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Rolls Royce: “Si può investire dall’estero in Italia”, noi l’esempio

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ROMA (WSI) – “Abbiamo investito in Italia e vogliamo continuare a farlo. Ci sono risorse ed eccellenze di altissimo livello”.

Il presidente di Rolls Royce Italia, Giuseppe Ciongoli, lo dice anche un po’ con orgoglio, essendo italiano. Alle sue spalle c’è un gruppo globale che nel 2013 ha registrato ricavi per 15,5 miliardi di sterline, con un utile di 1,7 miliardi e con portafoglio ordini di 71,6 miliardi, sempre di sterline. Un gruppo presente da oltre 60 anni in Italia, dove è attivo nei settori aerospaziale, navale e della propulsione industriale, e che scommette sulla componentistica made in Italy.

Presidente Cingoli, dove avete investito in Italia?

“Abbiamo rilevato da Finmeccanica la Europea Microfusioni Aerospaziali, una società con sede ad Avellino, specializzata in fusioni ad altissima tecnologia. In un primo tempo avevamo acquisito il 33% delle quote, poi ho visto l’opportunità e abbiamo rilevato l’intero pacchetto. Quando siamo entrati aveva 180-200 dipendenti, oggi ne ha 450-460. Abbiamo assunto soprattutto giovani delle Università del Sud Italia. Una realtà interessantissima: contiamo di raddoppiare il fatturato entro il 2015/16 e di assumere altre 20-30 persone”.

Il management è italiano?

“Dopo l’acquisizione la società è stata condotta da manager britannici, che hanno formato dirigenti italiani. Oggi il management è tutto italiano”.

Il territorio ha recepito?

“Abbiamo anche lanciato un progetto a valle di Ema, un cluster denominato Poema, vale a dire Polo europeo microfusioni aeronautiche, che raggruppa una rete di società capaci di essere competitive sul mercato globale nella produzione di componenti di fusione per motori a turbina, nostre potenziali fornitrici. Per ora ne abbiamo selezionato una decina”.

Avete investito anche in altre zone italiane?

“Abbiamo assegnato una commessa di oltre 2 miliardi di dollari alla Forgital, un’azienda di Vicenza specialista in forge speciali per l’industria meccanica, tra le poche al mondo a farlo. Per noi produce forge al titanio per i Fan Cases per il motore Trent XWB, che sarà installato sui nuovi Airbus, e per il Trent 1000 che andrà sui nuovi Boeing 787”.

Lo shopping in Italia proseguirà?

“Stiamo analizzando altre possibilità”.

La vostra è una scelta che sembra smentire le voci che denunciano le difficoltà delle aziende straniere a investire nel nostro Paese.

“La nostra è stata un’esperienza eccellente. Siamo stati aiutati dal ministero dello Sviluppo economico, da quello dell’Istruzione e della Ricerca e da Invitalia. Certo, se vi fosse uno sportello unico a cui le aziende straniere potessero rivolgersi, faciliterebbe le cose”.

Parliamo di mercato in generale, ora. Il gruppo Rolls Royce ha chiuso il 2013 in utile. Che vede all’orizzonte?

“Abbiamo chiuso il 2013 bene rispetto al 2012. Per quest’anno ci sarà una leggere flessione sotto il profilo dei valori finanziari, che considererei tecnica, a fronte in particolare del completamento dell’acquisizione di Tognum Ag, la società tedesca dei motori MTU. Ma gli ordini non sono in calo e nel 2015 confidiamo di continuare a crescere”.

Che accadrà nei singoli settori? Quello dei trasporti civili, ad esempio.

“Vedo grandi prospettive. Le flotte di aerei e navi hanno in media 20-25 anni di età, dunque destinate ad essere sostituite. E le merci e le persone viaggeranno sempre di più via mare e via aerea”.

Il settore militare?

“Ha fatto registrare una flessione. A Occidente, però, si sta ricominciando a pensare di rivedere i budget di spese militari, a fronte di nuove minacce”.

Nel caso dell’Italia?

“Si tratta, naturalmente, di una decisione politica. C’è un aumento della minaccia nel Mediterraneo, avere un ruolo su questo scacchiere diventa una necessità, le navi diventano vecchie…”

Che ne pensa della scelta dei grandi gruppi, come ad esempio Fincantieri, di quotarsi?

“Noi nel 2003, anno in cui la nostra azione ha raggiunto il minimo storico, abbiamo avviato un piano di ristrutturazione organico che ci ha visto crescere costantemente di anno in anno. I grandi gruppi si devono e si stanno adeguando agli sviluppi del mondo. C’è chi lo fa più velocemente, chi meno; chi con capitale privato, chi con l’aiuto del pubblico o del flottante. La Borsa, le acquisizioni fanno parte di un piano a lungo termine che consentirà ai grandi gruppi di risalire la china della crisi economica”.

Restiamo nel comparto navale. Avete di recente presentato un prodotto innovativo, la turbina a gas MT30, che offrite in pacchetto con motori MTU diesel. Nel campo militare, è già utilizzata da alcune Marine europee. Perché, ad esempio, navi italiane dovrebbero scegliere il gas?

“Le navi militari si appesantiscono, con i nuovi armamenti e assorbono più energia. Questo sistema consente di avere a disposizione maggiore potenza, dunque energia e in definitiva consente maggiori performance. Ma è un discorso che vale anche per le nuove navi passeggeri e mercantili: il gas liquido è il carburante navale del futuro, stante il livello di abbattimento delle emissioni, conforme alle future restrizioni in team di tutela ambientale, e ai minori costi di esercizio che garantisce”.

Presidente, non ci giriamo intorno. Tra i progetti di Rolls Royce c’è anche il consolidamento dei rapporti commerciali con Fincantieri.

“La nostra collaborazione commerciale con Fincantieri è storica, a cominciare dagli apparati propulsivi del Destriero, il bolide che segnò il record di velocità sull’Atlantico nel 1992. E non potrebbe essere diversamente, visto che stiamo parlando del primo gruppo cantieristico del mondo occidentale e il quarto nel mondo. Navi da crociera, traghetti, megayacht e unità militari: a nostro avviso, in Italia si presentano alcune fra le maggiori opportunità in Europa nel settore marino-navale nei prossimi 10 anni e a fronte di ciò ci auguriamo di poter stabilire una collaborazione strategica con Fincantieri. Ma non solo. Lavoriamo con i cantieri Vittoria, per la propulsione di motovedette militari; abbiamo un rapporto consolidato con la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera; collaboriamo con Intermarine e con Rosetti Marino per le unità offshore, oltre che con diversi marchi della nautica da diporto”.

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