Meno Bot e più azioni. Il portafoglio dei risparmi delle famiglie italiane si diversifica: dimenticati gli scandali, ora gli italiani sembrano essere tornati ad apprezzare investimenti più rischiosi, anche alla luce delle maggiori tutele che vengono garantite con le nuove normative. Nel 2005 i titoli a deposito presso il sistema bancario sono aumentati dell’1,1%: sono diminuiti i titoli di stato (-6,2%), mentre sono tornate a crescere le sottoscrizioni di obbligazioni emesse dal settore privato non bancario e le azioni (+4,8).
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“A livello nazionale i titoli in custodia presso il sistema bancario sono detenuti per il 44,8% dalle famiglie consumatrici. la quota rimanente – si legge nel bollettino della Banca d’Italia – è attribuibile alle società finanziarie ed assicurative (31,0%), alle società fiduciarie e di intermediazione finanziaria (13,3%), alle imprese non finanziarie (9,1%) ed alla pubblica amministrazione (1,8%)”. In ogni caso – rileva Via Nazionale – “per le sole famiglie consumatrici il valore nominale dei titoli in custodia è diminuito del 2,7%. Il calo ha interessato tutte le ripartizioni territoriali.
Al nord è stato determinato esclusivamente dai titoli di stato e dalle quote di fondi comuni di investimento, al centro ed al sud sono diminuite anche le obbligazioni non bancarie. L’investimento azionario delle famiglie è cresciuto ovunque, in misura più marcata nell’area centrale del Paese”. Nonostante il maggior grado di rischio a cui si espongono, comunque, le famiglie, soprattutto quelle meridionali, continuano a preferire il denaro sonante alla moneta elettronica: al Sud, infatti, solo quasi una famiglia su quattro (il 38%) ha un bancomat o una carta di credito, a fronte del 72% del Nord e del 68% del centro.
A scattare la fotografia del portafoglio degli italiani è la Banca d’Italia. E’ proseguita inoltre a ritmi sostenuti la crescita degli utilizzatori di servizi bancari attraverso il canale telefonico, la rete internet e gli accessi telematici diretto. L’incremento nel 2005 è stato nel complesso superiore al 20%, ed ha interessato tutte le aree del Paese ed ha riguardato sia i servizi di tipo informativo, sia quelli dotati anche di funzioni dispositive. “Il 72% dei nuclei familiari (dati 2004) del nord possiede una carta di pagamento (bancomat o carta di credito); al centro ed al mezzogiorno tale percentuale scende, rispettivamente, al 62% ed al 38%. Analogamente – sottolinea Banca d’Italia – l’utilizzo dei servizi di remote banking è più diffuso fra le famiglie del Nord e del centro (rispettivamente 7,8 e 6,4%) rispetto a quelle del Mezzogiorno”.