(9Colonne) – Roma, 17 lug – L’ espressione “vaffa…” non è più un insulto penalmente perseguibile. “Talune parole ed anche frasi, pur rappresentative di concetti osceni o a carattere sessuale, sono diventate di uso comune ed hanno perso il loro carattere offensivo”. Questa l’argomentazione con cui la V sezione Penale della Cassazione ha assolto dall’accusa di ingiuria un consigliere di Giulianova, nel teramese, perché aveva mandato, appunto, affan… il vicesindaco durante un consiglio comunale. Dal mondo della politica, arrivano preoccupate raccomandazioni da parte di chi teme che la sentenza scateni “apocalittiche” ondate di maleducazione, e che ognuno si senta finalmente libero di emanare la propria verbale villania. Il capogruppo dell’Udc alla Camera Luca Volontè, ha definito la sentenza della Cassazione “un altra pessima pagina di giurisprudenza”, e si definisce profondamente offeso “come cittadino italiano, oltre che come genitore”: “affermare che esista l’uso di frasi oscene o a sfondo sessuale favorisce sconsideratamente la diseducazione e il decadimento dei valori civili della nazione”.
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