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SEAT, GLI ANALISTI CONSIGLIANO DI STARNE FUORI

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L’operazione di Seat Pagine Gialle sulla svedese Eniro (Vedi Seat lancia opas da €3 miliardi su Eniro), mette d’accordo gli analisti interpellati da WallStreetItalia: il consiglio unanime è di stare alla larga dal titolo.

Il timore è che stia per riversarsi sul mercato un’enorme quantità di azioni del gruppo italiano, così da penalizzare le sue quotazioni. Secondo un operatore di una Sim straniera che preferisce non essere citato, “potremmo vedere il titolo scendere anche del 20%, fin sotto quota €1”.

Gli analisti sono pessimisti e alcune tra le maggiori case di rating si apprestano a rivedere al ribasso, secondo le informazioni raccolte da WallStreetItalia, i loro giudizi sul titolo Seat, benchè l’acquisizione prometta di non diluire gli utili e anzi, secondo alcuni operatori, potrebbe portare a un incremento dell’11% dell’utile operativo lordo per azione.

“Io prevedo un periodo poco felice – confessa l’operatore della Sim straniera – la prima botta il titolo la sta prendendo adesso sulla scia delle perplessità; la seconda me l’aspetto quando le maggiori case di brokeraggio cominceranno a ridurre i propri rating; la terza quando il mercato vedrà liberarsi un gran numero di azioni Seat”.

Cristina Peccati, analista tecnica di Gestnord Intermediazione Sim, è d’accordo nel suggerire di “rimanere fuori: il fatto che il titolo non abbia tenuto la resistenza di €1,50 non è un buon segno; da inizio anno il titolo ha perso un buon 20%, ora potrebbe arrivare a nuovi minimi, anche al di sotto di €1,20. Forse solo su nuovi minimi si potrebbe pensare di entrare, ma con molta cautela anche perché – spiega l’analista – il titolo è in mano alla speculazione”.

Sulla stessa linea anche l’analista di una primaria Sim milanese: “il rischio che arrivi molta carta sul mercato consiglia di rimanere fuori; oggi come oggi c’è uno spread ancora aperto su Eniro pari al 15%”. Il che vuol dire che, in base a questo spread, Seat è sopravvalutata del 15%.

Oggi il presidente di Telecom Italia cui fa capo il gruppo Seat, Roberto Colaninno, ha detto che “il mercato finanziario
reagisce da mercato finanziario. Starà a noi dimostrare al mercato la giustezza delle nostre scelte”.

In effetti, ammette l’analista della primaria Sim, dal punto di vista industriale e strategico l’operazione è positiva: “Seat va a comprare una buona società, è coerente con il suo obiettivo di espandersi in Europa, entra in aree geografiche nuove dove non era ancora presente, e in altre aree dove può sviluppare interessanti sinergie, come in Germania”.

In Germania, per esempio, Seat è già presente con la controllata Telegate che produce qualcosa di simile al nostro servizio telefonico “Pronto, Pagine Gialle”, mentre Eniro è attiva con una sorta di Pagine Gialle su carta.

Il lato positivo di questa scelta è sottolineato anche da Donatella Principe, analista di Banca Popolare di Vicenza: “Seat – dice – ha trovato la testa di ponte per il mercato del nord Europa e dell’Europa dell’Est; inoltre con Eniro è complementare: grazie ai 17 paesi in cui Eniro è presente, la copertura totale del nuovo gruppo sarà su 27 nazioni diventando perciò non solo il maggior gruppo europeo (e il terzo al mondo) nel business delle pagine gialle, ma anche un gruppo con una capitalizzazione di mercato doppia rispetto al secondo operatore”.

Principe guarda Eniro e vede “una società ad elevata redditività che porta in dote a Seat un apporto di know how di elevato valore nel business online e nell’applicazione in rete delle attività tipiche del business delle pagine gialle. Inoltre – aggiunge – il management ha un’elevata esperienza di respiro internazionale”. Per comprare questa società, dice ancora l’analista, Seat “pagherà con ricorso limitato al cash”.

Ma è proprio il carta contro carta (è prevista un’azione Eniro contro 12,5 azioni Seat) a preoccupare gli analisti. Bisogna fare un passo indietro e ricordare che Eniro fa capo alla svedese Telia. Del miliardo 800 milioni di nuove azioni Seat, il 47,5% andrà a Telia in cambio della maggioranza di Eniro.

L’operatore della Sim straniera ha calcolato che circa la metà della quota spettante a Telia sarà soggetta a lock-up per sei mesi: vuol dire che per quel periodo di tempo la quota non potrà essere venduta o ceduta; “il resto, cioè 438 milioni di azioni – dice l’operatore – possono essere messe subito in vendita, e il resto fra sei mesi. A questo si aggiunge teoricamente un altro 30%, cioè 551 milioni di azioni, in mano ai fondi svedesi che attualmente detengono il 30% di Eniro. Complessivamente, almeno in teoria un’enorme massa di azioni Seat potrebbe andare sul mercato. Se consideriamo una media giornaliera di 55 milioni di azioni scambiate, ecco che vediamo il rischio di 32 giorni lavorativi di ribassi a picco”.

Lo scenario quasi apocalittico potrebbe realizzarsi anche se l’analista di Popolare Vicenza ribatte che proprio perché un terzo del capitale di Eniro è detenuto da investitori istituzionali, questi difficilmente cederanno a man bassa Seat col rischio di farne crollare le quotazioni. Nonostante ciò Principe, e con lei l’operatore della Sim straniera, ammette che potrebbe farsi sentire nel breve il peso delle operazioni degli arbitraggisti.

E che dire dell’offerta in sé? Tra gli analisti c’è chi nota che il valore dell’offerta implica una valutazione di Eniro superiore del 25,9% alla capitalizzazione della società: il valore delle azioni è stimato quindi 164 corone. Il premio cresce al 50% rispetto alla media del prezzo di contrattazione dell’ultimo mese e al 95,9% se si fa riferimento al prezzo di collocamento dello scorso autunno. Inoltre, nota ancora Principe, il prezzo pagato valuta 22 volte l’ebitda (utile operativo lordo) del 2001 di Eniro, mentre le pagine gialle spagnole sono valutate 17 volte l’ebitda.

L’analista di Popolare Vicenza conclude avanzando un dubbio: si chiede infatti se questa acquisizione non sia poi “un passo indietro verso il business tradizionale delle directory, e quindi un mea culpa sulle strategie dell’ultimo anno”.