Il giro d’affari del commercio estero della Russia cresce del 28,3 per cento da gennaio a settembre di questo anno e ammonta a 336,2 miliardi di dollari: lo comunica ieri il servizio federale di statistica (Rosstat), come riporta l’agenzia Itar-Tass. Nel periodo in questione la Russia aumenta le sue esportazioni del 28,2 per cento per un totale di 223,9 miliardi di dollari, mentre le importazioni crescono del 28,4 per cento, per una somma complessiva di 112,4 miliardi di dollari. Per quanto riguarda la bilancia commerciale, nello stesso periodo, la Russia ha un attivo che raggiunge i 111,5 miliardi di dollari, rispetto agli 87,1 dell’anno precedente. La somma totale degli investimenti nell’economia russa ammonta, alla fine di settembre 2006, a 129,998 miliardi di dollari, che equivale al 34,8 per cento in più rispetto agli investimenti di fine settembre 2005, secondo quanto riferito ieri dall’agenzia Prime-Tass. I maggiori investitori in Russia sono: Cipro, con il 21,6 per cento, l’Olanda, con il 17,3, e il Lussemburgo, con il 15 per cento degli investimenti totali nel Paese. Nella lista dei principali investitori in Russia ci sono anche la Gran Bretagna, con l’8,8 per cento del totale degli investimenti, la Germania, con il 7,9 per cento, gli Stati Uniti, con il 5,9 per cento, la Francia e le Isole Vergini, con il 2,5 per cento, la Svizzera e il Giappone, con il 2 per cento ognuno. Intanto il gruppo Evraz, principale produttore per volume di acciaio in Russia, annuncia che acquisterà l’americana Oregon Steel Mills per 63,25 dollari per azione, pari a circa 2,3 miliardi di dollari. In un comunicato Evraz, che è quotata a Londra, dichiara che l’offerta in contanti è superiore del 22,3 per cento al prezzo medio di Oregon Steel calcolato negli ultimi tre mesi. Il board di Oregon, all’unanimità, consiglia agli azionisti di approvare l’offerta. Infine, è di ieri la notizia secondo cui la Russia e il Vietnam si accordano per rinnovare la loro cooperazione nella joint venture Vietsovpetro per effettuare nuove perforazioni alla ricerca di greggio. Il presidente russo, Vladimir Putin, e quello vietnamita, Nguyen Minh Triet, firmano un rinnovo del contratto della Vietsovpetro, il gruppo petrolifero più importante del Sud-Est asiatico, che scade nel 2010. L’accordo è raggiunto ad Hanoi durante la visita di stato di Putin in Vietnam, all’indomani di quella del presidente americano George W. Bush per il vertice Apec. Negli anni ‘60 e ‘70, l’Unione sovietica inietta miliardi di dollari nell’economia vietnamita per la costruzione di fabbriche e impianti energetici. I legami si interruppono bruscamente dopo la fine dell’Urss e la Russia chiude anche le sue basi militari nel 2000. Con un’economia che registra un tasso di crescita medio del 7 per cento annuo, le banche russe sono adesso pronte a investire in progetti all’estero, in particolare nel settore petrolifero ed energetico.
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