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Renzi rinuncia alla missione in Libia: “Troppi rischi”

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ROMA (WSI) – La missione italiana in Libia non s’ha da fare, almeno per il momento. A dirlo il presidente del Consiglio Matteo Renzi e la conferma è arrivata in queste ore, alla vigilia del vertice di Vienna convocato e co-presieduto dal segretario di Stato Usa John Kerry e dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha il compito di studiare e individuare un percorso alternativo di sostegno al governo di unità nazionale guidato da Fayez Serraj.

“Di fronte alle pressioni per andare in Libia abbiamo scelto una strada diversa” – così ha detto il presidente del Consiglio. “I rischi e i pericoli sono troppi per l’Italia” che rinuncia così alla missione libica, come riporta Il Corriere della Sera. “Troppo alti sono i rischi, troppo forte il pericolo che i reparti stranieri diventino bersagli di attacchi”.

Il contingente militare che garantirà la sicurezza della sede Onu in Libia non sarà italiano ma arriverà dal Nepal. A chiedere l’impiego di truppe per la sorveglianza della nuova sede Onu in Libia, trasferita da Tunisi a Tripoli, l’inviato tedesco delle Nazioni Unite Martin Kobler, sollecitato anche da Fayez Sarraj, premier del governo libico di unità nazionale. Da qui la consultazione serrata tra Renzi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in merito ad un possibile intervento italiano in Libia. Lo stesso Mattarella ha sempre mostrato cautela in qualunque mossa all’estero, sottolineando così la necessità di un intervento solo a fronte di una richiesta esplicita della Libia.

Per questo, dopo vari annunci e smentite, oggi la situazione è divenuta più chiara: l’Italia per ora non parteciperà a nessuna missione in Libia.

“L’Italia continuerà a sostenere il governo Serraj e in questa fase si concentrerà in modo particolare sull’impegno umanitario. L’obiettivo rimane quello di ottenere il comando del contingente internazionale, ma ciò potrà avvenire — in accordo con gli altri Paesi alleati nella coalizione — soltanto quando si sarà stabilizzata la situazione. Anche tenendo conto che i contingenti italiani sono già impegnati su vari altri fronti”.

Rimane la possibilità, prevista da un provvedimento firmato dallo stesso Renzi, di utilizzare nuclei speciali per missioni segrete.