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Scandalo Imu: anche chi è esente dovrà versare l’acconto

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Roma – Nuove complicazioni in vista per l’Imu. Anche nei Comuni più generosi, che hanno già deliberato per la prima casa un’aliquota più favorevole rispetto al 4 per mille, o addirittura l’esenzione, si dovrà pagare l’acconto a giugno con quest’aliquota, salvo il conguaglio con eventuale rimborso di fine anno.

Nessuno sconto dunque, almeno stando alle attuali norme contenute nel decreto fiscale licenziato ieri definitivamente dal Senato, neanche in quei Comuni che hanno deciso di venire incontro ai cittadini scontando la tassa sulla casa di abitazione. “E’ un pasticcio, per come è scritta la norma sull’Imu si può arrivare a questa conclusione assurda”, dice all’ANSA Maurizio Leo (Pdl), presidente della Commissione parlamentare per l’Anagrafe tributaria, e cioé che anche dove l’Imu è più bassa o addirittura nulla bisognerà pagare il 4 per mille.

La questione riguarda i Comuni che hanno già deciso di agevolare i cittadini con un’aliquota sulla prima casa al 2 per mille. Calcolando la detrazione di 200 euro, che aumenta di 50 euro per ogni figlio, a giugno (con la norma inserita nel dl fiscale che impone di pagare con le aliquote di base e dunque applicando il 4 per mille) si pagherebbe più del previsto e addirittura, in alcuni casi, si arriverebbe a pagare quando invece con l’aliquota del Comune l’Imu sarebbe pari a ‘zero’.

Il problema era stato sollevato nel corso dei lavori parlamentari al dl fiscale, e per questo c’era stata anche una sospensione per fare le dovute verifiche con il ministero dell’Economia. Senza però trovare una soluzione. Secondo quanto si apprende, il Tesoro vorrebbe risolvere la questione in via interpretativa, e quindi con un atto amministrativo.

“Ma questo non basta – dice Leo del Pdl, che aveva sollevato la questione alla Commissione Finanze di Montecitorio, assieme al collega Isidoro Gottardo (Pdl) -, serve una norma di legge”. Il caso riguarda già diversi Comuni, per esempio Sacile (Pordenone), come evidenziato da Gottardo:

“Il criterio fissato nel decreto fiscale porterebbe contribuenti che diventano esenti ad essere obbligati a versare per poi avere la restituzione, con modalità per altro non previste”. Per restare in Friuli, aliquote più generose per la prima casa sono state decise anche a Trieste (3,9 per mille). Al 2 per mille, per fare alcuni esempi, è la casa di abitazione anche a Polistena (Reggio Calabria) e Acquaformosa (Cosenza). A Pontivrea (Savona) e Peschiera del Garda (Verona) è stata addirittura decisa l’esenzione per la casa di abitazione.