“Antonio Fazio dovrebbe dimettersi. Non possiamo aspettare che a risolvere il problema della Banca d’Italia sai la magistratura”. E’ l’opinione del presidente della Margherita, Francesco Rutelli, intervistato da REPUBBLICA. “E’ sorprendente – aggiunge – l’indisponibilità del governatore a qualunque riflessione autocritica. Questo è un grave e preoccupante arroccamento. (…)
Qualunque autorità pubblica può sbagliare, ma se ci rende conto che qualche errore é stato commesso, è doveroso prenderne atto e cambiare direzione. Se il governatore non lo fa, questo è forse il risultato della storia di questi anni. Fazio è ormai nel 13° anno di mandato come governatore. Questa è già di per sé una seria anomalia. Basta guardare alla Bce, dove il mandato dura 8 anni. Oppure alle authority italiane, dove il mandato dura 7 anni. Ora, si può scegliere tra 7 o 8 anni, ma è certo che un mandato a vita non ha più senso. E io credo che l’atteggiamento assunto oggi da Fazio sia figlio proprio di questa anomalia”.
“Io credo che il mandato a vita abbia prodotto e produca un duplice effetto. Da una parte, attribuisce questa singolare condizione di eternità del potere. Dall’altra parte, induce il governatore a calarsi nelle manovre politiche. Mi sembra evidente, in almeno tre passaggi di questi ultimi anni, che la blindatura del governatore sia avvenuta proprio attraverso accordi di tipo politico. Il primo passaggio è stato un anno e mezzo fa: l’attacco della Lega, anche violento, in occasione della vicenda Parmalat, con Bossi che chiese le dimissioni del governatore e Tremonti che condusse un braccio di ferro con Fazio.
A quella crisi istituzionale si pose rimedio con un patto politico. Oggi, guarda caso, la Lega è il più arcigno e acritico guardiano dell’operato di Fazio. Mi chiedo se a questo abbia contribuito il salvataggio da parte di Fiorani della Credieuronord, sventurata iniziativa finanziaria lanciata dal partito di Bossi che mise per strada molti risparmiatori. Non so se sia davvero così. Ma quando io posi pubblicamente la questione nei mesi scorsi, non ho avuto risposta”.
“Il secondo passaggio – ricorda Rutelli – è stata la crisi legata all’iter della riforma della legge sul risparmio. Anche lì c’é stata una soluzione politica. In modo assai eterodosso, si sedettero allo stesso tavolo Berlusconi, Letta, Siniscalco, il senatore Grillo, non so a che titolo, e il governatore della Banca d’Italia…Non so quale governatore di banca centrale si sarebbe prestato a fare altrettanto, in un altro paese occidentale. Il risultato di quell’ulteriore accordo politico fu il congelamento del provvedimento sul risparmio.
Con una radicale revisione di una riforma, su cui era ed è sovrano il Parlamento, si decise di espungere dal testo il mandato a termine del governatore, e si stravolse la revisione delle attribuzioni del controllo sui mercati. Fu una grave interferenza, che denunciammo a suo tempo, che ha prodotto la paralisi di una riforma indispensabile per il paese”. “L’ultimo (episodio di interferenza) è di questi giorni. Bossi ha detto a Berlusconi “Fazio non si tocca”. E in parallelo Fazio può dire tranquillamente “sono sereno e resto al mio posto”. Non va bene. E soprattutto non va bene che si debba aspettare la magistratura per risolvere una questione già di per sé molto grave.
Io non mi sono schierato in una battaglia contro Fazio. Ho a cuore la credibilità e l’affidabilità di un’istituzione importantissima qual è la Banca Centrale”, conclude Rutelli.