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Se…

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“Se”

poesia di J.R. Kipling
(grazie alla lettrice Flaminia, di Roma)

(da wikipedia) Se (in inglese If) è il titolo di una celeberrima poesia di Joseph Rudyard Kipling scritta nel 1895 dedicata al figlio. La si trova nel capitolo “Brother Square Toes” del libro “Ricompense e Fate” (“Rewards and Fairies”).

Contiene una serie di precetti e istruzioni su come comportarsi o, meglio, spiega che colui che riesca a conseguire questi comportamenti è davvero degno di essere chiamato Uomo.

In sintesi si “diventa davvero uomini” quando si raggiunge una stabilità e un’autocoscienza tali da non perdere la calma anche quando chi ci circonda è in panico, oppure quando si imparano alcune “virtù” come parlare, pensare, perdonare, amare, sognare, rischiare, non farci condizionare, perseverare, e credere sempre in noi stessi.

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Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti

la perdono intorno a te, dandone a te la colpa;

se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano,

e mettendo in conto anche il loro dubitare;

se riuscirai ad attendere senza stancarti nell’attesa,

se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie,

o se, odiato, non ti farai prendere dall’odio,

senza apparir però troppo buono o troppo saggio;

se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone;

se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo scopo,

se riuscirai ad affrontare il successo e l’insuccesso

trattando quei due impostori allo stesso modo

se riuscirai ad ascoltare la verità da espressa

distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,

o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita

e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;

se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite

e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce,

a perdere e a ricominciar tutto daccapo,

senza mai fiatare e dir nulla delle perdite;

se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli,

benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi,

e a tener duro quando niente più resta in te

tranne la volontà che ingiunge: “tieni duro!”;

se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù,

o a passeggiar coi Re e non perdere il tuo fare ordinario;

se né i nemici o i cari amici riusciranno a colpirti,

se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;

se riuscirai a riempire l’attimo inesorabile

e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,

il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene,

e – quel che è più, tu sarai un Uomo, ragazzo mio!