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Russia: Sfida al Gps Usa, Mosca lancia 7 satelliti

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Sei satelliti del sistema di localizzazione satellitare russo Glonass verranno lanciati nel 2007. L’ha annunciato il capo dell’Agenzia federale spaziale Anatoly Perminov in una conferenza a Mosca. “Glonass avrà non meno di diciotto satelliti operativi alla fine di quest’anno. Noi intendiamo lanciare sei satelliti modernizzati nel 2007”, ha detto Perminov. I satelliti che verranno spediti in orbita quest’anno sono i Glonass-M aggiornati, che nei prossimi anni dovrebbero essere mandati in pensione dai nuovi Glonass-K. Entro il 2009 la Russia intende avere in orbita 24 satelliti per completare la rete.
In russo Glonass sintetizza la denominazione Global’naya Navigatsionnaya Sputnikovaya Sistema, in inglese Global Navigation Satellite System. In sostanza si tratta di un sistema di posizionamento satellitare su onde radio sviluppato originariamente dalla Forze armate dell’Unione sovietica.
Nei giorni scorsi lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha sollecitato l’impegno nello sviluppo del sistema, che si avvale anche della cooperazione dell’India, perché diventi preciso e affidabile tanto da reggere il mercato rispetto allo statunitense Gps e al futuro sistema Galileo.
Il progetto Glonass nasce nel 1976 su input del Comitato centrale del Partito comunista dell’Unione sovietica (Pcus) e del Consiglio dei ministri dell’Urss. La rete (o costellazione) è stata completata nel 1995 con 24 satelliti operativi denominati Uragan seguiti da un numero progressivo.
La rete, utilizzata sostanzialmente a scopi militari, fu in parte dismessa per motivi economici. Nel 2002 restavano attivi solo otto satelliti, la qual cosa rendeva sostanzialmente inutilizzabile il sistema.
E’ stata l’era Putin a sbloccare il vecchio progetto. Ad agosto 2001 il progetto Glonass è stato rilanciato, con la prospettiva di fare concorrenza al Gps statunitense. Nel 2005, poi, Putin ha dato ordine di completare il sistema entro il 2008. Attorno a Natale 2006 sono stati lanciati altri tre satelliti del nuovo tipo Glonass-M, oggi ancora in fase di test. Glonass rappresenta un concorrente agguerrito sia per il sistema Galileo che per il già funzionante Gps. Il primo, nato da un accordo tra l’Unione europea e l’Agenzia spaziale europea (Esa), è l’unico dei tre sistemi esclusivamente civile.
Ma è anche quello i cui tempi di messa in opera sembrano essere più lunghi. Galileo, coi suoi 30 satelliti, dovrebbe entrare in servizio attorno al 2010.
La sua precisione, secondo i dati del progetto, sarà maggiore rispetto al Gps. Tuttavia, la storia del progetto, fatta di “stop-and-go”, non dà la certezza che il calendario sarà rispettato.
Il progetto Galileo è partito ufficialmente a maggio 2003, ma ha scontato le differenze di valutazione che hanno diviso Italia e Francia rispetto alla Germania e alla Gran Bretagna.
Queste ultime due, almeno fino al 2001, hanno considerato scarsamente utile lanciare un nuovo sistema alternativo al Gps americano, sviluppato dal Dipartimento della Difesa di Washington. Le cose sono cambiate dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, quando Washington ha fatto pressioni sull’Ue perché rinunciasse a sviluppare Galileo.
Allora, tutti i Paesi europei hanno reagito dando il loro sostegno a Galileo. Gli ultimi problemi sono legati anche alle notizie provenienti dalla Cina, un partner di Galileo, secondo le quali Pechino avrebbe deciso di smarcarsi per realizzarne uno proprio.
La valenza politica del Gps e quella commerciale di Galileo non devono essere sfuggite a Mosca. Il fatto che gli Stati Uniti si riservino di diminuire l’accuratezza, o addirittura di sospendere il servizio, per motivi di sicurezza in qualsiasi momento, dà un vantaggio militare a Washington.
E, d’altronde, il fatto che l’Europa stia sviluppando un sistema che offrirebbe questo servizio (e senza interruzioni) a militari e civili pone una questione di tipo commerciale, se Mosca intende tenere i piedi in un settore in cui ha una presenza consolidata.