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(WSI) –
L’oro ha rotto al rialzo il muro psicologico di 700 dollari l’oncia e si candida come uno dei cavalli vincenti per un gran finale 2007. Tra luglio e ad agosto, i manager di hedge fund, costretti far cassa per soddisfare le richieste dei sottoscrittori, hanno messo sul mercato i gioielli di famiglia. Poi, esaurita la pressione delle vendite, il prezzo dell’oro è decollato. Borsa & Finanza ne parla con David Abramson, che cura una lettera finanziaria dedicata alle materie prime per la Bca Research.
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Mr. Abramson: recessione sì o recessione no?
Recessione no, sebbene in questo momento si debba essere cauti. Per ora privilegio il fatto che l’economia globale mostra un buon dinamismo al di fuori degli Stati Uniti. Per esempio, le esportazioni cinesi e giapponesi verso l’America sono piatte, ma in accelerazione verso l’Europa e il resto del mondo. Le stesse multinazionali USA registrano ottimi affari nei mercati stranieri.
E la Fed sta per tagliare…
Esatto. E ciò darà il via a forti correnti d’acquisto sull’oro.
Ce ne vuole spiegare il motivo?
Volentieri. Le Banche Centrali fronteggiano la crisi dei mutui ipotecari attivando politiche di immissione di liquidità che sono sotto gli occhi di tutti. A loro volta, i detentori di disponibilità finanziarie dovrebbero approfittare dell’aumento della liquidità per investire in beni rifugio, oro in testa. I dati dei fondi comuni sembrano confermare questa diagnosi.
A cosa si riferisce?
Mi riferisco agli acquisti di Etf specializzati sull’oro. Com’è noto, comperare Etf sull’oro equivale ad incrementarne la richiesta fisica perché essi non fanno altro che accumulare lingotti. Ebbene, per tutto il 2007, la domanda di questi fondi indice è cresciuta. Per di più, si è verificato un fatto nuovo.
Vale a dire?
Mentre a cavallo fra il 2006 e il 2007 le maggiori adesioni agli Etf si traducevano in una certa fuoriuscita di capitali dalle azioni aurifere, nelle ultime settimane gli Etf e i titoli minerari sono saliti in tandem. Esistono poi forti margini di miglioramento: cito l’imminente quotazione di un nuovo Etf nella piazza finanziaria di Tokio e il vivo interesse dei risparmiatori cinesi per quello presente nel listino di Shanghai. (in Piazza Affari al Sedex è trattato anche un certificato, scadenza 30/9/11 che replica l’andamento dell’indice Amex Gold Bugs senza effetto leva, ndr).
Tuttavia il rincaro dei metalli preziosi ne ha un po’ depresso l’uso nel comparto della gioielleria, non è così?
Sì, ma adesso stanno emergendo segnali positivi. Ad esempio le importazioni turche hanno preso il volo, e si tratta del terzo mercato al mondo per l’oro.
Lei mi pare alquanto fiducioso
Tenga a mente che il superamento della soglia di 700 dollari l’oncia ha coinciso con una notizia proveniente dall’Australia. Il top management della Newcrest, ossia la prima società aurifera del Paese, ha dichiarato di voler smantellare tutte le operazioni di copertura relative alla produzione delle sue miniere. In alte parole, la Newcrest ritiene che 700 dollari l’oncia non sia il massimo assoluto e di conseguenza preferisce esporsi alle oscillazioni di mercato piuttosto che vendere ai prezzi correnti.
Può suggerire uno schema operativo per le settimane entranti?
Il grafico dell’oro è schizzato all’insù di quasi 50 dollari l’oncia nel breve volgere di 3 settimane. La rottura è confermata indirettamente dal record del petrolio, che spesso tende a muoversi in sincronia con le altre commodity. Adesso non ci sarebbe nulla di strano se vi fosse qualche seduta di storno, una semplice parentesi prima di riprendere la corsa. Cambierei idea, però, se i corsi scendessero sotto i 660 dollari l’oncia; allora bisognerebbe valutare i fatti con rinnovata attenzione.
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