da Apcom
Tra quattro anni partirà una lotta spietata all’evasione fiscale in Europa. I 27 ministri Ue delle Finanze riuniti ieri all’Ecofin hanno infatti trovato un accordo unanime sulle misure anti evasione, cancellando di fatto il segreto bancario.
In questo modo gli Stati membri potranno scambiarsi automaticamente informazioni sui contribuenti e non potranno più rifiutarsi di fornire dati basandosi sul presupposto che questi sono detenuti da banche o altri istituti finanziari. Il “si” è giunto anche da Austria e Lussemburgo.
Finalmente, dunque, è stata recepita l’invocazione alla trasparenza da parte dell’Ocse. Soddisfatto il ministro dell’Econimia Giulio Tremonti, secondo cui in questo modo verranno frenati anche gli accordi bilaterali con Paesi extra UE.
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(WSI) –I ministri delle Finanze della Unione europea hanno approvato all’unanimità una direttiva che potenzia lo scambio di informazioni contro l’evasione fiscale. Il testo, in particolare, prevede che dal 2015 gli stati membri non possano più opporre il segreto bancario a protezione dei dati richiesti da un altro stato membro su un contribuente detentore di un conto bancario all’estero.
“Abbiamo dato un segnale al mondo – è stato detto in sede di conferenza stampa al termine della riunione dell’Ecofin – Siamo seri nella lotta contro l’evasione fiscale”.
Il presidente di turno, il belga Didier Reynders, ha osservato che il provvedimento è “importante” tanto per il controllo delle frodi quanto “per il consolidamento del bilancio”. Entro il 2015 si dovrà arrivare allo scambio automatico di dati su un certo numero di informazioni. Austria e Lussemburgo hanno ottenuto una “deroga” per l’entrata in vigore progressiva.
“E’ un passo in avanti fondamentale nella lotta contro l’evasione e la frode fiscale che permetterà agli stati membri di raccogliere quanto è loro dovuto – ha commentato il commissario Ue alla fiscalità, Algirdas Semeta. “D’ora in poi gli stati membri non potranno più sfruttare il segreto bancario per rifiutarsi di fornire informazioni, e ci saranno anche precisi limiti temporali per rispondere alle richieste di informazioni degli stati membri”. Il ministro Giulio Tremonti ha detto invece di ritenere che, con l’intesa raggiunta, “siano fermati i tentativi di fare trattati bilaterali” (con paesi non Ue).
La nuova direttiva Ue dovrà essere formalmente adottata in una nuova riunione dell’Ecofin e dovrà poi ottenere l’ok del Parlamento europeo. Tra l’altro, si legge nel testo, “impedirà a uno stato membro di rifiutarsi di fornire informazioni riguardo un contribuente di un altro stato membro sulla sola base che l’informazione è detenuta da una banca o da un istituto finanziario”.
Inoltre, prevede di estendere la cooperazione tra stati membri per la riscossione delle imposte di ogni tipo, fissare limiti temporali per ricevere le informazioni richieste, permettere ai funzionari di uno stato membro di partecipare a ricerche amministrative in un altro paese, fornire un feedback sullo scambio delle informazioni e che questo avvenga secondo standard tecnici precisi.
L’obiettivo finale è lo “scambio automatico” di informazioni: entro il 2015 questo dovrà avvenire per cinque categorie su otto di informazioni relative ai redditi, purché queste siano disponibili e che ci sia reciprocità in merito al quantitativo di dati ricevuti rispetto a quelli inviati.
I redditi presi in considerazione sono quelli provenienti da impiego, dividendi, bonus, capital gain, royalty, alcuni prodotti assicurativi sulla vita, pensioni e proprietà immobiliare. L’ambizione dell’Ue, però, ha affermato Reynders, è quella di “avanzare anche nel quadro di un accordo con alcuni paesi terzi”, come per esempio la Svizzera.
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