(WSI) – La ripresa c’é, si vede e non solo nelle statistiche. Addirittura gli ultimi dati darebbero tassi di rimbalzo ben più elevati di quelli che si potevano prevedere fino a pochi giorni fa. Ora però sorgono due dubbi: quanto é solida questa ripresa che, come noto, é stata fortemente aiutata da stimoli fiscali e finanziari e come si fa evitare che si tramuti presto in inflazione?
I due dubbi sono circondati da una grande certezza, cioè che d’ora in poi sia ancor più necessaria una grandissima maestria da parte di governi e banche centrali. Ma vediamo bene come stanno le cose.
1 – La solidità.
In America sono preoccupatissimi di questo aspetto e sopratutto per una ragione: per la prima volta i soldi degli stimoli fiscali e finanziari non hanno determinato consumi, ma sono andati ad incrementare i risparmi. L’americano medio infatti é talmente preoccupato della situazione che tiene i soldi sul conto corrente, talvolta rimborsa un pezzo del mutuo, ma non spende. Questo aspetto rende la ripresa meno fatua, ma certamente non spinge quei consumi che a loro volta determinano altri consumi e soprattutto investimenti, rendendo più solido, più largo, più vero, questo primo bagliore di ripresa. Se puo’ interessarti, in borsa si puo’ guadagnare con titoli aggressivi in fase di continuazione del rialzo e difensivi in caso di volatilita’ e calo degli indici, basta accedere alla sezione INSIDER. Se non sei abbonato, fallo ora: costa solo 79 centesimi al giorno, provalo.
2 – L’inflazione
Il grande mostro evocato da tanti in questi giorni é una ripresa forte dell’inflazione. Ma forse il mostro non apparirà e le preoccupazioni di oggi sono eccessive. Per tre ragioni:
– l’inflazione può nascere o da un eccesso di liquidità in circolazione o da una scarsità di fattori produttivi. Nel caso specifico tutti dicono che con le enormi masse di denaro messe in campo da governi e banche centrali da un anno a questa parte, un elevato tasso di inflazione é inevitabile. In effetti il rischio teoricamente c’é ma, se si guarda bene agli utilizzi della liquidità, si nota che una rilevantissima porzione degli stessi sono stati la copertura dei buchi nei bilanci delle varie mega banche, delle Aig, delle case automobilistiche. Cioè questi soldi non sono andati in giro, ma hanno sopperito a mancanze di danaro che prima erano risolte da derivati, cartolarizzazioni, operazioni strutturate. Cioè finte.
– l’inflazione in realtà nasce da una scarsità degli strumenti tipici del capitalismo produttivo che, con lo sviluppo, vengono a mancare. Però oggi le materie prime, dopo un po’ di rimbalzo essenzialmente dovuto alla ricostituzione delle scorte, sono a livelli non preoccupanti. Ed anche i future non segnalano certo dinamiche pericolose. Il costo del lavoro é bassissimo perché con gli attuali tassi di disoccupazione la gente é più preoccupata di ritrovare o mantenere un posto che di chiedere aumenti di salario. La produttività é ai massimi storici perché tutte le aziende del mondo dotate di un minimo di capacità gestionale hanno fatto il possibile per ottimizzare le produzioni. Infine il costo denaro é ad un livello talmente basso da far pensare che, se anche raddoppiasse o triplicasse, il tasso emergente sarebbe ben più contenuto di quello che abbiamo visto negli ultimi decenni.
– Il crollo del Pil mondiale, a cui si assiste da circa un anno non é altro che una distruzione di ricchezza che si trascina nel tempo. Per cui, prima che si generi un effetto inflattivo, bisognerà che non solo il Pil torni positivo, ma che il rialzo compensi i cali dei periodi precedenti.
In sostanza, ci sarà un po’ di inflazione, ma nulla di preoccupante, probabilmente almeno fino alla fine del prossimo anno. Poi, nel 2011, si vedrà. E’ chiaro che nessuno ha la sfera di cristallo, però é difficile credere che il grande mostro dell’inflazione – o peggio ancora dell’iper-inflazione – sia dietro l’angolo. A meno che non faccia comodo a qualcuno continuare ad agitare spettri. Come se non ne avessimo già avuti abbastanza.
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