Si infittiscono le voci di un imminente cambio alla presidenza dello Ior, la Banca vaticana, guidata attualmente dal professor Angelo Caloia. E si parla con insistenza anche di una riunione del Consiglio direttivo dello Ior, presieduto dal cardinale Tarcisio Bertone, questa mattina nella sede della Banca vaticana al Torrione di Niccolò V, anche se ufficialmente la riunione non è stata confermata dal Vaticano.
L’Istituto per le Opere di Religione (Ior) è finito nell’occhio del ciclone con la pubblicazione del volume ‘Vaticano s.p.A’, in cui l’autore Gianluigi Nuzzi denuncia gli affari oscuri o poco chiari delle finanze vaticane, soprattutto nel periodo gestito dal ‘banchiere di Dio’, monsignor Paul Marcinkus e dal suo numero due, Donato De Bonis, ma anche quello dell’attuale presidente Caloia. Proprio per questo è partita l”operazione trasparenza’ che dovrebbe portare al rinnovo del vertice dello Ior.
Il primo ottobre ci sarà un summit di esperti della finanza bianca su iniziativa della fondazione ‘Centesimus annus’ per discutere anche del rinnovo dei vertici laici dello Ior. Il mandato del banchiere lombardo Caloia scade nel marzo 2011, ma in molti parlano di una sua uscita imminente. Il nuovo presidente sarà selezionato in una rosa di nomi e tra i favoriti c’è Ettore Gotti Tedeschi, rappresentante in Italia del Banco Santander Central Hispano, ma soprattutto editorialista dell”Osservatore Romano’, vicino al segretario di Stato vaticano. Sembra invece oramai improbabile la nomina di Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia, sponsorizzato dal cardinale Giovanni Battista Re, oggi rinviato a giudizio per il caso Unipol.
Il professor Caloia è da 20 anni alla guida dello Ior ed è stato chiamato dal cardinale Casaroli per mettere la parola fine allo ‘scandalo’ dell’ex Banco Ambrosiano che coinvolse Marcinkus e Roberto Calvi. Ma come viene nominato il presidente dello Ior? Una commissione di super consulenti esterni dovrebbe proporre una rosa di nomi, ma la nomina spetterebbe al cardinale Bertone, anche se l’ultima parola resta sempre al Papa.
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di Orazio La Rocca – La Repubblica
Scatta oggi allo Ior, l´Istituto opere di religione, l´«operazione trasparenza» voluta da papa Ratzinger e dal suo braccio destro, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. E per i vertici della banca vaticana spira aria di ribaltone. A partire dal presidente Angelo Caloia, che potrebbe essere sostituito con circa due anni di anticipo rispetto alla scadenza del mandato, fissata per contratto al 14 marzo 2011.
Il professor Caloia è da 20 anni al comando della struttura operativa dello Ior, il Consiglio di Sovrintendenza, col «grado» di presidente. Incarico a cui fu chiamato nel 1989, su designazione di Giovanni Paolo II per sostituire l´allora presidente, l´arcivescovo americano Paul Marcinkus, travolto dallo scandalo dell´ex Banco Ambrosiano di Roberto Calvi.
Oltre al presidente, sarà rinnovato anche il Consiglio di Sovrintendenza, finora composto dal vice di Caloia, Virgil Dechant, americano e membro dei Cavalieri di Colombo, dal tedesco Ronaldo Hermann Schmitz, dallo spagnolo Manuel Soto Serra e dallo svizzero Robert Studer dell´Union de Banques Swisse.
Nulla, comunque, trapela Oltretevere su chi andrà ad occupare la poltrona di Caloia. Di certo si sa che il prossimo presidente dello Ior verrà fuori da una rosa di sei nominativi selezionati da una commissione di super consulenti esterni. I 6 profili sono stati presentati a luglio.
Uno dei nomi che da un po´ di tempo circola con una certa insistenza è Ettore Gotti Tedeschi, rappresentante in Italia del Banco Santander Central Hispano (Spagna) e, soprattutto, editorialista dell´Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede. Un certo appeal nel Palazzo Apostolico lo suscita anche il tedesco Hans Tietmeyer, ex presidente della Bundesbank, economista di fama con alle spalle studi di teologia.
Ma recentemente si è parlato anche di Roberto Mazzotta, presidente della Banca popolare di Milano, sul quale punterebbero un gruppo di esponenti della finanza lombarda vicini all´Università Cattolica; Giuseppe Profiti, direttore amministrativo dell´ospedale vaticano Bambino Gesù, molto stimato dal cardinale Bertone; Antonio Fazio, ex governatore della Banca d´Italia, sponsorizzato dal cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione dei vescovi.
La decisione sarà presa nel cinquecentesco Torrione di Niccolò V – sede della banca pontificia – dove la Commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior presieduta dal cardinale Bertone dovrebbe provvedere anche a snellire il vertice della banca, annullando la figura del Prelato, l´ecclesiastico a cui finora sono stati demandati i compiti di collegamento tra il Consiglio di Sovrintendenza e la stessa Commissione cardinalizia.
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“Stiamo attraversando una crisi dai molteplici risvolti” dai quali emergeranno “nuovi assetti e inedite prospettive che matureranno in questi mesi e in questi anni”. E’ quanto ha detto questo pomeriggio monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, intervenendo al seminario nazionale su “Carità, Verità, Sviluppo integrale”, organizzato in questi giorni ad Assisi dal network di associazioni cattoliche “Retinopera”, sulla scorta della terza enciclica del Papa, “Caritas in Veritate”.
In questo frangente, ha aggiunto il prelato, sul versante della carità, della verità e dello sviluppo integrale “i cattolici sono chiamati a intervenire con particolare urgenza”. C’è la necessità, ha aggiunto, di sviluppare lo “statuto di cittadinanza” del cristianesimo “nella vita e nella cultura contemporanea”, grazie a “uomini retti” che provengono dal “vasto e complesso mondo cattolico”, il cui “contributo” è “importante e atteso per il bene comune nel passaggio significativo e incerto di questi anni”.
“Non spetta alla Chiesa prospettare soluzioni tecniche per la politica degli Stati, ma le compete un irrinunciabile dovere di annuncio, testimonianza e presenza”, ha aggiunto il segretario generale della Cei.
“Non ci è concesso oggi semplicemente un ‘di più di etica’, un qualche discorso morale”, ha proseguito monsignor Crociata, secondo cui “siamo invece spronati a sviluppare, in dialogo con tutte le persone di buona volontà, una nuova ed approfondita riflessione sul senso e sui fini dell’economia e della stessa vita sociale”, a partire dalla consapevolezza – come scrive Benedetto XVI – che “la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica” e che “ogni riflessione culturale diventa feconda se ha il coraggio di mettere in campo e di confrontarsi con la totalità dell’umano”.