Sara Silano è Caporedattore di Morningstar in Italia. Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Nell’ultimo anno, i profitti di Rakuten, Internet company giapponese, sono aumentati di oltre il 280% e la capitalizzazione di Borsa ha superato gli 840 miliardi di yen, facendo balzare la società al primo posto nel segmento emergente del Tokyo stock exchange. Nonostante il principale settore di attività sia il commercio elettronico, l’azienda ha recentemente messo gli occhi sulla principale rete televisiva del Paese, TBS, nella convinzione che la convergenza tecnologica darà nuove opportunità di business.
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La possibilità di fornire servizi televisivi via Internet fa gola a molti, in un momento di grandi cambiamenti per l’etere nipponica e di forte espansione delle web company. Dentsu Inc., la principale società pubblicitaria in Giappone, e cinque reti televisive hanno avviato i colloqui per creare un’alleanza nel settore, che si prevede avrà un incremento annuo del 30% degli introiti promozionali nei prossimi anni.
Crescita dei profitti, ripresa degli investimenti, fusioni e acquisizioni sono i segnali di un’economia e di un mercato finanziario che si è rimesso in moto dopo un decennio di crisi. Il migliorato stato di salute e le aspettative ottimistiche sul futuro hanno acceso la Borsa di Tokyo, che ha oltrepassato i 500 mila miliardi di yen di capitalizzazione per la prima volta in quindici anni. L’indice Nikkei delle principali società nipponiche ha superato la soglia dei 15 mila punti, mentre il più ampio Topix è a ridosso di quota 1.600. Entrambi hanno guadagnato oltre il 20% nel trimestre, staccando i principali listini mondiali e sono ai massimi dal 2000.
Artefici dei rialzi sono stati un po’ tutti i settori, in particolare il tecnologico, l’industria di base e il finanziario. L’arretramento dello yen rispetto alle principali valute ha spinto i titoli dell’export, che restano, tuttavia, dipendenti dall’andamento dei consumi americani. Ad ottobre, la spesa privata statunitense è aumentata dello 0,2%, in linea con le attese, ma il nuovo incremento del prezzo del petrolio, tornato sopra la soglia psicologica dei 60 dollari al barile, ha riacceso le preoccupazioni sulla sostenibilità del trend nel futuro.
Lo yen ha toccato il minimo assoluto contro l’euro a 142,8 ed è sceso al livello più basso da quasi tre anni nei confronti del dollaro (120,9), penalizzato dai tassi di interesse nipponici che continuano ad essere vicini a zero a fronte dell’aumento del costo del denaro in Europa e negli Stati Uniti. Continua a dare segnali incoraggianti, invece, l’economia, che, secondo Takahide Kiuchi, economista senior di Nomura Securities, abbandonerà definitivamente la fase di deflazione nel 2006. Si stima una crescita del 2,8% del Prodotto interno lordo reale e un incremento del 2,2% dei consumi privati. L’inflazione dovrebbe attestarsi allo 0,5% dallo 0,1% di quest’anno, mentre il tasso di disoccupazione è previsto in discesa dal 4,2 al 3,5%, con un aumento dei lavoratori a tempo pieno e una diminuzione del part-time, modalità a cui le imprese sono ricorse nel periodo di crisi.
Per Kiyohide Nagata, responsabile del team giapponese azionario large cap di Invesco, la Borsa potrà beneficiare nel medio periodo di una crescita “solida e sostenibile” dell’economia e del migliorato stato di salute dei bilanci aziendali dopo i processi di ristrutturazione degli anni scorsi. Inoltre, la disponibilità di liquidità apre la strada a fusioni ed acquisizioni e consente alle imprese di aumentare la spesa in ricerca e sviluppo, con il risultato di rendere più competitiva l’industria nipponica. Nel breve, tuttavia, non sono da escludere prese di beneficio dopo il rally dell’ultimo trimestre.
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