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SE IL 4% VI SEMBRA POCO…

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

(WSI) – Quando le cose vanno male sul mercato azionario è più sentita da parte degli investitori l’esigenza di indirizzarsi verso prodotti che offrono una copertura totale o parziale del denaro investito. Fu cosi nel biennio 2000-02, dopo la bolla high– tech a Wall Street e l’attacco alle Torri gemelle. Ed è cosi anche oggi, visto che le borse mondiali continuano ad aggiornare al ribasso i propri minimi. Ma a differenza di quanto avvenne durante la crisi di inizio millennio, quando la copertura parziale o totale del capitale era relegata a poche obbligazioni strutturate, ora la protezione è affidata ai certificati a capitale garantito o condizionatamente protetto.

Tra i tanti Equity Protection quotati al Sedex che riescono a garantire la protezione del capitale e, per effetto di un prezzo di mercato sotto la pari, un rendimento minimo garantito decisamente interessante si segnalano due certificati con differenti scadenze e diversi sottostanti. Il primo ha come sottostante l’indice italiano S&P/Mib ed è un Equity Protection ( codice ISIN IT0004098494) emesso da Banca Imi il 23 ottobre 2006 con scadenza fissata al 18 dicembre 2009. Questo strumento, a fronte della rinuncia ai dividendi, garantisce alla scadenza la restituzione dell’intero valore nominale (pari a 100 euro) e permette di partecipare, nella misura prefissata del 70%, alla performance positiva dell’indice S&P/Mib. L’Equity Protection non presenta, dunque, una barriera al ribasso che, in periodo di forte volatilità come quello attuale, potrebbe saltare non garantendo la protezione totale del capitale e comportando, in pratica, la trasformazione di tale certificato in un classico benchmark a replica passiva dell’indice.

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Il vantaggio principale è dunque dato dalla protezione del capitale investito. Infatti, qualsiasi scenario si presenti da qui alla scadenza, acquistando tale strumento a 96,90 euro ( prezzo offerto in lettera dal market maker) si otterrà alla data del 18 dicembre un rendimento lordo del 3,20% ( il 3,867% annualizzato semplice e 3,80% composto). In quest’ottica il certificato si presenta come un’ottima opportunità per parcheggiare la liquidità, sfruttando il rendimento minimo garantito da una quotazione sotto 100, e per recuperare il credito fiscale derivante da eventuali minusvalenze azionarie. I rischi derivanti dall’investimento in questo strumento sono invece tutti riconducibili al rischio di default dell’emittente. Per garantirsi la protezione si rinuncia ai dividendi che verranno distribuiti nel periodo e alla partecipazione alla performance dell’indice S&P/Mib fino allo strike fissato in 39469 punti. Se si pensa che l’indice possa recuperare terreno dai minimi di oggi, 19 febbraio, è quindi meglio orientarsi su altri strumenti. Infatti, in caso di rialzo dell’indice fino a 30000 punti l’acquisto dello strumento consentirebbe di ottenere solamente il 3,20% già assicurato dai 96,90 euro della quotazione inferiore alla pari, dal momento che lo strike è stato fissato ad un livello distante ormai anni luce.

Dall’analisi del pricing della struttura sottostante in opzioni si ha la conferma che il prezzo di 96,90 euro proposto in lettera dal market maker è inferiore a quanto ci si potrebbe attendere adottando da qui alla scadenza un tasso di interesse di mercato di poco inferiore al 2%. Infatti prezzando l’opzione call strike zero e la put acquistata con strike pari al livello protetto per garantire la protezione del capitale si ha un corrispettivo di 98,30 euro ( moltiplicando il risultato per il multiplo del certificato di 0,002534).

Sale fino a sfiorare il 6% annuo ma richiede un orizzonte temporale di investimento molto più lungo, cioè di poco più di 4 anni, un secondo certificato a capitale interamente protetto alla scadenza. Emesso da Abn Amro – RBS il 20 marzo del 2008, il Protection ( identificato dal codice ISIN NL0006232415) ha per sottostante il contratto future sul petrolio WTI e il 28 marzo 2013 riconoscerà agli investitori un rimborso di 100 euro se il prezzo dell’oro nero sarà inferiore ai 105,62 euro rilevati in fase di emissione. In caso contrario, ovvero se il petrolio dovesse riuscire a tornare per la scadenza al di sopra dei 105,62 dollari, l’intera eccedenza percentuale verrebbe riversata sui 100 euro protetti. Ma al di là di quello che farà il petrolio da qui alla scadenza, considerando un eventuale acquisto del certificato a 80,65 euro ( prezzo in lettera del market maker) ci si garantisce un rendimento complessivo del 24% ( netto se si avranno minusvalenze da compensare) che annualizzato porta ad un 5,85% semplice e 5,38% composto. La proposta potrebbe risultare interessante anche in questo caso in ottica di compensazione delle minusvalenze che potrebbero essere maturate nel prossimo quadriennio. Peraltro, da un semplice confronto con un’obbligazione zero coupon della stessa emittente della banca di Edimburgo, con scadenza quasi del tutto analoga, il certificato ne esce vincente nella misura di circa il 2,6% complessivo.


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