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Russia: Energia, Sakhalin 2 da Shell a Gazprom

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La compagnia petrolifera anglo-olandese Royal Dutch Shell cede alla Gazprom il 50 per cento più un’azione del progetto di gas naturale Sakhalin 2 per 7,45 miliardi di dollari. La ratifica dell’accordo avviene nelle stanze del Cremlino alla presenza del presidente, Vladimir Putin. Con l’accordo raggiunto due giorni fa si fa ancora più stretto il controllo del Governo di Mosca sul settore energetico. Risolta la querelle con Shell, il Cremlino concentra ora le sue attenzioni su Bp. Stando a quanto riporta ieri il quotidiano inglese Daily Telegraph, il Governo russo avrebbe espressamente chiesto al colosso energetico britannico di accontentare le sue richieste sulla questione legata alla joint venture con la Tnk. Sakhalin 2 fornirà circa il 20 per cento del fabbisogno giapponese di gas naturale. Probabilmente Gazprom fornirà anche capitale liquido per la realizzazione dell’operazione, si parla di 2 miliardi di dollari circa. Mentre stanno per concludersi le trattative con Eni, Gazprom raggiunge anche un accordo con Gdf per la fornitura di gas naturale russo e per l’avvio di una sua rete di distribuzione in diretta concorrenza con l’ente francese. Sempre in Siberia, anche il gruppo ExxonMobil appare disponibile ad avviare trattative con Rosneft per lo sviluppo del giacimento Sakhalin 1. Questa volta il gruppo americano, contrariamente al passato, appare disponibile favorire l’entrata di un socio russo. Lo sviluppo di Sakhalin 2 richiederà investimenti stimati tra i 22 e i 25 miliardi di dollari, Sakhalin 1 almeno 15 miliardi. Gazprom sta ora cercando potenziali partner per lo sviluppo del giacimento Stockman nel mar Artico dal quale vuole, per ora, tenere lontano il nuovo supergigante petrolifero norvegese emerso dalla fusione tra Statoli e Norsk Hidro. Il giacimento Stockman è considerato il più importante del mondo e potrebbe fornire, sulla base solo di superficiali valutazioni, tra gli 80 e i 120 miliardi di metri cubi di gas l’anno a partire dal 2020. Siglato, inoltre, di recente l’accordo tra Russia e Ucraina per le forniture di gas, garante una trading svizzera di proprietà russa che acquisterà il gas naturale dalla Gazprom per rivenderlo successivamente in Ucraina. Il prezzo sale del 36 per cento, 135 dollari per metro cubo rispetto ai 95 dollari pagato precedentemente: il prezzo del gas naturale russo venduto in Europa è mediamente di 230 dollari a metro cubo. L’Ucraina si impegna a mantenere le forniture dirette ai clienti europei, tra i quali l’Italia, e a facilitare i rapporti di collaborazione energetica concordati a Helsinki tra Russia ed Europa. Solo tra dieci anni i prezzi ucraini saranno parificati con quelli europei. L’accordo ha una validità annua e sarà modificato alla fine del 2007. Le interruzioni delle forniture di gas naturale russo verso l’Europa via Ucraina dovrebbero essere così garantite.