(9Colonne) – Roma, 5 set – “Basta, passo la mano. Credetemi: per alcuni anni non farò più in affari in Italia. Me ne vado a Londra”. E’ uno Stefano Ricucci “dimagrito”, ma “baldanzoso e a tratti pirotecnico come ai tempi delle sue scorribande in Borsa”, quello che, dalla sua villa sull’Argentario, dichiara in un’intervista al Sole 24ore di prepararsi ad un “esilio londinese”. “Qui il successo è un reato”, afferma l’immobiliarista 44enne a due anni di distanza dalla rovente estate dei “furbetti del quartierino”, in cui tentò la scalata ad Antonveneta, Rcs e Bnl. L’imprenditore, che ha dato mandato all’advisor Mediobanca di vendere tutti gli immobili del gruppo Magiste con la speranza “di ottenere 700 milioni di euro al lordo dei crediti Iva”, sembra voler ricominciare daccapo all’estero: “Se volete, dite pure che ho imparato la lezione – afferma – di sicuro non farò più un solo affare in Italia. Appena le vicende giudiziarie me lo permetteranno, trasferirò tutte le mie nuove attività a Londra”. Cosa vende Ricucci? si chiede il quotidiano. “Praticamente tutto, sia perché questo ci facilita l’uscita dalla procedura fallimentare, sia perchè mi sembra un ottimo momento di mercato per vendere”. Il risentimento dell’imprenditore contro i media sembra non essere dovuto solamente al loro accanimento sulla sua vita privata – “il mostro l’avete voluto creare voi giornalisti, la gente mi vuole bene” – ma anche al modo con cui è stata trattata la sua vicenda pubblica: “Lo volete scrivere, finalmente, che la Cassazione ci ha dato ragione?”. Secondo il Sole 24 ore, “Ricucci ostenta con soddisfazione la vittoria ottenuta in sede giudiziaria con la sentenza della Corte di Cassazione, che ha annullato il sequestro decretato dal Gip di Milano dei circa 100 milioni di liquidità a garanzia dell’investimento in Antonveneta”. “Lo dice la Cassazione, non io: si sono sbagliati – insiste Ricucci – Capita, può capitare a tutti. Mi piacerebbe che lo ammettessero”. Cos’altro c’è, nel futuro di Ricucci? “Attendo con fiducia, anzi con certezza, la decisione del tribunale di Roma sulla revoca al fallimento della Magiste International. Volete scherzare? Siamo in attivo, altro che in fallimento”. “La mia società – spiega – oggi ha all’attivo 86 milioni di cassa, erano poco meno di 100 scongelati dalla Cassazione, più i 56,4 milioni di plusvalenze su Antonveneta e i 21,2 milioni di plusvalenze su Rcs che sono tuttora sotto sequestro. Ditemi come fa a essere fallita una società che praticamente non ha debiti e ha un attivo di oltre 150 milioni, di cui più della metà liquidi”.