La scoperta di un giacimento di gas in Iraq alimenta le speranze che l’Unione Europea possa ottenere una certa indipendenza dalle risorse della Russia, da tempo una delle priorita’ economico-politiche del Vecchio Continente.
La scoperta per mano del gruppo britannico di esplorazione petrolifera Heritage Oil e’ avvenuta nella regione curda e – scrive il Wall Street Journal – aumenta la possibilita’ che i paesi europei finiranno per avere successo nell’ottenere l’indipendenza dal Cremlino, anche se restano ancora grandi ostacoli da superare.
Ma il colmo e’ che gli investitori di Heritage sono rimasti delusi: si aspettavano infatti di trovare del petrolio, risorsa molto piu’ preziosa al momento. Tanto che a meta’ seduta mercoledi’ a Londra i titoli del gruppo cedevano infatti in rialzo del 16,5%.
Tuttavia la notizia e’ senza dubbio molto positiva per il consorzio Nabucco – un gruppo di utility europee e societa’ petrolifere (di cui prendono parte in quote ripartite egualmente BEH Bulgarian, Botas, Mol, Mov, Rme e Transgaz) che sperano di costruire un gasdotto che passi attraverso la Turchia e che porterebbe il gas naturale dall’Asia Centrale, l’Iraq e possibilmente l’Iran all’Europa meridionale.
Il progetto della joint venture rivale di South Stream, un consorzio parallelo guidato da Gazprom e Eni, e’ quanto mai ambizioso e ricco di ostacoli: mettere in collegamento le regioni piu’ ricche di gas del pianeta – Caspio, Medioriente ed Egitto – ai mercati al consumo europei. Ma puo’ contare sugli aiuti dell’Unione Europea naturalmente, che ha garantito 10,7 miliardi di dollari di finanziamenti.