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Riscatto laurea con sconto sarà prorogato al 2023: come funziona

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Diventa sempre più concreta la prospettiva di una proroga al 2022 per il riscatto degli anni di laurea agevolato. Lo hanno confermato fonti governative all’Ansa e al Messaggero.
L’ipotesi allo studio è di prolungare la misura introdotta nel 2019, in via sperimentale per un triennio, con il decreto 4/2019 che aveva avviato anche Quota 100 e il Reddito di cittadinanza.

L’opportunità è stata colta con un certo favore: le domande di riscatto per il pensionamento anticipato pervenute nel solo 2020 sono state ben 55mila.

Riscatto laurea, come funziona

Stando alle normative attualmente in vigore, è consentito il riscatto per un massimo di 5 anni di laurea a condizioni agevolate fino alla fine del 2021, senza limiti di età, ma a condizione di non aver versato contributi prima del 1996 e di essere iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (dipendenti, autonomi o gestione separata). La richiesta deve essere inoltrata online all’Inps, oppure, ma solo nel settore privato, dal datore di lavoro.

I contributi riscattati utilizzando questa agevolazione vengono valorizzati con il sistema contributivo, meno generoso di quello retributivo, anche se si riferiscono a periodi precedenti al 1996. Come spiega Pmi.it, l’onere di riscatto è pari a quello versato dai soggetti inoccupati, calcolato convenzionalmente sul minimale di artigiani e commercianti e applicando un’aliquota del 33%.

 

Il costo del riscatto è prossimo ai 5.200 l’anno, una cifra che però è possibile portare in detrazione del 50%. L’importo può essere saldato in una unica soluzione o al massimo in 120 rate mensili (senza interessi) non inferiori ai 30 euro.
Ricordiamo che, in generale, il riscatto non risulta conveniente per quei soggetti che si trovano vicini all’aver maturato i requisiti di età per la pensione di vecchiaia.

La domanda di opzione al sistema contributivo va presentata, in via telematica dal portale dell’Istituto www.inps.it, con inserimento di Pin e codice fiscale (a decorrere dal 1° ottobre 2020 l’Istituto non rilascia più nuovi Pin), oppure Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale).