Società

Scontri dopo la marcia dei 12 mila indignados a New York

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New York – E’ finita con scontri tra la polizia e alcune centinaia di dimostranti la marcia degli “indignados” che da tre settimane occupano lo Zuccotti Park vicino a Wall Street. Quella che era cominciata pacificamente come una marcia di migliaia di persone (almeno 10mila secondo i dimostranti, fino a 30mila secondo altre stime dei media) si è conclusa con arresti e violenze quando la testa del corteo ha raggiunto la zona transennata intorno alla borsa di New York e alcuni dimostranti hanno tentato di saltare le barriere.

A quel punto la polizia ha circondato i manifestanti del gruppo di testa, tra i quali c’era il regista premio Oscar Michael Moore e l’attore Tim Robbins, senza consentire l’ingresso alla stampa. Testimoni raccontano di avere visto poliziotti usare spray urticante. Gli arresti sono stati decine secondo i testimoni, 18 secondo un post su Twitter di Occupy Wall Street, il gruppo che fa informalmente da portavoce delle proteste. Molti sono ritornati allo Zuccotti Park, base dell’occupazione.

La marcia era cominciata poco dopo alle 17 (ora locale) da Foley Square, una piazza a un chilometro e mezzo a Nord di Wall Street, con il concentramento dei manifestanti (diverse migliaia, secondo i dirigenti di polizia presenti nella piazza, che non hanno fornito cifre esatte) e i discorsi di vari sindacalisti e rappresentanti di sigle note del mondo pacifista e alternativo di New York.

La manifestazione di ieri era infatti il debutto dei sindacati nella protesta di Occupy Wall Street, uno sviluppo che si è visto nell’organizzazione e nello svolgimento del corteo, apparsi di tono diverso rispetto alle proteste più spontaneiste dei giorni scorsi. La folla comprendeva persone di tutte le età, e di orientamenti che andavano dai socialisti con le bandiere “Abolire il capitalismo” fino agli ambientalisti e a normali famiglie con i bambini. Una composizione eterogenea riflessa nei cartelli inalberati dai dimostranti, dalla protesta generica contro i ricchi (“Robin Hood aveva ragione!”) alle richieste ben informate sugli aspetti tecnici della finanza (“Ridateci la legge Glass-Steagall”, la norma del 1933 che vietava la sovrapposizione tra banche d’affari e commerciali).

Gli slogan erano invece soprattutto quelli collaudati nelle proteste delle ultime settimane, su tutti “We are the 99 percent” (Noi siamo il 99 per cento) e “This is what democracy looks like” (Questa è la faccia della democrazia). Un’aggiunta inattesa è arrivata dalla banda di ragazzi che suonava, tra le altre canzoni, “Bella Ciao”.