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SE IL PROMOTORE FINANZIARIO E’ UN LADRO

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(WSI) – «Cara signora, ecco qui la sua bella scheda cliente-asset allocation..». Gianni Lollobrigida, 36 anni, è un rampante promotore finanziario di Tivoli. Ha lavorato per il Sanpaolo Invest, Banca Toscana, l’ultimo approdo è Fideuram, tutto in tre anni. A parte un piccolo difetto professionale, ci sa fare, a modo suo, è convincente. C’è chi gli affida anche somme consistenti: 100 mila euro, 600 mila, in alcuni casi anche oltre un milione di euro. È uno di cui fidarsi.

Se poi chi ha investito i suoi risparmi non ha ben chiaro cosa sia quella “scheda cliente-asset allocation” mostrata da Lollobrigida nei colloqui, non importa. Si vede chiaramente che è un documento della Banca Toscana. Non solo, la carta intestata riporta anche la dicitura «Ufficio promotori finanziari di Tivoli». E sono fedelmente registrati, come è ovvio, sia la consistenza patrimoniale sia i prodotti su cui quei soldi sono stati investiti.

Per esempio: «Mix monetario tasso fisso» e «Mix monetario tasso variabile», due prodotti della Banca Toscana. Su consiglio di Lollobrigida qualche affezionato cliente ha creduto a tal punto nei due «Mix» da metterci fino a 150 mila euro. Ben calibrati, però. Il promotore conosce la propensione al rischio dei suoi risparmiatori: un terzo sul tasso fisso e due terzi sul variabile. Così si sta tranquilli. Come tranquilla e serena è una signora che al promotore ha dato da investire 25 mila euro ed è tornata a casa con la sua scheda cliente, il logo Fideuram stampato su tutte le pagine (Lollobrigida nel frattempo ha lasciato Banca Toscana), la dicitura «Ufficio promotori finanziari di Tivoli», e così via.

Tutto funzionava a meraviglia, peccato solo per quel piccolo difetto professionale. Il brillante e convincente promotore finanziario ex Sanpaolo, ex Banca Toscana, ex Fideuram, aveva un vizio. Più o meno, e in scala molto ridotta, quello che avevano anche Tanzi, Tonna & C. a Collecchio: falsificare i documenti. Con questo risultato: la scheda cliente-asset allocation è un documento artigianale «made in Tivoli» che in molti casi Lollobrigida utilizzava con il logo contraffatto della Banca Toscana o di Banca Fideuram.

L’«Ufficio promotori finanziari» era sostanzialmente la sua scrivania. I prodotti «Mix Monetario» se li è inventati. La signora dei 25 mila euro «non risulta censita all’anagrafe dei clienti Fideuram», quelli convinti di aver investito in prodotti della Banca Toscana in realtà hanno due sole voci nella loro asset allocation: Gianni e Lollobrigida.

Tra i vari difettucci, infatti, annovera anche quello di appropriarsi dei soldi dei clienti, oltre a comunicare informazioni false su investimenti mai effettuati. Caso raro, per fortuna, tra le decine di migliaia di promotori «ufficiali». E finale scontato (salvo code giudiziarie): gli investitori vanno in banca, il caso scoppia nell’autunno 2003, Fideuram a ottobre scarica Lollobrigida arrivato da poco più di un mese, la Consob avvia l’istruttoria, la decisione viene pubblicata sull’ultimo bollettino della Commissione. Lollobrigida è radiato dall’albo dei promotori.

Così come capitò a quel suo ex collega che riuscì a piazzare il fondo di investimento «Valuta Indice Nikkey», inesistente, o a quell’altro che utilizzando senza autorizzazione i codici segreti dei clienti effettuò 4.195 operazioni sui conti online, o ancora il promotore che convinceva ultrasettantenni a sottoscrivere polizze ultraventennali e infine il celebre Pasqualon, che fece l’ultima di centinaia di operazioni di trading online sul conto della cliente l’11 luglio 2002. La signora quel giorno morì, aveva 89 anni.

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