Società

Roubini: macchè ripresa; qui si rischia una brutta fase per i mercati

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E ora attenzione perchè a parlare è lui, Nouriel Roubini, professore di Economia a New York, lo stesso che aveva previsto la crisi finanziaria globale del 2008 e lo stesso che dice spesso le cose come stanno, senza indorare affatto la pillola.

Anche se le economie americana ed europea dovessero riuscire a evitare un double dip, lo stato dei fatti assomiglierà sempre a quello di una recessione. E’ questo che ribadisce da Cernobbio, in Italia, in occasione del Forum Ambrosetti a cui in queste ore stanno partecipando gli esperti e i guru della finanza.

Come già anticipato qualche giorno fa, il secondo semestre dell’anno secondo Roubini rimarrà debole, con il Pil Usa del terzo trimestre che potrebbe essere ben al di sotto dell’1% e spingere dunque la recessione a double dip degli Stati Uniti a una percentuale superiore al 40%.

Ma le brutte notizie non finiscono qui: più della età delle 800 banche Usa che sono inserite nella “lista critica” probabilmente falliranno; e il “grande rischio è una fase al ribasso dei mercati che potranno avere un impatto sui bond, sull’azionario e sui mercati del credito”.

D’altronde, “le perdite dei posti di lavoro sono elevate, e i numeri che provengono dal fronte occupazionale lo dimostreranno. Non c’è crescita di posti di lavoro nel settore privato, i consumi sono deboli, le esportazioni sono deboli e il mercato immobiliare è debole”.

Quanto preoccupa poi è che “le autorità monetarie hanno esaurito le loro cartucce, il problema è che abbiamo bisogno di un consolidamento fiscale, ma la politica fiscale fa fronte al problema dei debiti, e la politica monearia sta diventando inefficace”.

Insomma, l’adozione di ulterior manovre di politica monetaria espansiva non darebbe frutti perchè i tassi di interesse sono già bassi. “Siamo nella trappola della liquidità e abbiamo problemi di insolvenza”.

“Ciò di cui abbiamo bisogno è un insieme di piani credibili di spesa nl medio termine sulla sanità, sul welfare e sui sistemi pensionistici”.

Il risultato è che “il tasso di crescita più sostenuto nel corso dei prossimi 18 mesi arriverà da mercati come il Brasile, che cresceranno più della Cina per la prima volta in 20 anni”.