New York – L’Italia ha già oltrepassato il punto di non ritorno della sua crisi finanziaria, di cui un mese fa WSI aveva indicato il limite, e nel 2012 sarà obbligata a varare una ristrutturazione obbligata del suo debito pubblico.
E’ la tesi del centro di ricerche Roubini Global Economics (Rge) dell’economista della New York University Nouriel Roubini che sottolinea come, avendo oltrepassato il rendimento del 7% sui titoli decennali per la prima volta lo scorso 9 novembre, la situazione appaia già compromessa.
“Fino a ora nessun paese dell’area euro è riuscito a recuperare la fiducia del mercato una volta che i titoli di Stato hanno oltrepassato la soglia del 7%, con la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo che hanno dovuto richiedere un salvataggio finanziario poco dopo”, si legge nella nota riportata dall’agenzia Dow Jones nella quale si ritiene estremamente difficile recuperare la fiducia del mercato una volta che i rendimenti sono saliti fino a tale livello”.
Il centro studi di Roubini avverte poi che la dimensione dell’assistenza finanziaria che sarebbe necessaria per l’Italia insieme all’inadeguatezza di una strategia di salvataggio per l’area euro esclude un pacchetto di aiuti attuabile e probabilmente obbligherebbe l’Italia a una ristrutturazione del debito già nel 2012.
“Non prevediamo che l’Italia sia in grado di reagire in tempo per affrontare il suo problema del debito con un adeguato consolidamento fiscale e un piano di riforme strutturali”.