Incartamenti vuoti per le questioni politiche, ma traboccanti per quelle economiche e tecnologiche, in occasione di una visita conclusa ieri a Tokyo dal premier russo Mikhail Fradkov. In due giorni di colloqui con il Capo del governo giapponese Shinzo Abe l’ospite ha deciso di aprire una nuova era di collaborazione in settori chiave come l’energia nucleare, gli idrocarburi, le tecnologie di punta, l’industria automobilistica.
L’intesa sul nucleare riguarda un importante progetto per l’utilizzo di reattori russi per l’arricchimento di uranio nipponico, dapprima utilizzando a costi minori barre esaurite provenienti da laboratori francesi e britannici, poi minerale acquistato in Kazakhstan. Circa gli idrocarburi si tratta di un rilancio dello sfruttamento congiunto dei giacimenti di gas nella grande isola russa di Sakhalin, a nord dell’arcipelago giapponese, garantendo al Sol levante una maggiore quantità di risorse di quanto lasciatogli finora dalla concorrenza sino-americana.
A Tokyo è stata accolta con molto favore anche l’intenzione di ultimare fino al Pacifico il gasdotto della Siberia orientale. Nei colloqui fra i rispettivi ministri dell’Industria, Akira Amari e Viktor Kristenko, si è discusso parecchio anche di nuovi investimenti economici e tecnologici nipponici in Russia, dopo sulla scia degli stabilimenti automobilistici che Toyota e Nissan hanno recentemente deciso di aprirvi.
In un discorso a un simposio di affari, Fradkov ha parlato dell’”enorme potenziale” della cooperazione bilaterale sull’onda dei crescenti investimenti stranieri in Russia, che lo scorso anno sono quasi raddoppiati rispetto al 2005 raggiugnendo un valore pari a 23 miliardi di dollari.
Ambo le parti hanno preferito invece evitare di riaffrontare l’annosa disputa territoriale sulle isole Curili meridionali, principale ostacolo alla firma di un trattato di pace fra i due paesi dalla fine della seconda guerra mondiale.
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