(WSI) –La price action recente nel mercato FX indica che gli investitori hanno una netta propensione a vendere USD. Chi li può biasimare? La maggior parte delle uscite macroeconomiche mostrano una debolezza prolungata nell’economia USA, la Fed rimane con il suo outlook “insolitamente incerto” e il greenback rimane indietro rispetto al ciclo di rialzi di tassi avviatisi in altre parti del mondo (pure in Canada, che solitamente ha un’economia strettamente legata a quella degli USA).
Nonostante un report leggermente migliore delle attese sui Jobless Claims ieri, il dollaro ha di fatto perso terreno contro le major e abbiamo visto un nuovo minimo da 2 mesi a questa parte contro l’euro, un minimo da 5 mesi a questa parte contro la Sterlina e un minimo da 6 mesi a questa parte contro il franco svizzero.
Oggi possiamo forse aspettarci ulteriore debolezza del dollaro visto che le uscite macroeconomiche di oggi non dovrebbero esaltare. Oggi esce il Pil 2° trimestre, il Chicago PMI e l’indice di fiducia del Michigan. La crescita economica dovrebbe moderare lievemente e quindi mancare anche se di poco le attese del mercato (attualmente ad un +2,5%).
Il secondo trimestre è stato particolarmente difficile per i consumatori, visto che le spese per consumi sono scese 2 mesi di fila. Ricordiamo che più del 70% del Pil USA è basato sulla spesa per consumi e quindi le vendite al dettaglio bruttine sono un chiaro indicatore delle difficoltà che il Pil avrà. Allo stesso tempo, a Maggio il deficit della bilancia commerciale ha raggiunto il massimo da 18 mesi a questa parte.
Tutto questo ci fa pensare che il Pil di oggi incrementerà la pressione sul greenback. Ricordiamo anche le parole recenti del membro della Fed, Bullard, che dice “il rischio è che gli USA cadano in una sorta di ambiente deflazionario in stile Giappone nei prossimi anni”.
Oggi occhio anche ai flussi di portfolio manager di fine mese, che dovranno ribilanciare le proprie esposizioni. Passando all’euro, siamo finalmente riusciti a sostenere 1,3000 sulla base di un tasso di disoccupazione in calo al 7,6% e condizioni lievemente migliori dall’economia trainante dell’area euro, la Germania. Sorprendentemente la spesa per consumi si mantiene stabilmente in crescita.
La sterlina pure ha proseguito nel rafforzamento contro il dollaro nonostante il mercato immobiliare non sia al top della forma. La settimana ventura avrà tanti dati macro UK quindi occhio ad un cable in possibile rotta verso 1,58. La price action dello Yen, infine, mostra un quadro titubante tra gli investitori, che non stanno agendo in chiara modalità “risk-on/risk-off”, bensì in modalità “sicurezza solo quando serve”.
I rialzi nei tassi di interesse in alcuni paesi sta complicando il quadro e quindi lo Yen potrebbe anche comportarsi per qualche giorno in base ai fondamentali propri: vendite al dettaglio a rialzo continuo da gennaio sostenuti da stimoli governativi che non spariranno fino a settembre, esportazioni comunque sostenute e quindi un po’ di fiducia anche a oriente.
Finalmente l’euro ha deciso di spostarsi dalla situazione di stabilità grafica fornendoci occasione di poter vedere qualche nuovo spunto interessante per quest’ultima giornata di trading della settimana.
Dopo quattro giorni di lateralità e grande incertezza, nei pressi di 1.30 figura, i prezzi hanno subito un’accelerazione a rialzo ieri mattina con il superamento di 1.3030-1.3040 ed il raggiungimento del massimo dello scorso maggio a 1.3105.
Questo conferma il primo obiettivo di medio-lungo periodo (ricorderete il 38.2% di ritracciamento di Fibonacci del movimento compreso fra 1.5140 e 1.1880 di cui parliamo da tempo) aprendo le porte, ovviamente con un movimento di conferma rialzista oltre il massimo di ieri, sino al successivo obiettivo di 1.35 figura.
Questo scenario positivo per l’euro si fonda sulla tenuta del supporto dinamico passante oggi nei pressi di 1.2950. Osservando un grafico più nel breve, un dieci minuti per esempio, possiamo vedere come il re-test, nella notte, di 1.3040 possa mettere in condizione i prezzi di giungere proprio sul massimo di ieri.
La ripresa dell’euro corrisponde ad un indebolimento del tasso di cambio UsdJpy. Successivamente al test del massimo, due giorni fa, a 88.05 la tendenza di discesa ha condotto i prezzi verso la parte bassa del canale indicato da qualche giorno. 86.30 risulterà anche le prossime ore il supporto da oltrepassare per andare a completare la discesa verso il minimo storico relativo di 84.90. Nel breve possiamo trovare una resistenza alla salita a 87 figura e 87.20.
La discesa di UsdJpy ha condotto il cambio EurJpy oltre il supporto chiave di 113.30. I prezzi non si sono allontanati troppo per cui consideriamo ancora questo come livello di svolta e ripresa della tendenza rialzista. 112.30 è il supporto di giornata.
Anche il dollaro australiano, al pari della moneta unica, ha mostrato un movimento di ripresa nei confronti del biglietto verde. Per cercare di approfittare di questo movimento di ripresa del cambio vediamo come molto interessante i livello di supporto di 0.8970. 70 punti al di sopra invece troviamo la resistenza di giornata (0.9040).
Il cable dopo lo strappo rialzista da inizio settimana ha trovato una zona di equilibrio vicino ai massimi di 1.5660. Non manca molto all’obiettivo di 1.5750-1.58 da cui poi ci si potrebbe attendere una ripresa parziale del dollaro.
Niente da fare per il cambio GbpJpy. L’illusione di una ripresa più strutturale è stata allontanata dal ritorno dei prezzi all’interno dei livelli noti da qualche settimana. Ricordiamo che il range mantenuto dal cambio da inizio giungo andava da 130.50 sino a 135.90: probabilmente questi livelli avranno ancora un’importanza per le prossime evoluzioni.
Concludiamo con il cambio EurChf, dove 1.3750-1.38 ha dimostrato di poter essere il punto di svolta, la tenuta successivamente al primo tentativo di rottura. Consideriamo questo come importante livello di resistenza del movimento di ripresa della moneta unica, guidato dalla trendline che per i prossimi giorni fornisce un supporto a 1.3440.
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