargato a quota $7 miliardi, e la revisione al ribasso del Pil giapponese.

I dati macro in Usa non sono stati incoraggianti, anche se il rialzo delle domande di indennita’ di disoccupazione non dovrebbe far preoccupare piu’ di tanto, secondo gli analisti. Le cifre sono salite piu’ del previsto a 397 mila unita’ l’ultima settimana. Tanto per cambiare i numeri della settimana prima sono stati rivisti al rialzo (e’ la quarta volta nelle ultime sei occasioni). Nel frattempo il gap commerciale americano si e’ ampliato sopra le stime a $46,3 miliardi in gennaio da $40,3 miliardi di dicembre. Il budget fiscale federale si e’ ampliato aimassimi di sempre.

L’azionario, dunque, e’ sempre piu’ influenzato dagli squilibri geopolitici – in particolare preoccupa la guerra civile in corso in Libia e il rischio di esplosione di un conflitto in Arabia Saudita – e dalle notizie negative provenienti dalle altre parti del mondo. Al contrario la reazione del mercato obbligazionario, che dovrebbe essere piu’ sensibile ai report sulla situazione critica del debito sovrano dell’area periferica dell’euro, e’ stata pressoche’ nulla.

Il mercato americano segue grosso modo la scia di Asia ed Europa, con il deficit commerciale cinese che ha sorpreso in negativo le attese degli investitori. Prima che l’agenzia Moody’s tagliasse il rating sul debito della Spagna, i mercati gia’ erano stati scossi dalle notizie provenienti dalla Cina, che ha annunciato che le esportazioni mensili in febbraio sono salite di solo il 2,4% rispetto a un anno fa, mentre le importazioni sono aumentate del 19,4%. Le cifre per quanto riguarda gli export rappresentano un grande passo indietro rispetto al risultato di gennaio, creando un gap nella bilancia commerciale di Pechino di $7,3 miliardi.

Vista l’instabilita’ della regione ricca di petrolio del Medioriente, naturale che i trader continuino a tenere d’occhio i movimenti sul mercato energetico. Dove i futures con scadenza aprile del greggio hanno ceduto il 2,1% a $102,19 il barile, retrocedendo dai massimi di due anni e mezzo. I contratti con scadenza analoga sull’oro sono arretrati dell’1,2% a $1.412,2 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro ha perso terreno sul dollaro, in area $1,3788 (-0,87%). Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,393%, in ribasso di 7,2 punti base.