Nuovo brusco impatto a Piazza Affari degli sviluppi giudiziari della vicenda Antonveneta, con l’interdizione di Stefano Ricucci a pesare ancora come un macigno per le attese di scalata su Rcs MediaGroup. Ma frena con decisione l’intera Galassia del Nord, dopo le speculazioni dei mesi scorsi su un attacco in forze al salotto buono della finanza, con rumor che avevano puntato di volta in volta sul fronte dei nuovi immobiliaristi o del cosiddetto contropatto Bnl trovando per altro parziali conferme a fine giugno con l’ingresso al 2% di Mediobanca di Danilo Coppola e Luigi Zunino.
In una seduta per altro pesante per l’intero listino, Rcs ha segnato una frenata del 4,70% a 6,043. E dopo i volumi monstre che si erano registrati sul titolo lunedì e martedì con un balzo rispettivamente dell’8,5% e del 3,82%, sembrano rientrare lentamente nella norma le contrattazioni, con scambi per 7,9 milioni di azioni e pari all’1% circa del capitale del gruppo di via Rizzoli. Piazzetta Cuccia ha lasciato invece sul parterre il 2,93% a 15,143 euro, tra scambi pari a 5,4 milioni di azioni e corrispondenti allo 0,7%. In appena quattro sedute Mediobanca è arretrata del 7,5% dai massimi storici a 16,3736 euro segnati il 22 luglio, alla vigilia cioé della decisione Consob di dichiarare il concerto su Antonveneta anche per Ricucci (lunedì 25 luglio è poi scattato il sequestro delle quote dei ‘concertisti’, tra i quali figura anche Coppola).
Brusca frenata anche per Generali, in calo dell’1,35% a 26,32 euro, tra volumi nella norma, anche grazie all’ingente capitalizzazione del gruppo assicurativo. Dopo che alla vigilia Stefano Ricucci ha comunicato una risalita al 21% circa di Rcs, intanto, in giornata si è appreso di un forte attivismo dell’immobiliarista di San Cesareo anche su un nuovo fronte, quello Mps, di cui secondo quanto anticipato dal Sole 24 Ore avrebbe circa il 2%.
Gli acquisti, si ipotizza, potrebbero essere scattati il 18 luglio sull’attesa di una limitazione per legge del diritto di voto della Fondazione. Il singolare intreccio degli ultimi giorni tra il mercato e gli sviluppi a Palazzo di Giustizia è tra l’altro costato qualche punto anche alle quotazioni del gruppo di Marco Tronchetti Provera, con una flessione del 2,73% per Pirelli (a 0,8555 euro) e un calo dell’1,72% per Telecom (a 2,689). Alcuni quotidiani hanno riportato infatti intercettazioni nelle quali il numero uno di Hopa, Emilio Gnutti, dice a Ricucci che “l’anno prossimo” il patron del gruppo Pirelli e Telecom verrà a più “miti consigli”.
Il riferimento è agli accordi che legano la Hopa ad Olimpia (ha una quota del 16%), holding cui fa capo a sua volta il 18% di Telecom. In caso di una scissione da Olimpia in seguito a uno ‘stallo’ tra soci o al mancato rinnovo del patto alla scadenza (8 maggio 2006) Gnutti, oltre alla propria parte di azioni e debito, può incassare anche un premio omnicomprensivo fissato a 208 milioni di euro. Si tratta di vincoli già noti da tempo e regolati da accordi parasociali, e la minaccia di scissione ventilata da Gnutti sembra più che altro aver dato un pretesto sul mercato alle vendite in una seduta pesante per l’intero comparto delle tlc in Europa.