Si rafforza la pressione di Mosca sulle compagnie energetiche straniere che concludono negli anni ’90 accordi per lo sfruttamento dei giacimenti russi: dopo lo stop al progetto Sakhalin-2 di Royal Dutch Shell, entrano nel mirino del ministero per le risorse russo la francese Total con i suoi campi artici di Khoriaga e l’americana ExxonMobile con il suo progetto Sakhalin 1. Intanto si apprende che il Giappone potrebbe cedere alla Russia una quota del 5 per cento nel progetto Sakhalin-2, al fine di farlo ripartire dopo il blocco decretato dalle autorità russe. Lo stop al consorzio, guidato da Royal Dutch Shell e a cui partecipano le nipponiche Mitsubishi e Mitsui, viene deliberato, come noto, per presunte violazioni ambientali.