Roma – I timori sulla ripresa economica globale continuano a trascinare in calo il prezzo del greggio e il contratto Wti scende al di sotto dei $83. La settimana per il petrolio sembra così indirizzata per chiudersi con un calo dell’13% circa, la variazione negativa più consistente dai sell-off delle commodities a maggio. Non se la passa meglio il Brent, in direzione -11% rispetto alla chiusura dello scorso venerdì.
Non solo la debolezza dei dati Usa, l’economia più grande al mondo, ma anche l’inasprimento della crisi debitoria europea, con l’intensificarsi dell’attacco a Italia e Spagna, pone dei dubbi sull’andamento futuro della domanda di materie prime, e in particolar modo degli energetici.
Dopo i forti sell nella giornata di ieri (-6% circa), il Wti ha toccato oggi quota $82,87, i minimi sin dal 26 novembre. Il Brent ha invece raggiunto $104,3. Al momento i prezzi sono: Wti ($86,11, -0,6%) e Brent ($108,4, +1,07%).
“Sembra che l’economia Usa possa subire una nuova recessione”, ha detto a Reuters Monty Guild, chief executive officer di Guild Investment Management. “Anche se ci attendiamo che un rallentamento dell’attività economica porti varie banche centrali a stampare nuova moneta, i mercati stanno attraversando un periodo nero, che ci obbliga a ridurre l’esposizione”.