Economia

Sarkozy e la gaffe contro Regno Unito. Nuovo attacco a Cameron

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Roma – Avevano fatto scintille già a fine ottobre. Nella cornice del vertice sul debito dell’Unione europea avevano offerto il primo assaggio di un rapporto non facile. Da un lato, il presidente francese Nicolas Sarkozy, dall’altro, il primo ministro inglese David Cameron; in mezzo, due visioni troppo lontane sulla gestione della crisi politica europea.

Ma questa volta è stata l’inaugurazione dei nuovi uffici del colosso americano Google a Parigi – 10.000 metri quadrati in un’elegante residenza del centrale IX arrondissement, un investimento da 100 milioni di euro – il teatro di nuove dichiarazioni che rischiano di trasformarsi nell’ennesimo colpo alla diplomazia sull’asse Londra-Parigi.

E’ il Times di Londra a segnalare i commenti al vetriolo rilasciati dal premier francese sul suo omologo britannico. Al bagno di folla radunata ieri di fronte alla sede parigina del gruppo americano, Sarkozy avrebbe detto: “Con il modo con cui Londra sta aumentando le tasse, dovremmo andare a riprenderci i nostri ragazzi Oltremanica”. Per poi aggiungere: “La Francia è una nazione favorevole alle imprese e alle loro iniziative, mica il Regno Unito. Si tratta ovviamente solo di uno scherzo; ma comunque sia, non andate adesso a raccontarlo a David Cameron”.

Ce n’è abbastanza per scatenare le polemiche. Era il 24 ottobre quando Sarkozy, secondo altre indiscrezioni – ha sbottato contro il premier britannico per le continue pressioni di Londra sulle soluzioni messe in campo dai leader dell’Eurozona per affrontare la crisi sovrana. “Non ne possiamo più di sentire le vostre critiche e di sentirci dire da voi cosa dobbiamo fare”, avrebbe detto senza mezzi termini. Poi l’affondo: “Dite di detestare l’euro, non avete voluto aderirvi, e ora volete interferire nelle nostre riunioni”.

Dall’Eliseo nessun commento è stato rilasciato, ma come confidato a fonti giornalistiche da un esponente del suo entourage, citato dal sito on-line di Le Nouvel Observateur: “La situazione in Europa è grave, il paese ha bisogno di unità”. Soprattutto, come ribadiscono ormai come un mantra gli addetti ai lavori, è il Vecchio Continente ad aver bisogno oggi più che mai di un gioco di squadra dei suoi governanti. Perché la crisi non aspetta, ma incalza.