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SEAT PG: NON CONVINCE LA PARTE INTERNET

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I dati di bilancio per l’anno 2000 di Seat Pagine Gialle non hanno fugato le ombre che pesano sulla società e sul titolo. Il sentimento generale tra gli investitori e nelle sale operative è infatti negativo a causa delle incertezze sul settore Internet della società.

“I dati presentati ieri dimostrano che l’attività tradizionale va molto bene, mentre quella Internet ha deluso le aspettative con stime di business ridotte – ha detto a WallStreetItalia Giorgio Makula, amministratore delegato della Deutsche Bank Sim – C’è qualcosa da rivedere nelle strategie del mondo Internet e i contorni sono da rivedere”.

Concorda una analista di una banca italiana che preferisce non essere citata: “Il rendiconto 2000 è stato deludente soprattutto per la parte Internet dove i dubbi sono tanti e i contorni poco chiari”.

In particolare, l’analista pone l’accento sui ridotti tassi di crescita dell’Internet service provider Tin.it sia per la clientela “premium” a pagamento, che per quella “free” a connessione gratuita. Secondo i dati, infatti, nell’ultimo trimestre 2000, gli utenti attivi abbonati di Tin.it sono aumentati soltanto dell’1,2% (a 1,65 milioni), mentre quelli di Infostrada nello stesso trimestre sono cresciuti del 18,7% (a fine dicembre 2000 erano 1,9 milioni) e quelli di Tiscali sono aumentati del 15,3% a 1,5 milioni.

“Proprio per gli utenti ‘active’ – commenta l’analista – il tasso di crescita è brutto e la concorrenza si fa sentire eccessivamente e inoltre il business si sta rivelando molto meno ricco di quanto ci si aspettasse. Sicuramente la componente Internet deve ancora dimostrare tutto il suo valore”.

L’amministratore delegato di Seat, Lorenzo Pellicioli, oggi ha dichiarato che quest’anno Seat deve provare al mercato che le sue previsioni sul settore Internet sono corrette.

Anche perché, rileva un analista “i risultati presentati ieri sono inferiori rispetto alle previsioni fatte in autunno. Questo -aggiunge l’analista che chiede di non essere citata – significa che c’e’ poca chiarezza”.

Sul corso azionario che potrebbe seguire il titolo entrambi gli intervistati non negano che esista la possibilità di vedere l’editoriale torinese a un euro.

“Il titolo in un anno era cresciuto del 300% grazie al forte piano di acquisizioni. Solitamente questo porta un titolo a cedere terreno -commenta l’analista – perché i margini di guadagno si riducono, soprattutto nella prima fase. Per Seat non è stato così e ora il titolo si trova ai livelli di preacquisizione. Solo in questo momento potrà scontare la forte diluizione dei margini e un calo a un euro sarebbe naturale”.

Aggiunge Makula che “in via teorica il titolo può arrivare a un euro, ma di fatto sarà difficile perché sul mercato c’è tanto scoperto tecnico”, ha detto riferendosi al fatto che molti operatori devono aggiungere il titolo nel loro portafoglio per motivi tecnici.