(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono saliti su tutta la curva, mentre sui periferici si è registrato un allargamento degli spread che ha interessato soprattutto Irlanda e Portogallo. Sul monetario il tasso Euribor tre mesi continua a salire portandosi ieri a 1,008%.
Il membro della Bce, Stark, in un’intervista è tornato sul tema di acquisto di bond dichiarando che la Bce non deve comprare bond nei mercati che funzionano. Infine Stark ha affermato che la Bce al momento non vede rischi né di deflazione né di inflazione. Sul fronte macro evidenziamo la continuazione del calo, in atto dallo scorso aprile, della componente prospettica dello Zew, mentre quella corrente continua a salire portandosi ai massimi da settembre 2007. Sulla base di questi dati l’istituto Zew ha dichiarato di attendersi un rallentamento nei prossimi 6 mesi.
Negli Usa tassi di mercato in calo sulla parte a lungo termine in corrispondenza del calo di oltre l’1,5% degli indici azionari. I settori che maggiormente hanno penalizzato l’indice sono stati soprattutto quelli collegati alle materie prime.
La notizia del rialzo a sorpresa di 25pb dei tassi su prestiti e depositi ad un anno da parte della Cina (il primo rialzo da circa 3 anni), ha infatti impattato negativamente soprattutto sulle materie prime. Le ragioni alla base della mossa cinese sono molteplici. Innanzitutto la necessità di frenare spinte inflattive di fronte ad una crescita maggiore del previsto: avremo informazioni aggiornate su Pil ed inflazione cinese proprio questa notte. Dall’altro lato potrebbero esservi ragioni collegate alla maggiore apertura cinese verso l’ipotesi di un graduale apprezzamento dello yuan in vista del G-20 del 10-11 novembre.
Questa mattina però lo yuan si è deprezzato vs dollaro, verosimilmente un potenziale messaggio delle autorità cinesi sulla fiducia riposta nella capacità di far fronte all’impatto di maggiori afflussi di capitali dall’estero in conseguenza del rialzo dei tassi.
Sui mercati azionari Usa ieri ha pesato anche la notizia secondo cui Pimco, BlackRock e la Fed di New York starebbero facendo pressioni su BofA per il riacquisto di alcuni mutui utilizzati come sottostante per la creazione di 47Mld$ di bond. Nel caso della Fed di New York tali bond sarebbero conseguenza degli acquisti operati in corrispondenza del fallimento di Bear Stearns e del salvataggio di AIG.
Nel frattempo ieri sono stati numerosi i discorsi di esponenti Fed, molti dei quali a favore di un secondo round di easing quantitativo. In particolare Lockhart si è spinto ad ipotizzare acquisti nell’ordine di 100Mld$ mensili. Evans ha sostenuto la necessità di acquisti “su larga scala”, aggiungendo che la Fed potrebbe impegnarsi a mantenere i tassi bassi fino a che non sarà raggiunto un certo obiettivo in termini di livello dei prezzi. Altri esponenti come Fisher hanno sottolineato che la Fed potrebbe anche non prendere alcuna decisione nel mese di novembre.
Valute: dollaro in marcato apprezzamento vs euro. La notizia del rialzo dei tassi cinesi ha rappresentato l’innesco del movimento, verificatosi in corrispondenza di forti esposizioni rialziste su euro da parte degli operatori speculativi. Il timore degli operatori è che il rialzo dei tassi cinesi possa essere l’inizio di una serie, con potenziale volontario freno della crescita del gigante asiatico.
L’area 1,37 rappresenta il primo supporto rilevante di breve termine, nell’ambito di un movimento di ritracciamento del biglietto verde che potrebbe rappresentare il prevalente motivo dominante in vista del G-20 di metà novembre. La decisione della banca centrale cinese ha condizionato l’andamento della valuta nipponica che, dopo esser ritornato ieri in prossimità di quota 82 verso dollaro, è ritornato ad apprezzarsi durante la notte sulla scia del calo della borsa nipponica.
Verso dollaro il primo livello di resistenza continua a posizionarsi in area 81, successivo in prossimità dei minimi storici a 80. Resistenza a 82. Verso euro il cross è sceso fino ad area 112. Il primo supporto per oggi si colloca a quota 11,5, resistenza a 113,6.
Materie Prime: giornata di forti cali tra le principali commodity penalizzate dalla mossa restrittiva della banca centrale cinese. Crollo per gli energetici, ad eccezione del gas naturale (+2,4%), con il petrolio che ha chiuso la sessione sotto quota 80 $/b. Stesso andamento per i metalli industriali e per quelli preziosi, con l’oro che scende sotto soglia 1350 $/oncia. Andamento misto per il settore agricolo. Ancora in calo le quotazioni dei cereali, mentre hanno chiuso in rialzo caffè (+2,9%) e zucchero (+2,7%). Positivo il settore del bestiame.
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