(WSI) – Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile ed il prefetto Corrado Catenacci, ex commissario ai rifiuti della Regione Campania sono stati arrestati nell’ambito di un’operazione per reati ambientali eseguita in varie zone d’Italia dai carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) e dalla Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli. Sono indagati anche l’ ex presidente della Regione Antonio Bassolino, l’ex assessore regionale Luigi Nocera e l’ex capo della segreteria politica di Bassolino, Gianfranco Nappi. L’inchiesta sui reati ambientali legati allo smaltimento dei rifiuti in Campania ed in particolare del percolato ha portato all’arresto di 14 persone. Le persone indagate sono 38.
Ai due arrestati è stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari. Le accuse sono di associazione per delinquere, truffa e reati ambientali. Nel corso delle indagini è stata accertata l’esistenza di un accordo illecito tra pubblici funzionari e gestori di impianti di depurazione campani che ha consentito, per anni, lo sversamento in mare del percolato (rifiuto liquido prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani), in violazione delle norme a tutela dell’ambiente. Il percolato veniva immesso senza alcun trattamento nei depuratori dai quali finiva direttamente in mare, contribuendo ad inquinare un lunghissimo tratto di costa della Campania, dal Salernitano fino al Casertano.
Gli impianti da cui il percolato e i liquami sono stati versati in mare sono sette, quasi tutti nella zona tra Napoli e Caserta. In pratica, tra l’inizio 2006 e la fine del 2007 in Campania è stato deciso, secondo l’accusa, di ‘far sparire’ il percolato prodotto nelle discariche regionali utilizzando depuratori che si sapeva non essere idonei. Motivo: risparmiare denaro e guadagnare tempo per risolvere l’emergenza rifiuti di quegli anni in Campania. Con il risultato che i liquami finivano dritti in mare, così come erano.
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