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SCUDO FISCALE, GUERRA ITALIA-SVIZZERA: ACCUSE A TREMONTI, ROTTI I NEGOZIATI

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(WSI) – Nuovi sviluppi nei già tesi rapporti tra Berna e Roma in merito allo scudo fiscale. Dopo le perquisizioni svolte dalla Guardia di Finanza in 76 filiali italiane di banche elvetiche, il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz ha disposto una prima contromisura: la sospensione dei negoziati in vista della conclusione di un nuovo accordo bilaterale di doppia imposizione.

«L’intesa, dal punto di vista elvetico, è pronta per essere firmata», ha detto Merz in un’intervista al settimanale «SonntagsBlick». «Ma ora le trattative sono congelate fino a nuovo ordine». In Svizzera sarebbero peraltro operativi, in incognito, agenti del fisco italiano alla caccia di presunti evasori e Merz su questo punto è stato fermo: «non accettiamo di farci spiare da stranieri. Dobbiamo mostrare a Roma che ci sono dei limiti». «In queste condizioni, ha proseguito, non si può continuare a negoziare». «Voglio dapprima sapere a che gioco stiamo giocando».

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«Tremonti deve fare i conti con una montagna di debiti, mentre noi siamo riusciti a ridurli di 13 miliardi di franchi». La Svizzera, in questo caso, viene punita per il solo fatto di aver gestito in modo corretto le proprie finanze, ha spiegato Merz. «Non vogliamo un’escalation della situazione, ma ci prepariamo a contromisure. A volte è necessario non chinare il capo davanti alla grandi nazioni».

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(WSI) – Sullo scudo fiscale Berna passa al contrattacco e alza i toni congelando le trattative con l’Italia sull’accordo per la doppia imposizione. Lo ha dichiarato il presidente della Confederazione Hans Rudolf Merz in un’intervista pubblicata dal Sonntagsblick.

Insomma, dopo i blitz nelle filiali di banche svizzere in Italia e l’invio degli agenti del fisco sul suolo ticinese, Berna ha deciso di “affilare le armi”. “Da parte nostra – spiega Merz -, siamo pronti a ratificare l’accordo in questione, ma visto quanto accaduto abbiamo deciso di bloccare il tutto fino a nuovo avviso”.

“Le presunte attività di agenti italiani sul suolo Svizzero per scovare evasori fiscali italiani è inammissibile, inaccettabile. A tutto c’è un limite”, ha sottolineato ancora il ministro delle finanze.

Nell’intervista Merz ha ricordato il suo recente incontro a Instanbul con il ministro dell’economia Giulio Tremonti. Dopo avergli teso la mano, ha offerto la disponibilità della Svizzera a rivedere l’accordo sulla doppia imposizione, facilitando pure lo scambio di informazioni contro l’evasione fiscale. Ma la risposta – ha spiegato Merz – è stata una dichiarazione di guerra: ‘First, I want money’. Lui prima vuole vedere i soldi. Cerca di realizzare così quello che i suoi predecessori hanno sempre cercato invano di fare, rimpatriare in Italia i capitali approdati in Svizzera. Merz non critica l’Italia per le misure contro l’evasione, ma il metodo adottato verso la Svizzera.

“Non accettiamo di essere spiati, dobbiamo far capire a Roma che ci sono limiti; prima di riprendere le trattative voglio capire che gioco stiamo giocando”, ha terminato il presidente della Confederazione.

“Nella situazione in cui ci troviamo è pertanto escluso si possa continuare a negoziare un accordo sulla doppia imposizione tra i due paesi. E’ giunto il momento che si giochi a carte scoperte e che si chiarisca la vicenda prima di ritornare al tavolo delle trattative”, ha osservato il presidente della Confederazione.

La Confederazione ha già stipulato rivedute convenzioni di doppia imposizione secondo gli standard OCSE con 12 paesi, ed è intanto stata stralciata dalla lista “grigia” dei paradisi fiscali. Merz non ha voluto dire quando la trattativa con Roma potrebbe riprendere: “Attendo la reazione del ministro delle finanze e dell’economia italiano Giulio Tremonti”.

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