Roma – In consiglio dei ministri arriva fuorisacco il decreto per il rifinanziamento delle missioni militare italiane all’Estero. La Lega viene battuta e il governo procede sulla strada voluta dal Pdl e dal presidente della Repubblica: in consiglio dei ministri è stato infatti approvato il decreto per il rifinanziamento delle missioni militari italiane all’Estero.
Prima delle riunione, presieduta dal premier Silvio Berlusconi, i ministri leghisti Roberto Maroni e Roberto Calderoli avevano continuato a contestare l’inopportunità di discutere oggi del provvedimento, ribadendo il concetto già espresso mercoledì in una lettera a Palazzo Chigi e poi in un vertice con il ministro della Difesa Ignazio La Russa ed il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Nella riunione tuttavia poi si sarebbe raggiunta l’intesa – riferiscono fonti di governo – sul testo del decreto, dopo che mercoledì, come detto, la Lega aveva chiesto un confronto preliminare all’approvazione del decreto.
GASPARRI, IMPEGNO E’ ASSICURARE RIFINANZIAMENTO – “Ci sarà un’intesa tra governo e maggioranza per una soluzione positiva. L’impegno è assicurare il rifinanziamento” delle missioni internazionali di pace. Lo ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri a margine dell’Assemblea della Coldiretti
– Il Consiglio, nel rivolgere il proprio apprezzamento e partecipe omaggio ai militari e civili italiani impegnati con convinzione e spirito di sacrificio nelle missioni internazionali, ha convenuto sull’opportunita’ di procedere, di concerto con le Istituzioni internazionali e tenuto conto degli sviluppi sul terreno, ad ogni possibile ridefinizione dei nostri contingenti. La ricerca di soluzioni concordate sara’ ponderata e tempestiva”. E’ quanto scritto nella nota finale della riunione del Consiglio supremo di difesa.
La prossima riunione del Consiglio supremo di difesa è stata fissata per il giorno 23 novembre 2011. Lo rende noto il comunicato diffuso al termine della riunione di oggi.
‘VALUTARE POST-CONFLITTO CON ALLEATI’ – “Con riferimento alla crisi libica, che riveste particolare interesse per l’Italia, è stato effettuato un punto di situazione sull’andamento delle operazioni in corso e sulle loro prospettive. Al riguardo, è stata sottolineata l’opportunità di valutare, insieme agli alleati, le possibili azioni da intraprendere nella situazione post-conflittuale che tende a delinearsi a conclusione della missione in corso su mandato dell’ONU”. E’ questa la decisione presa dal Consiglio Supremo di Difesa, come si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione.
‘MISSIONE CONTINUA FINO A FINE’ – L’Italia partecipa alla missione in Libia fino alla fine del conflitto. E’ questo il senso del passaggio su questo tema inserito nel comunicato diffuso al termine del Consiglio Supremo di difesa. “Con riferimento alla crisi libica, che riveste particolare interesse per l’Italia- si legge nel comunicato- è stato effettuato un punto di situazione sull’andamento delle operazioni in corso e sulle loro prospettive. Al riguardo, è stata sottolineata l’opportunità di valutare, insieme agli alleati, le possibili azioni da intraprendere nella situazione post-conflittuale che tende a delinearsi a conclusione della missione in corso su mandato dell’ONU”.
7.224 ITALIANI IMPEGNATI IN 29 MISSIONI
Sono 29 le missioni all’estero, in 28 diversi Paesi, che vedono impegnati 7.224 militari italiani: è questa la situazione aggiornata al 30 giugno scorso, secondo i dati del ministero della Difesa. Il contingente più numeroso (4.200 uomini) si trova in Afghanistan; segue il Libano (1.780) ed i Balcani (650). Ecco l’elenco delle principali missioni, suddivise per Paesi in cui i contingenti sono schierati. Non è compresa la missione Unified Protector in Libia, cui la Difesa italiana partecipa con navi ed aerei.
MISSIONI NUMERO MILITARI: Afghanistan 4.200, Libano 1.780, Balcani 650, Acque Somalia, antipirateria 274, Emirati-Tampa-Bahrein 125, Egitto 78, Iraq 73, Malta 25, Uganda 19, Albania 18, Georgia 15, Hebron 13, Israele 8.
LEGA SCRIVE A P.CHIGI,STOP DL RIFINANZIAMENTO MISSIONI – Il ministro per la Semplificazione Legislativa Roberto Calderoli ha inviato, a quanto apprende l’ANSA, una lettera a palazzo Chigi nella quale sottolinea l’assoluta inopportunità di esaminare fuori sacco in cdm il decreto legge sul rifinanziamento delle missioni militari all’estero senza che prima vi sia stato un chiarimento politico con la certificazione del numero di contingenti nelle missioni.
La lettera inviata dalla Lega alla presidenza del Consiglio sembra chiudere la strada all’ipotesi che possa essere presentato un decreto per rifinanziare le missioni militari all’estero. A meno che – si lascia intendere – prima del Consiglio dei ministri in programma domattina, non ci siano contatti tra i partiti di maggioranza. In ogni caso, la Lega non cederebbe all’ipotesi di aprire una discussione sul rifinanziamento se prima non verranno definiti con assoluta precisione i “numeri” relativi alle missioni internazionali ed ai contingenti impegnati. Si nota, inoltre, come il ministro Calderoli abbia scelto l’invio di una lettera alla Presidenza del Consiglio, tralasciando pertanto i contatti informali con i membri di Governo.
RASMUSSEN,PER GHEDDAFI E’ LA FINE DELLA PARTITA – “Per Gheddafi è la fine della partita”: lo ha detto il segretario generale della nato Anders Fogh Rasmussen, commentando la nuova offensiva dei ribelli verso Ovest.
“Non spetta a noi dire se l’offensiva dei ribelli sarà vittoriosa, ma è chiaro che Gheddafi perde terreno ogni giorno”, ha detto Rasmussen. “La sua macchina di guerra è degradata, i suoi generali e i suoi ministri lo lasciano ed ha perduto il sostegno della comunità internazionale. Per Gheddafi è la fine della partita”, ha aggiunto Rasmussen. Sull’avanzata dei ribelli, il capo della Nato ha poi rilevato che “abbiamo visto progressi: sono avanzati nelle ultime settimane, ma non sappiamo di sicuro quanto possono avanzare”, ha affermato. Ad una domanda se la Nato li sosterrà, Rasmussen si è limitato a ripetere che “il mandato della Nato è l’applicazione della risoluzione 1973 dell’Onu”. “E’ però chiaro – ha ribadito – che la macchina di guerra di Gheddafi è considerevolmente degradata e la sua capacità di attaccare i civili fortemente diminuita. E questo è un successo innegabile”.
SARKOZY VUOLE VITTORIA SU GHEDDAFI 14 LUGLIO – Il presidente francese Nicolas Sarkozy “pretende” una vittoria nella guerra in Libia il 14 luglio, giorno della festa nazionale della Francia: lo scrive oggi il settimanale satirico ‘Le Canard Enchaine”, sempre molto ben informato sui retroscena dell’Eliseo. Allo Stato maggiore dell’esercito, prosegue il Canard, generali e ufficiali sono sbigottiti.
L’ordine del presidente, affermano, “é qualcosa di mai visto prima”. Se la loro condizione di militari disciplinati li costringe ad obbedire senza discutere, alcuni si dicono “stupefatti” della direttiva del capo dell’Eliseo, che sogna di proclamare la vittoria e la caduta del leader libico Muhammar Gheddafi, in occasione delle celebrazioni del 14 luglio, afferma ancora il giornale. Sarebbe “la sua vittoria”, ironizza un diplomatico, che non si dice affatto sorpreso dal comportamento del presidente. “Adesso bisogna vincere la guerra in poco più di una settimana”, deplora un generale.