Editoriali

Risparmi a rischio: Germania tassi negativi su tutti i conti. E in Italia?

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“Il tasso negativo lo fissa la Bce, non noi. Noi lo applichiamo”.

Questo il pensiero dell’AD della Volksbank Raiffeisenbank Fuerstenfeldbruck, una banca regionale vicino a Monaco di Baviera, tra le prime ad aprire un nuovo corso di applicazione di tassi negativi sui conti correnti.

Quindi in Germania cade un nuovo tabù: il limite dei 100mila euro, considerati una sorta di Linea Maginot.  L’applicazione del costo sarà fatta senza distinzione di saldo depositato.

Prima infatti si pensava ad un limite di 100mila euro su cui applicare il costo dello 0,50%  adesso invece la Volksbank Raiffeisenbank Fuerstenfeldbruck è andata oltre.

Ma cosa accadrĂ  alle altre banche?

Vedremo presto una corsa dei correntisti verso istituti che non applicheranno la formula della VRF, oppure ci sarĂ  la corsa delle altre banche ad emulare la VRF?

In realtà c’è chi sta già facendo peggio.

La Frankfurter Volksbank, infatti, uno dei maggiori istituti di credito cooperativo del paese, sta prendendo in considerazione l’idea di spingersi oltre e di addebitare ad alcuni nuovi clienti lo 0,55% per tutti i loro depositi.

Insomma in questo modo la banca non solo pareggerebbe il costo applicato dalla Bce, ma guadagnerebbe anche qualcosina di margine. La notizia è stata riportata dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali in merito da parte dell’istituto.

Nessun dubbio, invece, sui tagli applicati a personale e sportelli. Ieri il nuovo piano industriale di Unicredit con 500 filiali chiuse ed 8mila esuberi. Salgono così a 75mila i posti di lavoro tagliati dal sistema bancario quest’anno in tutto il Mondo.

La somma è presto fatta, basta infatti far riferimento ai piani industriali delle singole banche per rendersene conto.

Nel grafico è evidenziato come sia proprio Deutsche Bank con 18mila tagli annunciati, la prima, ma Unicredit segue a ruota con gli 8mila appena ufficializzati dal nuovo piano industriale presentato da Mustier.

Quello che fa specie è che dei 75.5mila tagli di dipendenti l’83% sia stato registrato principalmente da banche europee. Una situazione che evidenza come, il modello degli istituti di credito del vecchio continente fosse meno performante e già più vetusto di quello americano, capace di resistere con maggior flessibilità anche alla crisi che esso stesso aveva generato.

Ma intanto Unicredit, salvo ripensamenti non preventivabili, ha aperto anche in Italia la fase d’applicazione dei tassi d’interesse negativi sui conti correnti. Se non ci saranno smentite si partirà il primo gennaio e sarà per i conti superiori al milione di euro. Ci saranno anche nel nostro Paese accelerazioni nella direzione già osservata in Germania? Con il perdurare dei tassi negativi e senza una rivisitazione della Bce, anche le altre banche italiane seguiranno l’esempio di Unicredit?

Staremo a vedere o…a pagare.

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