La stampa russa è scettica sulle possibilità operative della centrale elettrica gestita dall’Enel a San Pietroburgo, inaugurata due giorni fa alla presenza del ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. “Centrale senza futuro”, titola il quotidiano economico Rbkd, sottolineando che l’ente elettrico russo Rao Ees costruisce l’impianto senza concordare con Gazprom i rifornimenti di gas necessari per farlo funzionare. “Centrale avviata in folle”, titola Kommersant, affermando che per mettere in moto due giorni fa le turbine, il gas viene prelevato dal primo impianto della stazione centrale e che con carburanti alternativi la produzione di energia elettrica sarebbe limitata a un massimo di otto giorni l’anno. “Il gas non c’è e non ci sarà “, sostiene Vremia Novostei, secondo cui la centrale al momento ha un’autonomia limitata a una settimana grazie al gas prelevato dal primo impianto: dopo di che, non vi è alcuna certezza. “Anatoli Ciubais ha sbagliato i calcoli: niente combustibile per il secondo impianto di San Pietroburgo”, titola il quotidiano economico Vedomosti, prendendosela con il capo di Rao Ees. Una portavoce di Gazprom, Maria Frolova, dice che sarà impossibile fornire il metano perché occorre prima ammodernare la stazione di compressione, lavoro che richiederà almeno tre anni, e serve anche una speciale conduttura del costo di mezzo miliardo di dollari. “Rao Ees – spiega la donna – non ha concordato con Gazprom la costruzione del secondo impianto della centrale”. Enel, interpellata al proposito, precisa che “su indicazione di Rao Ues, società proprietaria dell’impianto, il gruppo italiano ha condotto a termine nei tempi richiesti il raddoppio della centrale a ciclo combinato di San Pietroburgo di cui ha assunto dal giugno 2004 la gestione insieme al partner locale Esn”. Rao Ues, spiega ancora Enel, “ha in corso trattative con Gazprom per le forniture aggiuntive di gas necessarie alla piena operatività del secondo gruppo inaugurato ieri (due giorni fa, ndr)”. Intanto il gigante energetico russo Gazprom intende investire nel 2007 la cifra record di 20 miliardi di dollari in vari progetti, che includono la costruzione di nuovi gasdotti, la creazione di nuovi impianti per l’estrazione del metano, la scalata ad altre compagnie energetiche russe, investimenti in Vietnam, India, Tagikistan e Uzbekistan. Nel listino dei futuri acquisti di Gazprom, che detiene praticamente il monopolio del metano russo ed è il maggior produttore mondiale nel settore, c’è il 20 per cento delle azioni di Gazpromneft, i resti dell’ex colosso energetico privato Yukos messo in bancarotta nell’agosto scorso. Vuole anche accaparrarsi il pacchetto di controllo di Mosenergo, la maggiore compagnia energetica della regione di Mosca. Ma il grosso degli stanziamenti andrà in direzione degli investimenti a lungo termine, soprattutto in infrastrutture.
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