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Scandalo Finmeccanica: spunta mega tangente su Panama

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Roma – Oltre alla Procura di Napoli e Roma, a sospettare di tangenti internazionali pagate da Finmeccanica, ci sono anche i giornalisti panamensi: ieri il quotidiano La Estrella ha scoperto che nei conti della commessa da 333 milioni di dollari – quella per l’acquisto panamense di 19 radar e 6 elicotteri – c’è una “discrepanza” di ben 81 milioni. I conti non tornano, scrive il quotidiano, e proprio quegli 81 milioni di differenza possono nascondere la mazzetta che imbarazza il presidente Ricardo Martinelli.

Imbarazzo doppio, considerato che a Panama s’è rifugiato Valter Lavitola, latitante ormai da mesi, dopo la richiesta d’arresto (per un altro reato: aver istigato Gianpi Tarantini a mentire, nel procedimento barese sulle escort, per tutelare Silvio Berlusconi). E sempre ieri, proprio su Lavitola, l’ex ministro degli Esteri panamense, Juan Carlo Varela, ha rivelato un altro importante scenario: “Mi sono rifiutato in tre occasioni – ha dichiarato al quotidiano La Prensa – di nominare Lavitola console onorario di Panama a Roma”. Un rifiuto che Varela avrebbe opposto non soltanto al suo presidente, Riccardo Martinelli, ma anche al nostro ex ministro degli Esteri, Franco Frattini: “L’ultima volta – continua Varela – mi sono opposto quando sono stato a Roma, per la beatificazione di Giovanni Paolo II, e l’ho comunicato sia a Martinelli, sia a Frattini”.

Dichiarazioni che confermano la stretta vicinanza di Lavitola con il governo panamense, oltre che il governo italiano e aumentano l’imbarazzo di Martinelli per le sospette tangenti sulle commesse di Finmeccanica, chiuse proprio per mezzo di Lavitola che, per il colosso dell’industria italiana era stato assunto come consulente. I conti dell’operazione, però, adesso non tornano più. Ed è proprio un ministro in carica a dichiararlo: “Non è escluso – ha detto Frank De Lima – che qualcuno abbia commesso un errore nel cambio di moneta. La transazione è di 185 milioni di euro, pari a 252 milioni di dollari”. Fino a poco fa, la cifra ufficiale era di 333 milioni. E non si tratta dell’unica cifra a insospettire i panamensi.

Due settimane fa, il deputato panamense Jorge Alberto Rosas, ha scoperto una netta differenza nei costi, per gli stessi radar, rispetto a Turchia e Yemen: “Ci sono significative differenze tra i prezzi dei radar acquistati dalla Turchia e dallo Yemen: 25 milioni per la Turchia, secondo il comunicato stampa di Selex, per 24 radar Lyra 50. E 20 milioni di euro, per 12 Lyra 50, in Yemen”. A quanto pare, per Panama, non è stato un grosso affare: “La Repubblica di Panama – conclude Rosas – ha acquistato 19 Lyra 50 per 90 milioni di euro. Abbiamo richiesto che il ministro della Sicurezza nazionale spieghi le ragioni di una tale discrepanza nei prezzi”. E anche il Partito rivoluzionario democratico (Prd), che siede nei banchi dell’opposizione, ora chiede un’inchiesta d’ufficio. La commessa di Finmeccanica, chiusa per il tramite di Lavitola, sta mettendo in fibrillazione l’intera politica panamense.

E il governo del premier Martinelli si difende: il ministro del Territorio, Jose Domingo Arias, ieri ha dichiarato che “sul contratto firmato a Panama non ci sono indizi di corruzione”. Lo scontro più duro, però, è quello tra Martinelli e Juan Carlos Varela, che prima di essere destituito il 30 agosto dal suo incarico di ministro degli Esteri, era uno stretto alleato del presidente panamense. Ieri ha dichiarato di essersi opposto alla nomina di Lavitola, come console onorario di Panama a Roma, ma due giorni fa è andato oltre: ha chiesto la cancellazione del contratto con Finmeccanica. E ha invitato la Procura a indagare su una presunta lesione patrimoniale. Martinelli ha replicato su twitter. Con una dichiarazione velenosa: Varela in occasione della firma era al mio fianco. E Varela ha puntualmente negato.

Se non bastasse, i panamensi stanno scoprendo soltanto ora quanto siano stretti i legami tra Martinelli e Lavitola, visto che i giornalisti di Tvn Noticias, proprio in questi giorni, hanno annunciato di aver visionato alcuni messaggi di posta elettronica, che confermano lo stretto legame tra i due. Non solo. Tvn Noticias ha rivelato che Lavitola, a Panama, usufruisce dei servizi di un autista ben noto al governo: Dioniso Mendieta, agente del servizio di Protezione istituzionale, che gli sarebbe stato assegnato direttamente dal segretario privato del Presidente, Adolfo de Obarrio.

E se a Panama il clima si surriscalda, in Italia, le cose non vanno meglio: Manlio Fiore e Marco Iannilli, arrestati il 19 novembre per l’inchiesta sugli appalti Enav, restano nel carcere di Regina Coeli. Il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta avanzata dai loro difensori di essere scarcerati o di ottenere i domiciliari. È stato proprio Iannilli, in più occasioni, a spiegare che non soltanto Fin-meccanica condizionava le nomine dei componenti del cda di Enav, attraverso l’ex direttore centrale Lorenzo Borgogni, ma una serie di lavori affidati alla Selex – società del gruppo Finmeccanica – non furono eseguiti, ma pagati con una falsa fatturazione pari a 800 mila euro.

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