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(WSI) – Interrogato a Milano il 13 luglio come testimone, Claudio Clemente, responsabile del servizio vigilanza di Bankitalia sugli enti creditizi, spiega come e perché ha detto no al suo capo (indagato) Frasca. «La mattina dell’11 luglio 2005 — dichiara Clemente — Frasca mi consegna i talloncini con gli appunti del Governatore e i pareri dei legali. Mi viene chiesto di predisporre una lettera autorizzativa… …Ho incaricato De Polis, di una divisione diversa. Sottolineo che nel provvedimento che mi viene mostrato, nessuno del servizio, neanche Frasca, ha posto alcuna sigla. L’autorizzazione è stata firmata unicamente dal Governatore o comunque nessuno della struttura di vigilanza l’ha fatta propria: sarebbe stato incoerente ed illogico rispetto anche all’appunto dell’11 luglio, che era ancora negativo. Mi sono estraniato del tutto dalla redazione della lettera, sono tornato a lavorare sullo stampato alle ore 23 circa.
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Io ho consegnato la lettera a Frasca, che mi ha chiesto di andare a consegnarla al Governatore, perché non voleva andare lui. Io gli ho motivato il mio diniego perché la consegna da parte mia sarebbe stata contraddittoria con la mia linea… … Sono uscito dalla banca subito dopo la mezzanotte con il dottor Frasca, ero molto provato: non abbiamo parlato dei fatti, ci sarà stata qualche frase,masolo di scoraggiamento. Torno a precisare che quando Frasca mi ha chiesto di preparare la lettera di autorizzazione, mi sono trovato in un «vicolo cieco», perché la struttura che fa capo a me è l’unica deputata a procedere, ma non volevo assumermene la paternità né personalmente né come capo della struttura».
La «voragine» della Bpi
Il parere negativo dell’ispettore Clemente si fonda sulla scoperta che applicando i nuovi e più severi standard europei per i bilanci, dal patrimonio di Bpi (già Lodi) rischiano di mancare circa due miliardi di euro. «Con l’entrata in vigore degli Ias —si legge nel documento —il patto parasociale con gli altri soggetti coinvolti nel concerto ha effetti patrimoniali significativi che graveranno il 31.12.2005, con l’obbligo di riacquisto in capo a Bpi per un controvalore pari a 800 milioni di euro che potrebbe aumentare fino a 1,4 miliardi. Inoltre Bpi a fine anno dovrà coprire gli effetti delle opzioni put concesse sia a fondazioni azioniste delle ex Casse di risparmio acquisite (Lucca, Pisa, Livorno e Caripe) sia nel 2003 a Deutsche Bank. La diminuzione del patrimonio di vigilanza è valutabile in circa 495 milioni al 31.12.2005 e in ulteriori 231 milioni nel 2006; ovvero in circa 120 milioni di euro nel 2005 cui si aggiungerebbe una rata di 306 milioni nel 2006».
In un’intercettazione «molto rilevante» del 23 luglio, anche il capo della vigilanza di Bankitalia, Francesco Frasca, conferma che la banca di Fiorani (Bpi) a questo punto potrebbe correre grossi rischi: «Il funzionario Marino dice a Frasca che le notizie dicono che Abn abbia rinunciato (all’Opa). Non essendoci più il paracadute Abn, se loro fossero costretti a revocare l’Opa, sarebbe un problema patrimoniale mica da ridere per la Lodi».
«Nove ore per scrivere il sì»
Verbale di Stefano De Polis (Bankitalia). «Per l’autorizzazione, ho fatto un copia e incolla fino al paragrafo 3, copiando integralmente dalla lettera di diniego già predisposta. La parte che ho redatto in prima persona è il paragrafo 4, che è stato estrapolato dai pareri di Merusi, Gambino e Ferro Luzi. Voglio precisare che in alcuni aspetti i pareri erano in contraddizione tra loro. Quanto all’articolo 53, ho tenuto conto delle indicazioni di Frasca. Per Clemente e Castaldi non c’erano i presupposti, ma la loro linea era avversata dai vertici»…. …«Ricordo la riunione di sabato: Frasca ha informato me e Clemente che il Governatore aveva esaminato le conclusioni dell’istruttoria e che l’avrebbero restituita unitamente agli altri pareri legali da cui emergeva la possibilità di giungere all’autorizzazione.
Lunedì pomeriggio ho ricevuto i tre pareri, ho lavorato dalle 15 alle 23.30 circa. A un certo punto Frasca mi ha chiesto una copia che ha trasmesso agli studi Merusi e Gambino. Merusi ha suggerito una modifica della motivazione sulla situazione patrimoniale prospettiva. Frasca è venuto con una correzione a matita sull’originale. Ho assistito a una telefonata a Gambino che in viva voce gli suggeriva modifiche sull’art. 19, recepite integralmente. Alle 23 circa Perassi mi ha suggerito un’ulteriore piccola modifica che a suo dire proveniva direttamente dal governatore. L’intervento del governatore era su un termine specifico con valenza negativa, un termine come ad esempio anomalia».
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