Società

SCANDALO FAZIO:
I VERBALI
DI GOLA PROFONDA

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(WSI) – Finanziamenti occulti ai 38 «concertisti», i presunti alleati occulti di Bpi (già Bpl) nella scalata ad Antonveneta. Ruberie personali di amministratori e dirigenti autorizzate dai vertici. Una «ristretta cerchia di clienti privilegiati» che si arricchiscono senza rischi con sistematiche operazioni di «insider trading» pilotate da Lodi. E mille rivelazioni sui conti della Bpl Suisse, la controllata che, secondo i pm, funzionava come «tesoreria occulta» del banchiere Fiorani. Ad aprire i primi squarci nella rete finanziaria segreta della banca di Lodi è Egidio Menclossi, fino al 2003 vicedirettore generale di Bpl Suisse, da maggio testimone chiave dell’inchiesta Antonveneta: una «gola profonda» in grado di descrivere dall’interno il «sistema Fiorani».

Le centinaia di pagine di interrogatori di Menclossi sollevano nuovi interrogativi sulle garanzie concesse dalla Bpl (ora Bpi) e sui patti per il riacquisto di azioni: sono gli stessi problemi che avevano convinto due ispettori di Bankitalia a mettere in dubbio la tenuta patrimoniale del gruppo bancario e a dare parere negativo all’Opa. Autorizzazione concessa dalla Banca d’Italia alla mezzanotte dell’11 luglio, nonostante il no degli ispettori, su intervento personale del Governatore Antonio Fazio.

I conti segreti delle scalate

«Ritengo di poter fornire utili indicazioni alla Procura sull’utilizzo di Bpl Suisse per estero-vestire operazioni riservate, finalizzate a scalate e/o a favorire singoli soggetti comunque utili alle strategie di Fiorani … La Bpl era un rispettabilissimo istituto bancario finché non si è prestata ad azioni che stanno gettando discredito su una realtà produttiva che andrebbe invece salvaguardata». Si aprono così i verbali di Egidio Menclossi, 50 anni, assunto alla Bpl nel 1986, promosso direttore di varie filiali e nel febbraio 1999 diventato, «per espresso incarico di Fiorani», vicedirettore generale di Bpl Suisse (già Adamas): la controllata di Lugano che, secondo l’accusa, è la «tesoreria occulta» usata dal gruppo bancario di Lodi per finanziare riservatamente gli alleati nella scalata ad Antonveneta. Presentandosi ai pm, il testimone premette: «Sono stato licenziato dalla banca nel febbraio 2003 a causa dell’atteggiamento intransigente da me assunto dopo aver rilevato diverse irregolarità». Tra maggio e giugno, Menclossi ha riempito centinaia di pagine di verbali diventando la prima «gola profonda» del caso Bpl-Antonveneta.

La banca dell’insider e i privilegiati

«Il 7 gennaio 2004 ho presentato alla Procura elvetica un esposto su operazioni di insider trading, archiviato il 28 aprile 2004 per i motivi qui documentati: incompetenza territoriale, in quanto i reati sono stati commessi all’estero. Le operazioni dell’esposto erano state condotte da un sindaco e da un consigliere d’amministrazione che mi avevano detto di aver ricevuto l’indicazione direttamente da Fiorani».

Dentro la banca, il caso era esploso già due anni fa. Sostiene Menclossi: «Sia Bpl che Efibanca avevano supportato l’acquisizione della Kamps da parte del gruppo Barilla e dunque i dirigenti di Bpl avevano informazioni privilegiate. Gli ordini d’acquisto poi spalmati sui conti dei clienti privilegiati provenivano direttamente dalla direzione Finanza, da Boni e/o Lucchini … Decidemmo di eseguire un monitoraggio completo dei soggetti che avevano comprato Kamps. Mi accorsi così del conto di Besozzi e di altri acquisti richiesti da dipendenti di Bpl Suisse come Fiorenzo Indi e Marco Nichetti, il che ci indusse a emanare un divieto ad operare su tale titolo … Tutti i beneficiari di informazioni riservate fanno parte di una ristretta cerchia…»

«…La società Coppe Investment, amministratore Brunello Donati, ha aperto nel 2001 un conto con beneficiario Roberto Araldi della Bpl Scarl e con procura a Francesco Ferrari. Qui sono confluiti circa 1,5 milioni di euro dalla banca Pkb con riferimento Donato Patrini, regional manager di Bpl Toscana. Araldi mi indicò Fiorani come la persona che gli aveva suggerito l’operazione».

«15 miliardi senza depositare una lira»

«Giuseppe Besozzi è un agricoltore del Lodigiano, azionista storico della Bpl, presentatomi da Silvano Spinelli, uomo di fiducia di Fiorani. Nel 2001 Besozzi acquistò titoli Kamps per oltre 15 miliardi di lire senza depositare neppure una lira, ossia con concessione di credito da Bpl Suisse garantita da fideiussione Bpl. Le azioni vennero vendute nel 2002 con 3 milioni di utile netto. Era un’operazione incredibile. Sono al corrente di operazioni analoghe sul titolo eBiscom … Ho poi saputo che Besozzi ha avuto un affidamento di oltre 32 milioni di euro con fideiussione Bpl per l’acquisto di Antonveneta».

«Secondo quanto ho appreso da conoscenze nel mondo bancario elvetico, “Garlsson” avrebbe come beneficiario economico Stefano Ricucci: all’8 aprile 2005 aveva acquistato 5,1 milioni di azioni Antonveneta garantite da fideiussioni Bpl per 100 milioni di euro … Mi risulta abbia pagato consegnando titoli Hopa a Maryland (Caltagirone) … Ricucci mi era stato presentato come cliente importante conosciuto dalla direzione … Maryland Inc. avrebbe come beneficiario Ignazio Caltagirone. Sempre all’8 aprile, aveva acquistato 1.100.000 azioni Antonveneta con fideiussioni Bpl per 10 milioni di euro … Mi è stato riferito che Tracklyn è una società legata a Danilo Coppola, che mi risulta aver avuto un recente affidamento di 7,5 milioni garantito sempre da fideiussione Bpl per operare su Antonveneta e/o Bnl…» .

«…Sui 38 concertisti di Antonveneta, posso dire che Baietta, Bersani, Besozzi, Dordoni e Raimondi sono gestiti da Spinelli; Marini, Orsini e Roveda da Boni. Marini, che è stato un noto calciatore, ha conseguito con Antonveneta un utile di 6,3 milioni di euro».

«Malversazioni e ricatti»

«Quando ero in Bpl Suisse mi accorsi di importanti malversazioni di Filippo Montesi. Per recuperare quanto sottratto, nel 2000 proposi di congelare i due conti che deteneva per interposta persona: moglie ed ex segretaria. Quando Montesi lo seppe, mi disse testualmente: “Se mi congelate i fondi, parlerò con Mozzi che si rivolgerà direttamente a Fiorani e gli ricorderà la storia della Popolare di Crema”. Era qualcosa che avrebbe nuociuto a Fiorani…».

«Sui titoli Popolare Crema l’ordine preciso era di piazzarli sui clienti, ma non indistintamente: solo su clienti selezionati e su dipendenti Bpl, cioè persone disponibili a venire in assemblea e votare a favore».
«Dieci giorni prima dell’Opa su Crema, venni incaricato di verificare la quantità di azioni: scoprii così che avevamo meno del 30%. La mia direzione palesò preoccupazione, ma Fiorani rassicurò tutti del successo … Alla fine i titoli furono conferiti da società offshore. Per non rivelare che dietro la “Summa” c’era la Bpl, per ben due anni non sono stati incassati i dividendi».

Il fondo dei misteri

«Il fondo Victoria & Eagle è stato costituito dalla famiglia Bassani, già proprietaria della Bi-Ticino, negli anni ’90. I comparti B e C però non sono alimentati dalla famiglia Bassani. Il comparto B è un “Umbrella Fund”, per maggiore riservatezza, che contiene solo 7,4 milioni di azioni Bpl. Le quote sono della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, ma la Bpl ha un contratto di put. In sostanza il fondo può in ogni momento imporre a Bpl di riacquistare le azioni che ha in pancia. Nel comparto C ci sono soltanto 113 milioni di obbligazioni convertibili Fingruppo Holding. Anche qui esiste un contratto put che obbliga la Bpl al riacquisto…».

«Un’altra operazione enorme è stata effettuata sul titolo Autostrade dalla società HD2, oltre che dalla solita Coppe Investment e dal signor Besozzi … Sul conto HD2, il 15 maggio 2003, veniva contabilizzato, fuori dal sistema informatico e con totale falsificazione dei documenti sia della banca svizzera che nella Bpl italiana, un’operazione di trading costruita a tavolino sul titolo Alstom. Sono anch’io azionista di Bpl e mi ritengo danneggiato da amministratori che hanno sfruttato la loro funzione a scopo di arricchimento personale. ..».

Le perdite di Ricucci

«Ricordo un’operazione sui cambi euro-dollaro per circa 100 milioni di euro che portò a un’elevata perdita in capo a Ricucci … Signorili mi chiese un significativo trasferimento delle nostre garanzie anche a causa di gravi perdite sul titolo Microsoft … Poi tentarono di scaricare su di me la responsabilità dell’esposizione al limite della normativa … Ricucci in un incontro riservato si rese disponibile a intercedere a mio favore con Fiorani. Gli chiesi di non fare nulla».

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