(Teleborsa) – Sale la tensione per il vertice del G20 in calendario a Toronto questo fine settimana, anche in termini di sicurezza. Molti gli arresti e gli allarmi rilevati negli ultimi giorni, in attesa che si apra oggi il vertice del G8, preparatorio del meeting dei Venti Grandi in agenda da domani. Il Premier italiano, Silvio Berlusconi, è già arrivato in Canada, così come quello britannico, David Cameron. Ma il tema sicurezza è ben poca cosa rispetto alle preoccupazioni molto più grandi relative alla ripresa economica mondiale. Una situazione di incertezza continua a caratterizzare questo scorcio del secolo. La delusione sarebbe grandissima se i leader mondiali dovessero farsi sfuggire quest’occasione per delineare regole ed un’azione comune finalizzata ad una ripresa più robusta. La parola d’ordine resta il coordinamento ed è proprio questa la questione più spinosa, dovendo comporre interessi in gioco a volte diametralmente opposti. L’ultimo G20 si era occupato di recessione e finanza, temi che all’epoca erano dominanti, essendo la crisi finanziaria sfociata nella più ampia recessione dal dopoguerra. Adesso lo scenario è mutato. Una ripresa c’è ma non soddisfa nessuno. Unico fattor comune è quello relativo alla finanza. E’ proprio la speculazione e le dinamiche perverse che emergono dal fronte finanziario che ancora stanno condizionando e, limitando, la piena ripresa dell’attività economica globale. I temi in gioco? Una politica economica comune, il tema del risanamento delle finanze pubbliche ed i cambi. Quest’ultimo è un argomento sempre d’attualità, data la resistenza di Pechino verso una maggiore flessibilità. Si, perchè l’intenzione formulata dalla banca centrale cinese a inizio settimana era solo un contentino. Un piccolo stratagemma con gli occhi a mandorla per non finire alla gogna e venir accusata di frenare la ripresa economica mondiale.
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