(WSI) – Pubblichiamo, per gentile concessione de Il Sole-24 Ore, il testo delle intercettazioni che
hanno indotto la Procura della Repubblica di Milano a
disporre un decreto di sequestro preventivo delle azioni
azioni ordinarie AntonVeneta di proprietà o nella disponibilità
di una serie di protagonisti dell’inchiesta.
L’indagine è partita alla fine di aprile del 2005 a seguito
di una denuncia presentata da un legale nell’interesse di
Abn-Amro. E un contributo particolarmente rilevante per
la ricostruzione del quadro delle complesse operazioni che
hanno caratterizzato la vicenda AntonVeneta è venuto
dall’uso delle intercettazioni telefoniche. La possibilità di
utilizzare questo strumento è legata al recepimento nel
nostro ordinamento delle regole europee sul market abuse
avvenuto con la legge 62/2005 (la legge Comunitaria).
Le disposizioni introdotte dalla Comunitaria prevedono,
infatti, un massimo di sei anni di reclusione per una serie
di reati previsti dal Tuf. Misura che ha aperto la strada
alle intercettazioni. La nuova disposizione, inoltre, ha carattere
processuale: da qui la sua applicabilità immediata.
Lo strumento, secondo la Procura, si è rivelato di grande
efficacia perchè ha permesso di precisare le circostanze di
una serie di episodi di insider trading e manipolazione del
mercato già verificatisi e di cogliere altri episodi proprio
mentre si stavano svolgendo.
Le intercettazioni sono state attivate in data 24 giugno 2005 (su utenze di Fiorani e Gnutti), in un momento in cui si incrociano molteplici eventi, tutti di rilievo, che hanno richiesto un frenetico contatto tra i soggetti coinvolti, persone distanti l’una dall’altra, con la necessità di spostarsi continuamente sul territorio per incontrare esponenti bancari e finanziari, per mettere a punto operazioni contrattuali di notevole complessità (si tenga conto che la capitalizzazione di AntonVeneta è di gran lunga superiore rispetto a quella di Bpi); frequenti sono stati, poi, i contatti e le convocazioni delle autorità di vigilanza.
Pertanto, attraverso le intercettazioni, sono state acquisite le chiavi di lettura e i riscontri della complessa attività investigativa, costituita per lo più dall’acquisizione di documenti inerenti i fatti.
Sin dalle prime conversazioni telefoniche intercettate, è apparso che Fiorani e Gnutti erano impegnati su più fronti: la scalata su AntonVeneta, in principalità, ma anche quella su Bnl.
Emerge che i due sono sicuramente gli artefici degli affari in corso e Boni Gianfranco è indiscutibilmente “il braccio destro” di Fiorani.
Costanti sono i rapporti tra gli indagati; e, in particolare, risulta dall’intercettazione di una conference call, che ha avuto luogo il 15 luglio 2005, alle ore 15.11, l’esistenza di accordi riservati in ordine a entrambe le scalate bancarie. In particolare si evince dalla sintesi del brogliaccio:
…Gnutti chiama anche Stefano [Ricucci], Lonati Ettore, Moreschi e altri, manca solo Conforte (Consorte). Parlano di Unipol e della riservatezza di questa riunione. Gnutti manifesta l’intenzione di Unipol banca di lanciare un’Opa volontaria su Bnl e insieme ad altre istituzioni finanziarie… cade la linea con Stefano… Parlano di un patto parasociale che è stato modificato e che Fiorani non ha ancora firmato, anche Gnutti se non fosse stato modificato non lo avrebbe firmato. Parlano della relazione della Consob dove si è parlato di Rcs e AntonVeneta. Gnutti riprende il discorso dell’Opa su Bnl. A loro, dice Gnutti, è stato proposto di entrare nel patto parasociale con l’acquisto del 4,99% di Bnl, prevede una call per trenta giorni a loro favore nel caso non raggiungessero il 51% con l’Opa. L’amico di Unipol di Gnutti non vuole pagargli tale call perché salterebbe il prezzo dell’Opa. Gli altri partner del patto sarebbero Deutsche Bank, Popolare di Lodi, Popolare dell’Emilia, Credit Swiss, Dresdner e altre cooperative. Gnutti propone la cosa con il suo parere favorevole anche se per loro è un bell’impegno visto che servono 408 milioni di euro, hanno la finanza sufficiente per gli acquisti. Gnutti dice che hanno la certezza che Unipol ha trovato la finanza per l’operazione. I soggetti sono tutti d’accordo per fare l’operazione. Gnutti fa un discorso con Stefano dicendo che in merito a un sindacato fatto per AntonVeneta i soggetti avevano sottolineato che il diniego a non procedere in quell’operazione era dovuto a un fattore politico più che economico, ma si erano lasciati con la promessa che quando fosse tutto finito ne avrebbero riparlato, si sarebbero ritrovati per far acquisire ad Hopa un 5%. Gnutti farà circolare un pezzo di carta dove ribadirà questo, gli interlocutori sono d’accordo anche se non si tratta di una delibera.
Immediatamente dopo, alle ore 15.29 Fiorani contatta Gnutti, e, questi, dal tono molto soddisfatto, chiede:
“Hai visto come l’ho venduta?”
ricevendo dall’interlocutore la seguente risposta:
“Ehhh… sei stato bravissimo eh ahh (rumori di fondo: due parole inc.li)… bene, anche perché tu hai messo praticamente in diffic…hai messo giustamente…nelle condizioni anche di difficoltà…tutti gli altri…Oeh ragazzi qui c’era un impegno personal (interrotto)”.
Si riportano integralmente alcuni passaggi della conversazione: (Interlocutori E: Emilio Gnutti, F: Fiorani)
E: No no, ma quello là hai visto com’era convinto!
F: Sì sì sì sì ho visto! ho visto! ho visto!
E: Adesso gli ho fatto preparare una paginetta…
F: Certo!
E:…che, senza impegno, la delego in firma tra me e te…
F: Esatto.
E:…e la…la tiene l’avvocato!
F: Ma certo! Gamno è d’accordo di far così? sì?!
E: Eh… adesso Gamno lo vedo alle sei!
F: Ecco, appunto!
E: Ma io non prendo la delibera!
F: No no lo so, lo so, lo so! No ma sai cos’è!?Anche il fatto che uno poi possa parlare di quelle che [se eran di oggi, che poi possan dire: “Sì, è vero, me l’ha detto!”], cioè l’importante è capire quello…
E: Ma no, ma io ho detto che era fuori il verbale eh!?
F: Sì, sì sì…no è importante! No tu dopo comunque fallo vedere per sicurezza a Gamno e non sbagli!…
E: Sì sì sì
F: Comunque l’hai fatta benissimo…è venuta poi benissimo e tra l’altro l’hai fatta ‘na meraviglia, dal punto di vista anche di come l’hai…l’hai spesa no!? È stata perfetta guarda, davvero!
Il 22 giugno 2005 il Tar del Lazio, sul ricorso presentato da Abn Amro contro le autorizzazioni concesse alla Popolare Lodi (fino a salire al 29,9% nel capitale dell’istituto di Padova), aveva richiesto alla Banca d’Italia il deposito di ulteriori documenti (entro il 2 luglio 2005).
Fiorani, non appena informato dal suo legale, del provvedimento assunto dal Tar, contatta (ore 18.56 del 24 giugno 2005) tale Cristina, poi identificata in Cristina Rosati, moglie del Governatore della Banca d’Italia. I due parlano delle divergenze di vedute che esistono tra lo stesso Fiorani e tale Gigi (anche appellato Don Gigi e successivamente identificato dalla G. di F.) in merito all’evolversi della situazione. Alla fine, la signora Fazio e Fiorani stabiliscono le modalità di un appuntamento telefonico tra quest’ultimo e il Governatore.
Poco dopo (ore 20.13), Fiorani contatta Gnutti, per ragguagliarlo della situazione. Si capisce che ha parlato con il Governatore; risulta, poi, che Gennaro (identificato in D’Amico Gennaro, dirigente Bpl, già funzionario della Banca d’Italia) è “l’uomo di Bpl presso la Banca d’Italia”: è lui che tiene i rapporti con Frasca Francesco (responsabile della Vigilanza in Banca d’Italia) e con i funzionari dei servizi della Vigilanza. D’Amico fornisce indicazioni a Fiorani su come dovrà muoversi e lo aggiorna degli “umori” che riesce a percepire. Con telefonata del 27 giugno 2005, ore 21.40 Fiorani parla, prima alla Signora Fazio, poi al Governatore della “ostilità” manifestata, nei suoi confronti, dalla Consob, che – a suo dire – farebbe ostruzionismo.
In ogni caso:
Il 28 giugno 2005 la Consob autorizza Bpl alla pubblicazione dell’offerta pubblica di acquisto e scambio sulla totalità delle azioni AntonVeneta.
A questo punto, l’attenzione di Fiorani e degli altri si concentra – si potrebbe dire unicamente – sull’autorizzazione di competenza di Banca d’Italia. Il Tub sottopone a preventiva autorizzazione della Banca d’Italia l’acquisto di determinate quote di partecipazione nel capitale delle banche o comunque l’acquisto di partecipazioni che comportino il controllo delle stesse.
I criteri per il rilascio dell’autorizzazione sono fissati dagli articoli 19 e 53 Tub:
– l’articolo 19 Tub richiede la sussistenza di condizioni atte a garantire una gestione sana e prudente della banca;
– l’articolo 53 Tub richiede la sussistenza di adeguati coefficienti patrimoniali.
Precipua necessità di Bpl era quella di mantenere il c.d. patrimonio di vigilanza nei limiti richiesti dalle norme in materia.
All’uopo, sono state ideate e realizzate varie operazioni finanziarie, da segnalarsi, oltre che alla Banca d’Italia e da diffondersi al mercato, come da comunicato del 1° luglio 2005.
In particolare, nel suddetto comunicato, si dà atto che il consolidamento della struttura patrimoniale al 30 giugno 2005 è stato conseguito attraverso una serie di operazioni… tra le quali rientra la cessione avvenuta in più tranches di quote di minoranza e comunque tali da consentire al gruppo Banca popolare italiana di mantenere il controllo di diritto delle società partecipate, per un ammontare complessivo pari a oltre 1 miliardo di euro. Le operazioni, regolate contabilmente in linea con i valori di carico a bilancio delle cedenti, e pertanto senza comportare significativi utili o perdite a conto economico, sono state realizzate attraverso la stipulazione di contratti con primarie istituzioni finanziarie internazionali e si sono concretizzate con la cessione di partecipazioni di minoranza delle seguenti società… Efibanca, Banca Popolare di Cremona, Bpl Ducato, Bpl Network, Banca Popolare di Crema, Bpl Immobili Strumentali, Bpl Real estate, Cassa di risparmio di Lucca, Cassa di risparmio di Pisa, Cassa di risparmio di Livorno e Cassa di risparmio di Bolzano. Le operazioni di cessione si inseriscono in un disegno strategico di ricerca di partner istituzionali che possano apportare risorse di capitale, commerciali e di know how. Al fine di consentire, comunque nel tempo, a Banca Popolare Italiana di valutare il gradimento sui futuri partner, si è ritenuto opportuno stipulare contratti di opzione call sulle partecipazioni oggetto di cessione.
Allo stato delle indagini, particolare rilievo assume proprio la cessione di minorities, in quanto dalle intercettazioni telefoniche e dalla lettura della documentazione (specialmente quella acquisita con sequestro presso Banca d’Italia), emerge, inconfutabilmente, che controparte di Bpl è, rispetto ad alcune cessioni, lo stesso Gnutti, per il tramite di società a lui riferibili; e si tratta di operazioni del tutto artificiose, costruite personalmente dai due, con la struttura direttamente riconducibile a Boni. Ne è un chiarissimo esempio il contratto Bpl – Earchimede Spa, che è stato sottoposto a sequestro presso la Banca d’Italia.
Earchimede, è società pacificamente riferibile a Gnutti. È affidata Bpl.
Le modalità di conclusione del contratto si ricavono dalle telefonate di seguito riportate per brani.
In data 28 giugno 2005 alle ore 11.41, Fiorani riceve una telefonata da Gnutti il quale gli chiede “Tu vieni giù oggi … io verrei giù così mettiamo a posto anche … Anche il ricorso li delle carte per Earchimede …” e fissano di incontrarsi per le quattro e mezza, cinque meno un quarto …
Fiorani a sua volta aggiunge ” … abbiamo messo a punto tutte le cose che servivano, per cui dovevano essere abbastanza a posto con tutto, e adesso … grazie a te fondamentalmente anzi esclusivamente grazie a te, allora vediamo …”.
Poco dopo, alle ore 13.11, Fiorani chiama Savaré Attilio (direttore dell’amministrazione centrale di Bpl); nel corso della conversazione Fiorani riferisce al suo interlocutore che si deve recare a Brescia “a parlare con questo di Earchimede” e a tal proposito aggiunge testualmente: “Ma devo portargli delle carte? Cosa gli porto io? Perché devo portargli delle carte? Adesso io chiamo Belloni e faccio predisporre da lui tutte le carte che riguardano il fido … Eeee poi però per le partecipazioni dovresti prepararmi o tu o Roberto un elenco di queste partecipazioni … E poi una bozza di lettera (alcune parole rivolte al suo autista al quale chiede di fermarsi un secondo) una bozza di lettera che è un lettera fondamentale con la quale mettiamo in evidenza che cosa? Che … aaa mettiamo in evidenza che cosa? Il fatto di avere la sicurezza che dal punto di vista della della sua adesione c’è una sua risposta per esempio all’adesione che … incomprens … gli ha offerto capisci?”.
A tale richiesta l’interlocutore risponde: “Una sorta di scambio lettera insomma … Io scrivo e loro mi rispondono”.
Alle ore 18.05 Fiorani contatta tale Giovanni, e dopo averlo salutato gli dice “sono qua davanti a Chicco (Gnutti Ndr) allora” riceve dall’interlocutore la seguente affermazione “… pronto tutto … e ti sta mandando Roberto il … il fax di tutto quanto!”.
Fiorani a sua volta chiede: “bravissimo! Quindi riepiloghiamoci … c’è una bozza del contratto … nel quale ci sono le vostre partecipazioni …”.
Sono significativi anche ulteriori passaggi della conversazione:
F: Bravissimo! Quindi riepiloghiamoci … c’è una bozza del contratto … nel quale ci sono le vostre partecipazioni …
G: Esatto …
F: … poi c’è l’elenco …
G: … una lettera di intenti …
F: … intenti … bravissimo …
G: … che è quella che aveva dato (fon) a metà giugno … e poi la presentazione che facemmo a … a maggio … quella che illustrava la partnership tra … noi e Earchimede.
F: Bene! Però ascoltami … nella lettera di intenti cosa abbiam scritto … che di fatto questa è una vendita pura no … ne più ne meno? Giusto?
G: Sì … sì … sì … vendita pura … ma con il fatto che siamo vicini nel … nello sviluppo delle … del business delle partecipazioni …
F: Sì …
G: … e che poi potremmo … studiare sinergie in particolare tra Efibanca e Earchimede per …
F: Bravissimo …
G: … lo sviluppo industriale … e quant’altro … proprio per cogliere … le possibilità di business che man mano si presentano …
F: Bravissimo … bravissimo … molto bene.
G: … è impostata in questo modo.
Giovanni, dopo avere concordato con il Fiorani di presentarsi domani mattina in banca e parlare con Facchinetti [amministratore delegato di Earchimede], chiede come devono comportarsi in relazione all’affidamento.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto occorre evidenziare che Fiorani dice a Giovanni di parlare con Belloni: “dicendo guarda … modifica l’importo e fallo anziché di 80 milioni … fallo di 100 milioni … … tre mesi … Euribor +0,50 …”.
A tale affermazione però il Giovanni lo interrompe affermando che il Belloni, lì presente insieme a lui, “Sta sta verificando … i limiti … di patrimoniale … sull’operazione …”, circostanza che evidenzia come Belloni nutra delle perplessità sull’operazione stessa; e, quando Giovanni mette in contatto Fiorani con Belloni, quest’ultimo, a seguito di specifica domanda “qual è il problema?” risponde testualmente “Guarda che … eh il problema è che … come limiti patrimoniali di gruppo … ieri sera … avevan tenuto calcolo solo dei limiti individuali … sono … è inferiore … adesso stiamo facendo i conti perché ho fatto stornare la delibera quella di ieri sera … che … se va in porto … lo mettiamo giù il 1° luglio …”.
Fiorani si innervosisce con il suo collaboratore perché non si trovano d’accordo sulla posizione di rischio della società Earchimede all’interno del Gruppo di riferimento. Si riportano i passaggi salienti di questa parte della conversazione:
In data 29 giugno 2005 alle ore 08.08 Emilio Gnutti contatta Fiorani commentano soddisfatti l’attività che hanno posto in essere la sera precedente “… è venuto bellissimo, poi vedrai che è venuto bellissimo … se l’avessimo fatta apposta non … non si riusciva … non si riusciva veramente …”.
I due interlocutori concludono la conversazione trovandosi d’accordo nel fatto che Fiorani debba chiamare Gianni, riferirgli sia dell’incontro in Consob che delle operazioni che devono porre in essere relativamente alla società Earchimede.
A tal proposito Fiorani riferisce testualmente: “…gli dico così, gli dico la verità… eravamo io e te ieri, abbiamo definito un passaggio che il Fondo Earchimede deve fare, perché lui deve un acquisto di partecipazioni strategiche, interessanti, cose che da tempo doveva fare quindi viene deliberata oggi l’operazione… se loro van giù, diam disposizioni ai loro esponenti… ti pare? Così la cosa migliore è questa qua… e dopo che l’ho chiamato ti faccio un fischio magari…”.
Nel pomeriggio, alle ore 15.10, Fiorani contatta Consorte Giovanni. Nel corso della conversazione a un certo punto fanno riferimento a un consiglio di amministrazione della società Earchimede, durante il quale dovranno deliberare “un acquisto di partecipazioni nostre che sono Ducato”.
Fiorani sottolinea al suo interlocutore l’utilità dell’operazione anche per Earchimede, “sollecitandolo a dargli comunque una mano”.
Fiorani: Ecco un’altra cosa! Oggi c’è un consiglio Earchimede e tu hai un tuo consigliere dentro e anche un sindaco.
Consorte: Sì!
Fiorani: Loro deliberano diciamo temporaneamente con la T maiuscola dell’acquisto di partecipazioni nostre che sono Ducato.
Consorte: Aspetta un secondo che non sento… deliberano?
Fiorani: Sì! Deliberano l’acquisto di due partecipazioni quota minimale di Ducato e di e di aspetta… Efibanca.
Consorte: Sì!
Fiorani: E vengono deliberate con lo scopo di fare un’operazione diciamo così di…
Consorte: Ho già capito!
Fiorani: Hai già capito! Tutto lì! Dopodiché è un’operazione che però renderà a Earchimede 2.500.000 di fees.
Consorte: Mmmmm mmmmmm.
Fiorani: Che è l’ammontare che serve a Earchimede per avere il bilancio in utile dopo le svalutazioni che deve fare che ha potuto fare purtroppo il fondo là di quel di Capomolla & Company.
Consorte: Sì!
Fiorani: Quindi allora sono garantiti e un utile guadagnano te lo dico perché se tu hai dentro uno in consiglio di amministrazione e hai un sindaco tuo.
Consorte: Sì!
Fiorani: Se gli mandi un accenno che è tutto ok.
Alle ore 17.24, Fiorani contatta Emilio Gnutti perché quest’ultimo lo aveva chiamato in precedenza senza riuscire a parlargli; e che Gnutti lo stesse cercando per ottenere a sua volta un favore da Fiorani lo si capisce dal tenore della conversazione. Infatti, dopo aver fatto riferimento a Earchimede e aver sottolineato “che la sta mettendo a posto Giovanni”, Gnutti chiede: “Io avrei bisogno di un affidamento di 30 milioni su Fingruppo… comprerei delle azioni Eni…” ricevendo da Fiorani la seguente risposta: “Benissimo! Ma Fingruppo siamo già al tetto o abbiamo… incomprens…?”.
Subito dopo, alle ore 17.29, Boni parla con un dipendente Bpl (non identificato), al quale riferisce di essere stato contattato da Gnutti Emilio per un affidamento di 30 milioni di euro per l’acquisizione di azioni. Si capisce che Fiorani ha contattato, nel frattempo, il suo braccio destro Boni, chiedendogli di “occuparsi della pratica”.
Interessante ai fini investigativi sono alcuni passaggi della conversazione, perché permettono di evidenziare come l’interlocutore nutra diversi dubbi sulla fattibilità dell’operazione stessa. A tal proposito l’interlocutore a un certo punto dice testualmente: “…Perché qui siamo quiii Franco siamo sotto tutela ormai eee adesso mi hanno chiamato mi han detto domani mattina vogliamo fare il punto con lei però fare le irregolarità adesso mi sembra proprio da da da fessi!”.
Successivamente, parlando sempre dei rapporti con Gnutti, l’interlocutore riferisce a Boni delle disposizioni date da Fiorani per i 100 milioni di euro relativi a Earchimede “Ieri ha telefonato da Brescia Giampiero ha fatto tutto gli ha detto anche a Nando di tirare via 100 milioni da Hopa di linea per fare l’altra lì come si chiama quella che compra la partecipazione in Bpl Ducato in tutto lì quella roba lì”.
In data 30 giugno 2005 alle ore 10.28 Fiorani contatta D’Amico Gennaro, i due interlocutori fanno riferimento a un “ultimo contratto di cessione” (proprio quello Bpl-Earchimede).
Interessanti sono le considerazioni che fanno i due interlocutori in merito al contenuto di tale contratto con particolare riferimento alla natura della controparte riportata nello stesso e le modalità con cui è stato realizzato:
Fiorani: Questo contratto è… questo contratto non è attaccabile? Io non ho avuto tanti dettagli (incomprensibile).
Gennaro: Ehm… guarda… guarda… ehm… va bé… la…la controparte… la natura della controparte. Però, per quanto riguarda tutti gli altri aspetti, non emerge nulla.
Fiorani: (incomprensibile) messo dentro le scadenze, cose del genere, no?
Gennaro: No, no, no. Io l’ho… diciamo, da quello che ho visto, dando un’occhiata, insomma, il contratto c’è… ehm… bello robusto… il problema è se loro vanno a vede’ le… le modalità, con cui è stato realizzato e se risulta…
Fiorani: Certo.
Gennaro: Insomma, sinceramente, è ‘na cessione, a tutti gli effetti.
Fiorani: Certo. No, l’importante era quello: avere la sicurezza che fosse una cessione a tutti gli effetti e che, soprattutto, non fosse un’operazione che un domani, si configura come un’operazione… ehm…, hai capito?… un ponte, no?, tanto per intenderci.
Gennaro: No, no, no, no. Ma non… non c’è nessun riferimento, guarda al put and call, su questo.
Fiorani: Ecco.
Gennaro: Anzi, addirittura, ancora… ancora, ehm… più robusto, da quel punto di vista, rispetto agli altri.
Verso sera, alle ore 18.01, sempre Fiorani contatta l’ufficio di direzione della Banca Popolare di Lodi e chiede all’interlocutrice di rintracciargli il presidente (Benevento).
La stessa, però, dopo alcuni tentativi riferisce “Mi ha detto Alessio che lui è ancora dentro al Tribunale [si tratta della convocazione davanti a quest’A.G.] lui è fuori con Conti è ancora dentro perché han voluto la documentazione, infatti il presidente ha chiamato Macchini per questa documentazione”.
Fiorani si fa quindi passare Macchini (dipendente Bpl) e chiede: “Tutto a posto quella delibera là, quella famosa. Tutto a posto?” e Macchini risponde: “La sto… la sto finendo che m’han portato giù una bozza del contratto firmato ieri come Earchimede… In modo che da lì estrapolo i nomi delle partecipazioni, i valori e poi dico quello che han detto e la faccio fino a cento no Giampiero?… O qualcosa in più?… Cento! va bene”.
Dalla telefonata del 3 luglio 2005 ore 21.58 tra Fiorani e Gnutti si comprende che sono insorti problemi con gli ispettori della Banca d’Italia in merito all’incidenza delle opzioni put concesse da Bpl a Deutsche Bank nel 2003 sul patrimonio di vigilanza. In particolare, un ispettore, particolarmente zelante, continuerebbe a chiedere chiarimenti su quei contratti.
Fiorani, riferendosi all’autorizzazione che dovrà rilasciare la Banca d’Italia, afferma: “eh… doveva arrivare ieri no… poi dopo… …una giornata un po’ particolare perché c’era un infiltrato dentro lì per il quale mi sono beccato ieri… faccio fuori perché m’han tirato fuori una cosa assurda… che non è tirato fuori sino adesso… che sono le Put sul Deutsche, noi Deutsche avevamo fatto cinque anni fa… con un’operazione strutturata, con trecentomilioni di euro di Put derivanti dalla operazione di quotazione degli investimenti… questa Put scade nel duemiladieci… allora ho chiamato il numero uno… per potermi confrontare, lui è chiaramente in imbarazzo, ho detto “senti un po’ una cosa, non possiamo mica scherzare col fuoco… domattina io mi incontro coi tuoi uomini”… “posso capire le sue ragioni e le tue ragioni per il fatto di lasciare in giro un pezzo di carta firmato da questo qua… che è un funzionario tra l’altro nuovo, che dice… dice apertamente che lui non è d’accordo per queste… queste motivazioni non sia certamente una bella cosa in questo momento… però, caro mio, qui a questo punto ognuno si prenda le proprie responsabilità””.
La telefonata si conclude con Fiorani che riporta a Gnutti il colloquio avuto con il Governatore e anche con la moglie, signora Cristina, in merito al discorso fatto in precedenza circa il comportamento dell’ispettore della Banca d’Italia presso la Bpl.
I predetti coniugi, secondo quanto riferito da Fiorani, avrebbero cercato di calmarlo dicendogli “vai avanti domattina, stai tranquillo, stai sereno, calma calma calma…”.
Il 5 luglio 2005 Abn-Amro richiede alla Consob di poter prorogare il periodo di offerta sul 100% di Antonveneta rispetto alla scadenza del 6 luglio 2005.
In tale data alle ore 13.13 Fiorani, dopo aver parlato con il suo collaboratore Mondani e con un soggetto della Banca d’Italia, tale Cimino, chiede al Governatore di poterlo incontrare.
Il Governatore gli dice che può andare da lui verso le 15.00/15.30 “…se tu vieni da me verso le 3, 3 e mezza stiamo un po’ un’ora due ore insieme diciamo eh?… perché voglio vedere verificare con te una serie di cose…”. Concordato l’appuntamento il Governatore raccomanda: “allora l’unica cosa passa come al solito dietro di là” ricevendo da Fiorani la conferma che passerà “dal retro” “si sempre sempre guai guai guai sempre dietro allora”.
Il dato significativo è che a margine dell’incontro con il Governatore della Banca d’Italia alle ore 16.10, Fiorani contatta la Bpl e chiede a Stefano Braschi “eh, dunque, fammi ricordare, dovresti mandare via fax in Efibanca, io dovrei dichiararlo adesso, la delibera nostra di aumento di capitale, quella riservata ai partners identificati come soggetti istituzionali… ee… quella che l’assemblea ha già assunto. Perché, io cosa farò stasera? Una lettera, con la quale comunicherò alla Banca d’Italia che, dato l’esito positivo dell’aumento capitale in corso noi informiamo la Banca d’Italia che attiveremo anche questa ulteriore linea già deliberata dall’assemblea, al fine di poter collocare questa ulteriore tranche. Tu ti ricordi questa delibera cosa identificava come soggetto di riferimento?”.
L’interlocutore riferisce che “erano… era abbastanza generica (inc.le)… erano partner istituzionali… poi concludeva anche con una possibile sollecitazione ulteriore al mercato. Però diceva…partner istituzionali, fondazioni, partner che abbiano su… concluso … si apprestano a concludere accordi con…con..”.
Nel corso della conversazione i due fanno riferimento a varie operazioni che dovranno porre in essere con la Gp Finanziaria, con particolare riferimento a delle minority.
Ma quel che maggiormente rileva è che alle ore 18:26, Fiorani (verosimilmente rimasto nei pressi della Banca d’Italia) chiama di nuovo Stefano, e facendo riferimento ai rapporti con la società di Gnutti, Earchimede, gli chiede di predisporre della documenazione utilizzando la carta intestata della Gp Finanziaria:
“Stefano scusa allora la prima lettera va bene già corretta integrata tutto quanto la carta intestata alla (incomp.) la seconda cosa mi è venuta in mente questa idea per non cambiare il contratto originario che già ha firmato Chicco e che in realtà noi abbiamo già diciamo come come regolarità già consegnato anche a loro se non ricordo male no? Allora perché non facciamo una lettera in cui diciamo che è Gp Finanziaria che scrive a noi tu hai ancora tra l’altro le carte di la carta diciamo così originale di Gp Finanziaria sì?… ecco la bozza potrebbe essere questa no eh spettabile Banca Popolare Italiana eh eh uguale tutto (incomp.) facciamo seguito … tu hai davanti la bozza di lettera … se la prendi un attimo si… questo contratto quel contratto firmato con loro (incomp.) quando ieri? … ieri quindi è credibile che oggi loro ci mandino un’altra lettera con cui dicono quindi in data oggi facendo seguito all’accordo stipulato in data facendo seguito, anziché (incomp.), all’accordo stipulato in data… 27 in data 4.
Nel corso della conversazione Fiorani sostanzialmente detta al dipendente Bpl il contenuto della lettera che Gp Finanziaria avrebbe dovuto trasmettere alla banca. Nella documentazione sequestrata presso la Banca d’Italia è stato, in effetti, rinvenuto tale contratto, pervenuto alla Segreteria Vec della Vigilanza della Banca d’Italia in data 6 luglio 2005; il contratto, però, reca la data del 28 giugno 2005, mentre la conversazione sopra riportata dimostra che gli atti sono stati formati solo successivamente.
Alle ore 18:43 Fiorani entra di nuovo in Banca d’Italia ed entra senza presentarsi in portineria. Dal contenuto della conversazione intercettata sulla sua utenza si evince che Fiorani chiama una dipendente, perché avvisi il portiere, al quale passa, poi, materialmente il proprio cellulare e lo mette in contatto con la sua interlocutrice e questa dice testualmente: “… pronto pronto può entrare il collega lo stiamo aspettando?”
Alle ore 22:34, Fiorani contatta Gnutti e gli dice di averlo disturbato (a quell’ora) per chiedergli “… una cortesia ultima anche questa… allora siccome ci sono da definire quei cento milioni di … inc.le … vediamo come incontrarci perché poi io vorrei fare … vorrei fare … non più l’opzione ma un contratto definitivo di cessione… con pagamento differito, per cui diciamo non è … non è necessario fare subito il pagamento adesso, anzi non si farà proprio così, ti dirò domani a voce perché … e … però fondamentale è questo perché deve essere fatto questo contratto … il 28 giugno …”
Fiorani aggiunge che domani quando si incontreranno gli parlerà anche di un’altra operazione, oltre a “questa qua dei cento” ed a tal proposito dice testualmente: “… e … saranno due le operazioni … una è questa qua dei cento, poi l’altra te la spiego a voce ma te la metto giù bene intanto … ma è di fatto quella che ho detto oggi anche al telefono … modificata un po’ con decorrenza …”.
La conversazione si conclude con le seguenti affermazioni di Fiorani che dimostrano che stanno preparando il carteggio di supporto ad operazioni che hanno già posto in essere con la società Gp Finanziaria; infatti lui dice testualmente: “… ma vedrai… quando parte l’operazione … quando partono entrambe le operazioni … tutto si stempera … te lo dico io … sarà così vedrai … guarda … e no … e noi stiamo facendo le cose… tutte cose stiam montando solo per giustificare una cosa che abbiam fatto in assoluta buona fede è questa la verità del problema. Tutto è partito da lì guarda … però è l’atto finale perché con questo in mano abbiamo il consenso … di tutti quanti praticamente. Per cui domattina ci vediamo, prima puoi arrivare e meglio è. Appena arrivi io son da te e facciamo tutt’e due le … inc.le … insieme … benissimo, con le carte Gp allora.”.
Il 6 luglio 2005 la Consob proroga al 22 luglio la data di scadenza dell’Opa di Abn Amro sul 100% delle azioni di AntonVeneta.
Il 6 luglio 2005 ore 13:11, Fiorani, dalla sua automobile, contatta un collaboratore, e gli chiede: “… avresti la bozza che ti ha fatto avere sempre Finocchiaro stamattina … esatto … è … dove non fa mica quadrare un passaggio … dovrebbe essere inserita nell’ultimo Ce (Comitato Esecutivo ndr)? … del ventisette … perché noi stamattina abbiam fatto dei … abbiam fatto dei contratti nuovi, due contratti in particolare, che ti può dare tranquillamente Roberto Rho, se poi lo cerchi stamattina … : e … se io non ricordo male ne ho già parlato di quel Ce lì … perché poi i contratti li abbiamo definiti il giorno dopo e … il ventotto e ventinove … perché ce n’era uno con Earchimede… poi ce n’era un altro fatto con … Gp Finanziaria … e un altro fatto sempre con Gp Finanziaria che poteva riguardare la acquisizione di azioni Lodi, però ti darà le carte e le coordinate Roberto Rho…”.
L’8 luglio 2005 viene protocollata la conclusione (negativa) dell’istruttoria relativa alla richiesta di autorizzazione per l’acquisizione del controllo di Bapv avanzata da Bpi.
Il 9 luglio 2005 alle ore 08:59 Frasca chiama Castaldi Gianni (responsabile dei servizi Nag della Bi) e, dopo aver appreso che il suo interlocutore si trova a L’Aquila, gli chiede “La puoi vedere questa questione della popolare di Lodi” ricevendo dallo stesso la seguente testuale risposta: “Senti Francesco eh… dopo che abbiamo parlato con te il documento è stato firmato ed è definitivo, non ti è stato consegnato solo perché la segretaria era andata via, ce l’ha Claudia in cassaforte… Quello è un… quello è un documento che va in mano ai magistrati… ognuno si firma quello che si sente di sottoscrivere”.
Gli autori del documento cui si riferiscono Frasca e Castaldi sono Castaldi stesso e Clementi Claudio (responsabile del servizio Vec di Bi).
Come risulta dai verbali di s.i.t. di Castaldi e Clementi e dalla documentazione acquisita, nella mattinata di sabato 9 luglio, Frasca scrive una accompagnatoria della conclusione dell’istruttoria, evidenziando che i servizi di vigilanza competenti non avrebbero tenuto nel debito conto il parere elaborato dal prof. Fabio Merusi.
Il Governatore, con atto scritto, in pari data, concorda con la linea di Frasca e rimarca l’esigenza di richiedere ulteriori pareri a consulenti esterni.
Sempre dalle intercettazioni risultano i contatti di Frasca con lo studio Gambino e lo studio Ferro Luzzi.
Interessante è la considerazione che fa tale Marino, interlocutore con il quale si sente più di una volta Frasca, nel corso della giornata: “Noo no no, se uno sa che lui ha questa idea [si parla di Ferro Luzzi], con calma se lo fa fare lunedì anche lì le solite due, tre paginette alla Merusi e a quel punto hai tre pareri con quattro professionisti tutti di valore e il problema rimane quello procedurale…”.
Nella stessa giornata in cui venivano sentiti Castaldi e Clemente, una volta appreso che la lettera di autorizzazione era stata elaborata al computer da De Polis Stefano, si convocava ad horas quest’ultimo per ottenere ulteriori chiarimenti.
Si apprendeva, così, che De Polis era stato preallertato dal martedì precedente e sollecitato a rimanere a disposizione nel fine settimana. Poteva però concretamente operare solo a partire da lunedì 11 luglio, nel pomeriggio, allorquando tutti pareri dei consulenti esterni erano finalmente pervenuti in Banca d’Italia. A collezionarli era stato lo stesso Frasca.
De Polis ha descritto nel dettaglio le modalità con le quali ha eseguito il lavoro, precisando anche le aggiunte e le soppressioni al testo dovute agli interventi dei professionisti esterni.
Deve essere sottolineato che De Polis appartiene a divisione incompetente rispetto a Bpl. Conseguentemente il definitivo “copia e incolla” è stato eseguito sul p.c. di Trevisan, previa trasmissione del documento per e-mail.
Nella giornata successiva veniva disposto il sequestro presso la Banca d’Italia della stampa del documento oltre a una serie di atti meglio precisati nel verbale.
Il giorno 12 luglio alle ore 00.12 Fiorani riceve una telefonata dal Governatore della Banca d’Italia, al quale, a seguito della sua richiesta “ti ho svegliato?”, risponde: “No, no, tut…guarda sono qui a Milano ancora a parlare con i miei collaboratori…”.
Allora il Governatore dice “Va beh, va beh…allora ho appena messo la firma eh” ricevendo dallo stesso ripetuti ringraziamenti “Ah… Tonino, io sono commosso, con la pelle d’oca, io ti rin… …Io ti ringrazio, io ti ringrazio… Tonino, io guarda, ti darei un bacio in questo momento, sulla fronte ma non posso farlo… So quanto hai sofferto, credimi, ho sofferto anch’io insieme alla struttura, ho sofferto con i miei legali e ti sono… io prenderei l’aereo e verrei da te in questo momenti se potessi guarda…”.
I due interlocutori a un certo momento fanno riferimento a tale Gigi e al fatto che lo stesso per un po’ non deve parlare più della vicenda, infatti il Governatore afferma testualmente: “No, no, no, infatti va anche detto a Gigi, che adesso avvertiamo, di non parlarne, per un po’ di giorni deve stare lontano da qua” trovando in questo concorde lo stesso Fiorani: “No, esatto, ci siamo capiti, bravissimo… Perché poi, ogni volta, era un messaggio per… io non volevo che il nostro rapporto personale fosse tale da influenzarti in qualunque cosa, il rapporto era tuo, solo tuo e di questo il Paese oltre a Gianpiero ti saranno per sempre grati, veramente”.
A un certo punto della conversazione il Governatore passa a Fiorani il dr. De Mattia Angelo, il quale gli riferisce che “Domani noi verso le 9.00, 9.15… …diamo la notizia, dopo di che a te ti arriverà tramite Milano… …perché non poteva farsi diversamente, insomma deve arrivare… Noi te la mandiamo per fax, gliela manderà la Vigilanza domani mattina e…”.
Immediatamente dopo, ore 0.19, Fiorani comunica a Gnutti la “bella notizia”.
Il 22 luglio 2005 la Consob estende il concerto a Ricucci Stefano e ritiene l’interposizione di Generation Fun ed Active Fund.
L’esistenza del patto occulto è provato oltre che per tutto quanto sopra esposto anche dalle ammissioni, a posteriori, dello stesso Ricucci, il quale nel corso di diverse recentissime telefonate dice che sarebbe stato molto meglio ammettere sin da subito l’esistenza del concerto. La lista a parte non sarebbe stata, a suo giudizio una buona trovata, egli era contrario: “la cosa de, a lista, famo la lista propria, famo tutte ste c., che tanto non serve a un c. tutta sta roba, a niente, non serve a niente, a che serve… le liste proprie… quelle stamo a fa i furbetti del quartierino”.
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