Roma – A causa della crisi economica le famiglie italiane hanno eroso il risparmio privato. Ciò ha consentito di sostenere i consumi ma, allo stesso tempo, sono emersi “segnali di difficoltà”, anche perché negli ultimi dieci anni il reddito pro capite è diminuito di circa 300 euro. Ad affermarlo il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato in audizione sul Def.
Gli italiani, ha spiegato Giovannini, “hanno attinto al risparmio che avevano”; inoltre “negli ultimi dieci anni il reddito reale procapite è diminuito di circa 300 euro”, e se si pensa che il “numero delle famiglie è aumentato” questa riduzione del reddito reale è ancora più consistente.
La previsione di una crescita dell’inflazione del 2,2% nel 2011 ”puo’ essere conseguita solo con una forte attenuazione nei mesi a venire delle tendenze accelerative”, ha aggiunto il presidente dell’Istat nell’audizione sul Def.
Rispetto alle previsioni Def, ha detto, c’e’ un elemento di rischio sul fronte dell’inflazione. Gia’ a marzo ”il tasso tasso tendenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo e’ stato del 2,8%, portando all’1,8% l’inflazione acquisita”. Inflazione al 2,5% annuo e allo 0,4% mensile a marzo: confermata la stima provvisoria.
A salire e’ invece l’indice armonizzato (IPCA) che aumenta del 2,2% rispetto al mese precedente e del 2,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (la stima provvisoria era +2,6%), con un’accelerazione di sette decimi di punto percentuale rispetto a febbraio 2011 (+2,1%). La forte variazione congiunturale e’ in gran parte dovuta al venire meno dei saldi stagionali.
L’Istat comunica inoltre che l’inflazione acquisita per il 2011 e’ pari all’1,8%, e che al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo sale all’1,9% dall’1,8% di febbraio.
Sul piano tendenziale, la crescita dei prezzi dei beni sale al 2,8%, con un’accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto a febbraio 2011 (+2,6%), mentre quella dei prezzi dei servizi si porta al 2,0% dall’1,9% del mese precedente. Come conseguenza di tali andamenti, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi aumenta.
L’accelerazione dell’inflazione registrata a marzo risente in primo luogo delle tensioni sui prezzi dei Beni alimentari e dei Beni energetici non regolamentati. Un effetto di sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva anche dall’andamento dei prezzi dei servizi, ed in particolare di quelli relativi ai Trasporti e ai Ricreativi, culturali e per la cura della persona.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano dello 0,5% su base congiunturale e del 3,2% rispetto all’anno precedente (era +3,1% a febbraio 2011)
Gli ordinativi dell’industria a febbraio hanno registrato una crescita dell’1,9% (dato destagionalizzato) rispetto a gennaio e del 16,2% (dato grezzo) rispetto a febbraio del 2010. L’aumento congiunturale e’ stato spinto dal mercato estero, mentre il rialzo tendenziale e’ stato trainato dal mercato interno. Lo rileva l’Istat, evidenziando il ”recupero degli ordinativi dopo alcuni mesi di segnali contrastanti”.