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Russia: Yukos, buon affare soprattutto per Gazprom

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Un buon affare per Eni ed Enel ma anche per Gazprom, nel quadro di un’asta dal finale annunciato dove le società italiane hanno agito per conto del gigante russo. Così ieri la stampa russa commenta in modo pressoché unanime e con ampio risalto (anche in prima pagina) la vittoria di due giorni fa del consorzio italiano Enineftegaz (60 per cento Eni e 40 per cento Enel) all’asta per alcuni asset della fallita società petrolifera Yukos: 4,3 miliardi di euro per il 100 per cento di Arcticgaz, Urengoil e Ng Technologia e il 20 per cento di Gazprom Neft, assieme ad altri asset minori di 17 compagnie. “I fratelli del gas”, titola il quotidiano economico Vedemosti, con il sottotitolo “Eni ha comprato gli asset di Yukos per conto di Gazprom”. Il giornale sostiene che Rosneft, una delle altre due cordate in gara, avrebbe lasciato strada libera al consorzio italiano dopo una telefonata, la sera prima dell’asta, tra il premier italiano Romano Prodi e il presidente russo Vladimir Putin. In ogni caso si tratta di un “acquisto vantaggioso”, sottolinea la testata, calcolando in 2 miliardi di dollari il valore dei giacimenti Arcticgaz e Urengoil e in 60 centesimi di dollaro al barile il prezzo pagato (contro quello standard di un dollaro). Analisi condivisa anche dal quotidiano Kommersant, che insiste però sulla tesi di un’asta dallo “scenario prestabilito”, nella quale “Gazprom ha acquistato asset Yukos con soldi italiani” (siglando in anticipo un accordo di opzione con il vincitore annunciato), mentre Rosneft “ha teso la mano al colosso russo del gas fornendo con la sua presenza una parvenza di concorrenza”, in cambio probabilmente di altri asset Yukos che saranno messi all’asta. “Il gas di Yukos scalderà l’Italia”, titola il quotidiano Izvestia, mettendo in risalto come oggi gli investitori stranieri non vedano “nulla di vergognoso nell’acquisto di un pezzettino del fallito impero di Mikhail Khodorkovski”, mentre fino a poco tempo fa l’opinione pubblica mondiale ha rimproverato le autorità russe per la vicenda Yukos e il processo allo stesso Khodorkovski per truffa ed evasione, ritenuto orchestrato dal Cremlino. “Matrimonio all’italiana” è il titolo del quotidiano Vremia Novostei, sottotitolo: “Eni e Enel comprano asset Yukos un po’ per se stessi e molto per Gazprom”. Secondo il giornale, “Gazprom ha ottenuto da Yukos ciò che voleva senza bisogno di partecipare all’asta ed evitando i rischi di eventuali azioni legali di azionisti stranieri”, mentre Eni ed Enel “hanno conquistato l’accesso al settore estrattivo petrolifero russo”. Un esito che “dimostra il nuovo livello dell’amicizia tra Italia e Russia”, paragonato dal quotidiano a quello esistente “alcuni anni fa con la Germania” del cancelliere, Gerhard Schroeder.