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Rimbalzano borse Ue e futures Usa. L’Ocse intanto lancia allarme debiti

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Rimbalzo per gli indici azionari del Vecchio Continente, che verso la fine della mattinata continuano a viaggiare in territorio positivo, lasciandosi alle spalle il brutto tonfo della vigilia. Il miglioramento del sentiment contagia anche gli Stati Uniti: a tre ore e mezza circa dall’inizio della giornata di contrattazioni, i futures sugli indici azionari Usa puntano infatti verso l’alto, salendo dello 0,5%.

Tornando all’Europa, alle 12 circa ora italiana Parigi balza del 2,77%, mentre Francoforte sale dell’1,74%. Molto bene anche Londra (+2%), Amsterdam (+1,93%) e Bruxelles (+2,48%).

Acquisti anche a Piazza Affari, che vede l’indice Ftse Mib guadagnare il 2,38%.

Sul listino si mette in evidenza il rialzo di Enel. Il titolo sale più del 2%, sulla scia del giudizio positivo di HSBC, che ha alzato la raccomandazione a “overweight” da “neutral”. Sullo sfondo resta anche la questione della vendita della rete Endesa, sulla quale la stampa continua a ragionare. Nei giorni scorsi si parlava dell’arrivo di ben 12 proposte, secondo quanto riferito da MF, ma anche Repubblica ipotizza che la vendita è ormai vicina.

Tornando al quadro generale, gli investitori in Europa guardano alla chiusura positiva delle piazze asiatiche – Tokyo +0,66%, in recupero in recupero dai minimi di sei mesi della vigilia – e anche alla performance segnata nella giornata di ieri da Wall Street.

Da segnalare infatti che, pur terminando la sessione all’insegna di una forte debolezza, nell’ultima ora di contrattazioni gli indici azionari americani hanno messo un freno alle vendite limitando le flessione. Il Dow Jones è riuscito così a riportarsi sopra la soglia psicologica dei 10000 punti.

Restano comunque sullo sfondo le incertezze per il destino finanziario dell’Eurozona e del sistema bancario europeo dopo il tracollo del banco spagnolo CajaSur, oltre che i problemi tra le due Coree.

Incertezze che sono state confermate pochi minuti fa dallo stesso rapporto di primavera dell’Ocse, denominato ”Economic outlook'”. Pur alzando le stime sulla crescita dell’economia globale – che per quest’anno dovrebbe attestarsi al 4,75% – l’organizzazione internazionale ha lanciato un avvertimento sulla crisi del debito, in particolare nell’Eurozona, che costituisce un pericolo.

L’Ocse ha lanciato l’allarme anche sulla crescita impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch’essa rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale.

In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell’ Ocse, quest’anno, dovrebbero far registrare una crescita del 2,70% e circa il 2,80 nel 2011, in miglioramento rispetto al 2,50% stimato nel novembre scorso.

L’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo ha però aggiunto che gli squilibri mondiali, tra le cause della crisi economica in atto, potrebbero ripresentarsi ancora.

”La crescita e’ in atto nell’area Ocse – si legge nel rapporto dell’organizzazione con base a Parigi – con differenti velocita’ nelle diverse regioni del mondo e a un ritmo maggiore rispetto a quanto previsto nel precedente rapporto”. Ma ”i rischi per la ripresa globale potrebbero essere piu’ alti ora a causa della velocita’ e della magnitudine degli apporti di capitale nei paesi emergenti e l’instabilita’ dei mercati del debito sovrani”.