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(WSI) –
Lo sconcertante errore contenuto nel Prospetto informativo, ovvero di un rapporto prezzo/utili quattro volte inferiore a quello reale, non ha smorzato l’entusiasmo dell’ad di Bialetti, Alberto Piantoni. «Ringraziamo Altroconsumo (che ha denunciato l’episodio, ndr) perché ci ha evitato un errore per il futuro. In realtà – ha poi aggiunto – è un errore poco significativo dal nostro punto di vista perché tutte le valutazioni della società vengono fatte sui progetti».
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Piantoni non avrebbe fatto male a scusarsi nei confronti dei sottoscrittori (che ora hanno la possibilità di revocare la sottoscrizione dei titoli) e del mercato, ma tant’è. Il resto della dichiarazione è, almeno in parte, condivisibile perché i titoli di una società vengono acquistati, più che per la sua storia passata – che ha in ogni caso la sua importanza – soprattutto per quello che ha intenzione di fare e per il reddito che i programmi riusciranno a generare.
Andiamo allora a consultare il famoso Prospetto alla ricerca dei progetti ai quali l’ad della futura matricola si riferiva. Eccoli: fino a 3 milioni di euro per il progetto retail; 500mila euro iniziali per l’acquisizione di una srl in Spagna che commercializzerà i prodotti del gruppo; 2,5 milioni iniziali per la creazione di una società di diritto indiano che svolgerà attività sia produttiva sia commerciale.
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Sono iniziative che inducono a investire nella società? Difficile dirlo. Quali sono i ritorni? In quanto tempo Bialetti conta di rientrare degli investimenti? Qual è la redditività prospettica? E come incideranno sui profitti dei prossimi anni questi investimenti? Mistero. Infatti, si legge sempre nel Prospetto, «in conformità alle applicabili disposizioni del Regolamento Consob 11971, la società ha scelto di non fornire previsioni o stime degli utili».
Chiaro, no? Piantoni chiede agli investitori di dimenticare l’imbarazzante p/e (fino a 74 volte gli utili) con il quale si presenta a battere cassa presso gli investitori, nel nome dei progetti futuri di Bialetti. Poi, sfruttando il regolamento, fa calare una cortina di nebbia su queste informazioni. Complimenti vivissimi, e complimenti vivissimi anche al responsabile del collocamento e sponsor, il gruppo Unicredit, che porta in Piazza Affari roba del genere con un costo per Bialetti non irrilevante (tenuto conto che la società nel 2006 ha avuto 2,6 milioni di utile) di 2 milioni di euro.
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