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SADDAM UCCISO? WALL STREET CI CREDE E VOLA

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Wall Street prosegue sulla via dei guadagni al giro di boa, mentre volge al termine il secondo giorno di attacco americano in Iraq.

Ad innescare gli acquisti fin dall’avvio, i progressi messi a segno dalle forze anglo-americane: gli investitori continuano a scommettere su un conflitto breve e vittorioso.

A determinare un balzo in avanti degli indici e’ stata poi la notizia, giunta pochi minuti fa e riportata dalla BBC, che Saddam Hussein sarebbe rimasto ucciso nel primo raid americano su Baghdad.

A frenare i guadagni, secondo alcuni osservatori sarebbe tuttavia in parte la scadenza contemporanea, a fine seduta, di opzioni su titoli e indici, e di future sugli indici e sulle azioni (“quadruple witching”). Tale scadenza, avvertono gli esperti, potrebbe innescare un’inversione di marcia durante la giornata e molti investitori potrebbero essere tentati di “portare a casa” un po’ di guadagni in vista del weekend.

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Dow Jones e S&P500 hanno annullato tutte le perdite dall’inizio dell’anno e si sono portati a livelli superiori rispetto alla chiusura del 31 dicembre 2002.

I listini sembrano inoltre intenzionati a mettere a segno l’ottava seduta consecutiva di guadagni, sospinti dalle buone notizie sul fronte iracheno. Con la seduta di ieri i due indici hanno portato a casa sette giorni consecutivi di rally, per la prima volta dall’agosto 2000.

Gli operatori di mercato applaudono dunque all’avanzata delle truppe americane e britanniche via terra che potrebbero essere a Baghdad tra tre-quattro giorni. Per stanotte e’ invece programmata la presa di Bassora . Di oggi anche la notizia che i giacimenti petroliferi del sud dell’Iraq sono sotto il controllo della coalizione.

Ed e’ in arrivo la piu’grande campagna militare aerea in Iraq da parte delle forze anglo-americane. La comunicazione e’ stata data da fonti del Pentagono.

“Cio’ che sta guidando oggi la corsa dei mercati sono le speculazioni che la leadership irachena abbia subito danni significativi fin dai primi raid contro Bghdad” ha dichiarato Alan Ackerman, strategist di Fahnestock & Co.

“Visto come procedono le operazioni, sembra proprio che il conflitto sara’ breve, fattore che scatena i rialzisti sui mercati” ha commentato Brian Belski, strategist per la banca d’affari Piper Jaffray.

“Sembra che le forze alleate stiano compiendo progressi eccellenti avvicinandosi rapidamente a Baghdad senza incontrare grandi resistenze e con poche vittime fin qui” ha commentato David Buik di Cantor Index.

Sul fronte macroeconomico, e’ stato comunicato prima dell’avvio l’ indice prezzi al consumo, che ha registrato una crescita dello 0,6%. Si tratta dell’incremento maggiore degli ultimi due anni. Il dato “core” ha segnato invece un rialzo modesto, +0,1%, che porta gli operatori a non preoccuparsi troppo sull’inflazione americana, ancora sotto controllo.

Sul fronte societario, a frenare i rialzi sul Nasdaq e’ in particolare il settore software (GSO) sulla scia del warning lanciato da Intuit (INTU – Nasdaq). In rosso anche il settore hardware (GHA) dopo il ‘downgrade’ di Deutsche Securities sulla societa’ di archiviazione dati EMC (EMC – Nyse). Performance negativa anche per la difesa (FFX). In buon guadagno invece semiconduttori (SOX) sulla scia delle vendite superiori alle attese messe a segno da Micron Technology (MU – Nyse) nel secondo trimestre. Bene anche la blue chip e colosso chimico Du Pont (DD – Nyse) che ha confermato gli obiettivi sul primo trimestre. Tra gli altri settori, in volo le compagnie aeree
(XAL) sulla scia del calo dei prezzi petroliferi e dell’aspettativa di un conflitto breve in Iraq.














DOLLARO
Performance positiva per il dollaro . La valuta americana recupera contro l’euro e si avvicina al massimo degli ultimi due mesi, a quota $1,0536.
PETROLIO Il prezzo del petrolio continua la sua corsa in discesa contemporaneamente all’intensificarsi delle operazioni di guerra in Iraq.
ORO In controtendenza con il mercato, l’andamento dell’ oro , che continua a perdere terreno. Al fixing del pomeriggio, e’ stato quotato a $333,50 l’oncia, in ribasso rispetto ai $335,80 alla chiusura precedente. Gli investitori, secondo Scott Cohn di CNBC, continuano a scommettere sui successi militari della guerra in Iraq e abbandonano il bene rifugio.

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