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Renzi sceglie Marina Sereni per gli Esteri. Una nomina senza carattere

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ROMA (WSI) – È iniziato il conto alla rovescia per la sostituzione alla Farnesina di Federica Mogherini, in trasloco verso Bruxelles, e in pole position compare un’altra donna del Partito democratico, la vicepresidente della Camera Marina Sereni.

Lo hanno detto a Reuters una fonte del ministero degli Esteri e una politica del Pd. “Il nome più accreditato è quello della Sereni”, ha detto la fonte della Farnesina.

Cinquantaquattro anni, umbra di Foligno, iscritta giovanissima alla Fgci e poi al Pci, la Sereni ha seguito nei Ds, nel Pds e poi nel Pd il cursus honorum dei dirigenti di partito: assessore regionale, deputato, responsabile Esteri e ora vicepresidente della Camera. Mai una parola fuori posto, la carriera della Sereni ha una costante, la vicinanza politica a Piero Fassino, col quale ha condiviso un percorso diverso dagli altri principali dirigenti di estrazione comunista: l’appoggio a Dario Franceschini «contro» Pier Luigi Bersani nelle Primarie del 2009 e quello a Matteo Renzi «contro» Gianni Cuperlo nelle Primarie del 2013.

Insomma questa funzionaria di partito, fassiniana, dovra’ vedersela con molossi della stazza di John Kerry e Sergey Lavrov, il segretario di Stato Usa e il ministro degli esteri russo. Come dire: in partenza succube, defilata e senza la possibilita’ di un guizzo di autonomia per l’Italia, in politica estera.

L’equilibrio di genere nell’esecutivo – otto ministri e altrettante ministre – e la fedeltà all’attuale linea politica del Pd appaiono gli elementi che il premier e segretario del partito Matteo Renzi sta valutando per proporre al Quirinale il nuovo titolare degli Esteri.

“Renzi vuole un’altra donna alla Farnesina e Sereni sembra la scelta più in continuità con la Mogherini”, ha detto la fonte del ministero.

Leggi la biografia sul sito della Camera dei Deputati

Dal primo novembre l’attuale capo della diplomazia italiana sarà il nuovo Alto rappresentante Ue per la politica estera, dopo avere ottenuto ieri il via libera dal Parlamento europeo. La corsa alla Farnesina è ufficialmente aperta.

La Sereni, 54 anni di Foligno, si è formata politicamente dentro il Pci ed è entrata alla Camera nel 2001 come deputata dei Ds. Nello stesso anno l’allora segretario Piero Fassino la chiamò alla segreteria del partito con l’incarico di responsabile degli Esteri fino al 2005.

Con la Mogherini ha condiviso negli anni l’interesse per la cooperazione internazionale e i movimenti pacifisti; con Fassino gli orientamenti politici interni al partito, che l’ha vista schierarsi da ultimo accanto al segretario Renzi.

“Sabato prossimo con molti altri dirigenti del Pd, e soprattutto con molte cittadine e cittadini, semplici elettori o militanti di base, sarò a Firenze alla Leopolda”, la kermesse politica organizzata da Renzi, ha scritto ieri in un articolo apparso nel suo blog, in cui sposa l’idea renziana di un partito che allarghi il più possibile “il suo campo d’azione e di consenso”.

“C’è la seria possibilità che vada alla Farnesina, ha tutte le caratteristiche. Ovviamente non c’è niente di ufficiale, deciderà Renzi”, ha detto una fonte parlamentare del Pd. Dal canto suo il premier non si sbilancia e sottolinea che la scelta va condivisa con il Quirinale.
“Mi risulta che Mogherini assuma il nuovo incarico a Bruxelles l’1 novembre e il nuovo ministro sarà tale solo dopo avere giurato nelle mani del presidente della Repubblica”, ha detto ieri il premier ai giornalisti.

Dietro la Sereni c’è il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli, 50 anni, nominato dall’ex premier Enrico Letta e confermato da Renzi. “A suo favore c’è la sua conoscenza del Medio Oriente e dell’Iran e l’esperienza già acquisita al governo. A sfavore, il fatto di avere come competitor una donna e la frattura consumata tra i due al tempo in cui erano in corsa per diventare sindaco di Firenze e quanto pare mai rinsaldata”, ha detto la fonte della Farnesina.

Il riferimento è al 2009, quando Renzi sfidò il più blasonato Pistelli – figlio di Nicola, assessore dello storico sindaco di Firenze Giorgio La Pira e leader della sinistra democristiana negli anni Sessanta – nelle primarie di coalizione a Firenze. La spuntò Renzi, nel primo esercizio di “rottamazione” di un rivale, del quale era stato assistente parlamentare.

Nella biografia del premier, sul sito www.governo.it, si ricorda così l’avvenimento: “Sfidando l’immobilismo dell’establishment politico vince, nello stupore generale, le primarie raccogliendo il 40,52% dei voti”. Per avere la versione di Pistelli si deve risalire invece ad un articolo del 2010 dal titolo: “Matteo: io lo conosco bene”, dove scriveva che la qualità migliore del sindaco (già proiettato verso una fulgida carriera nazionale) era la velocità; per stare in sintonia con le nuove generazioni, ma anche per passare da una posizione all’altra.

Ma molta acqua è passata da allora e Renzi nel luglio scorso ha lodato pubblicamente gli sforzi di Pistelli per portare a Roma dal Sudan Meriam Yahya Ibrahim, la giovane cristiana sudanese trattenuta a Khartoum dopo la revoca della condannata a morte per apostasia. “Tutto è aperto e Renzi deciderà assieme a Napolitano”, ha detto un’altra fonte governativa, molto probabilmente all’inizio della prossima settimana.